Gravestone

Ars Arcana

Combo italiano da non confondere con quello tedesco pre-anni novanta. E’ un lavoro che sorprenderà chi vorrà ascoltarlo. Un doppio intro apre l’album, anche se è ‘Santa Militia’ quello significativo tra i due musicalmente, il primo è invece un incipit parlato.

Purtroppo si parla un po’ troppo in questo disco per motivi di concept (ispirato al romanzo di Cecilia Randall “Gens Arcana” la cui ambientazione è sita a Firenze al tempo di Lorenzo De Medici). Però quando a prendere l’attenzione è la musica, la cosa si fa molto interessante. E’ un Death blackned metal sinfonico pieno di pathos e di maestosa eloquenza dove la crudeltà vocale gestisce in modo corposo gli attacchi strumentali.La traccia ‘TERRA’ è un bell’esempio di songwriting pregnante, i suoni distorti si accompagnano a tastiere epiche; il brano è pesante e le evoluzioni più raffinate non diventano elementi che alleggeriscono l’atmosfera quanto la ampliano in maniera tale da mantenere una forte densità espressiva. Anche ‘IGNIS’ avvolge con la stessa fiamma rovente, ma appare più classica nel genere estremo, anche se al centro diventa ariosa.

C’è una energica bellezza nell’inizio di ‘AQUA’, grazie alla voce pulita e poi all’incalzare ritmico di stampo puramente sinfonico se non fosse per l’introdursi del Growl ferale che ne appesantisce l’anima, e solo successivamente il drumming fa uso del blasting, così da accompagnare la voce nei meandri dell’estremo, però la sorpresa è l’incedere più morbido che subentra utilizzando una fascinosa doppia voce pulita/sporca che cantando parallelamente rende con efficacia il pathos di un brano che si presenta come il migliore del lotto insieme alla suite ‘QUINTA ESSENTIA’ che si fa ancora più aperta e prog, ma entrambe vincono grazie alla tonicità che si sposa alla variabilità. Particolare si presenta ‘Aer’ perchè nel mezzo mette un assolo con una ritmica quasi Power, sebbene sia un classico brano estremo, e poi aggiunge nel finale un momento soft molto evocativo e cinematico, enfatizzato da pianoforte e cori, ma del tutto distante dall’alveo Death. Inutile citare tutti i brani perché ognuno ha la sua specificità caratterizzante, va solo detto che nessun di loro è minore, si tratta solo di gusti. Ed il risultato è magico.

Il primo full-lenght, ‘Symphony of Pain’ è del 1994, molta acqua è passata da allora. La reunion si ha nel 2013 grazie a Borrani e Buffolino che non avevano perso le speranze. Ma la cosa non va in porto e solo nel 2017 può uscire un ep, ‘Proud to be dead’. La cantante Guerrini arriva alla fine, con la registrazione di questo lavoro sostiruisce Daniele Biagiotti. Non sappiamo come si è evoluto il suono della band, ma sicuramente l’esperienza accumulata nel tempo ha avuto come risultato una opera che appare matura e ben impostata. Ci sono intrecci sonori, e improvvisi cambi di prospettiva che inducono ad un approccio progressive. Davvero un album di alto livello qualitativo, meritevole di colpire ed affondare il pubblico metallaro. Il Death è spesso scurito tendendo al Black, ma la sua personalità è fortemente sinfonica, anche se con cadenze meno maestose di certi gruppi sinfonici a volte troppo auto indulgenti. Qui no, c’è un deciso equilibrio formale che predilige le sensazioni al tecnicimo esasperato, pur nettamente presente.

Del resto sia le voci che tastiere e chitarre hanno virtuosismo da vendere; senza contare l’apporto di una sezione ritmica superlativa. Magari in tale equilibrio avrebbero dovuto  considerare meglio i momenti “talken”; certo la voce narrante ha dalla sua una impostazione teatrale, dalla tonalità virile e personalissima, sicuramente utile a collocare le vicende Fantasy narrate, ma come necessità musicale la sua continua presenza determina una flessione sonora a volte eccessiva. Il cantato è comunque sempre inserito in maniera intelligente e il modificare verso il growl cavernoso o lo screaming, o ancora la voce pulita con anche un senso corale ben situato, completano il quadro di una versatilità di ampio respiro. Siamo di fronte ad un gioiellino che va ascoltato senza remore, gestito con abilità e riempito di trovate particolari per una ricchezza di contenuti sonori interessanti. Dentro questo contenitore il vero Death Metal c’è, ma si trova molto altro.

Roberto Sky Latini

Lumen et Umbra
Santa Militia
Terra
Ignis
Aer
Aqua
Quinta Essentia
The Slaughter Conspiracy
The Death of Folco’s De ‘Nieri

Simona ‘Sandcrow’ Guerrini – Vocals
Marco Borrani – Guitar
Gabriele Maschietti – Guitar (Crystal Fury)
Massimiliano Buffolino – keyboards
Massimiliano Maax Salvatori – Bass  (Rosae Crucis, Forgotten Dust)
David Folchitto – Drums (Stormlord, Fleshgod Apocalypse, Screaming Banshee, Prophilax )