Grid

The world before us

Gli americani Grid,autori di un prog metal tanto riflessivo quanto variopinto,pubblicano quest’anno questo Ep “The world before us” dopo circa 6 anni da quello che fu “Overlook” del 2018.

La curiosa release in questione conta ben 4 strumentali (3 dei quali sono in buona sostanza delle composizioni di musica elettronica rilassante e “Traversing the interstellar gateway” suonato con tutti gli strumenti) e 2 pezzi suonati e cantati in toto; considerando che non ho elementi sufficienti in materia di musica elettronica per poter fare degli accostamenti,non vi sto a descrivere la natura degli strumentali (“Singularity”,”Contact” e “Duality” sono interamente composti con le tastiere) anche se,sono da ritenere parte integrante di questo piccolo viaggio perchè si integrano alla perfezione in un contesto musicale di una certa finezza,dove sono presenti influenze marcate di Devin Townsend,Toska e primi Gojira.Realmente mi sarebbe piaciuto ascoltare qualche pezzo in più visto i 6 anni trascorsi,e malgrado la proposta dei G.

si riduca a ben poca cosa,devo dirvi che siamo dinanzi a un band con del talento e una pesonalità ben precisa,che è in grado di creare atmosfere calde e riflessive,i 12 minuti di “Our history hidden” dimostrano concretamente la natura musicale dei 4 americani,introspettiva,intricata e meditativa e con un gran gusto per i tecnicismi non esasperati ma adeguatamente congeniati,tali da quotare a livello medio alto la maturità stilistica dei nostri.L’approccio soft e controllato è quello che di più salta all’orecchio ma soprattutto,quando con due/tre fraseggi di chitarra butti giù 12 minuti di musica,o mi annoi inesorabilmente o mi sbalordisci per la genialità con cui usi questi fraseggi,ed in questo caso devo affermare che qui la noia è ben che lontana,perchè grazie alla continua ed intensa interpretazione del batterista ed un cantato che alterna parti pulite e parti in growl senza mai strafare,questi G. risultano molto piacevoli ed interessanti.

Non mancano gli inserti di suoni elettronici che donano una certa modernità al tutto ed onestamente mi sarei aspettato un bassista un pò più concreto e presente in un contesto del genere,ma tutto sommato così come è stato concepito,questo “Our history hidden” dipinge un quadro generale preciso e coinvolgente.L’atmosfera eterea iniziale di “Traversing the interstellar gateway” invece,fa da apripista ad uno strumentale molto rock “desert” alla Kyuss per intenderci,sterzando completamente rispetto a ciò che è stato suonato precedentemente;trova spazio un intermezzo molto soft ed anche un pò retrò composto da un arpeggio semplice supportato da una tastiera che spezza un pò il tutto ,un pezzo che non mi ha suscitato chissà quale interesse e fuorviando giusto un attimo da come è iniziato il disco.

Architects of our world” invece riaccende i riflettori sul prog di “Our history hidden”,rimarcando il mio pensiero su questa band,con una gran bella ritmica metal e con un cantato che sembra essere uscito direttamente da “Addicted” del buon vecchio caro Devin Townsend,tecnicamente molto particolare e coinvolgente,quasi 9 minuti di viaggio mentale in cui non mancano le emozioni,veramente bello.Al di là del fatto che questo dischetto possa sembrare un biglietto da visita striminzito della nuova era della band,i G. si riaffacciano al mercato musicale con un prodotto che secondo me ha il suo valore,ci sono tutti i presupposti per ascoltare un futuro capolavoro prog,futuro che spero arrivi presto,perchè sti qua ci sanno fare e secondo me saranno anche in grado di elevarsi ulteriormente,magari facendoci ascoltare qualche pezzo in più.Buon lavoro Grid,e a presto!

Giuseppe Musso

Singularity
Our history hidden
Traversing the interstellar gateway
Contact
Architect of our world
Duality

Brian Harrigan – guitar & vocals
Matt Habina – drum
Dave Cohn – bass
Andrew Binder – keys