Grave Sermon

Liturgical Perversions

Formati nel 2017,questi irlandesi,i cui componenti sono già militanti in tante altre bands, esordiscono comodamente 2 anni dopo essersi uniti con l’Ep “Whitewashed tomb” suonando 3 pezzi di old school death metal piuttosto caotico e con una anima underground ben precisa.

Dopo essere scomparsi per un pò,pubblicano il singolo “In Frenzied Hate They Howled” nel 2022,con un sound rinnovato e con una linea musicale coerente con ciò che furono agli esordi,quindi 2 anni dopo (cioè quest’anno),tornano a far parlare di sè con questo nuovo “Liturgycal perversions“,un Ep di 4 pezzi per un totale di poco più di 18 minuti di musica.Con un sound ulteriormente compattato gli attuali Grave Sermon. non hanno modificato il loro modo di suonare death metal e purtroppo imprecisioni delle esecuzioni e arrangiamenti che lasciano il tempo che trovano,sono presenti anche qui,sintomo del fatto che (a mio modesto parere) non sono stati fatti tantissimi passi in avanti.

Fondamentalmente le idee ci sono e ci sono sempre state,ma concretizzando,salta sempre qualche passaggio per cui questa band continua la sua stasi in un livello di mediocrità da cui non riesce ad emergere,blindando la qualità generale della proposta musicale ad un livello non proprio entusiasmante; effetivamente,quando nel giro di 5 anni non arrivi a tirar giù nemmeno 3/4 d’ora di musica,ed in tutto questo non dai il minimo accenno di qualche miglioramento,io una domandina in più me la farei.Iniziando ad ascoltare la opener “An unfanthomable pact“,vi accorgerete realmente che,malgrado la presenza di riffs e ritmiche piuttosto efficaci,certi dubbi amletici saltano fuori come i funghi,tra cui un lavoro di mixaggio che penalizza ignobilmente il suono del basso che,da solo risulta essere anche dotato di un buon suono,ma che nell’amalgama praticamente scompare in tutto e per tutto.

Segue “Preordained” e la musica non cambia: i riffs plettrati di buona fattura si destreggiano tra tupa tupa e blast beats suonati anche bene in un pezzo che alla base crea una certa intensità,ma che scade a tratti a causa di alcune imprecisioni delle chitarre ed alcuni passaggi di batteria scarni ed approssimativi,buona fin qui la prova vocale di David Hynes,che risulta appropriata con screams e growl non eccessivi ma coerenti e ben adattati alla musicalità delle composizioni.”This mortal disease” è un buon pezzo,aggressivo,claustrofobico ma aimè,anche qui l’esecuzione delle parti delle chitarre risulta tecnicamente dozzinale e a tratti talmente caotica da non riuscire a far capire bene ciò che viene suonato (sti qua secondo me non hanno capito bene il senso dell’espressione “suonare all’unisono”),e con un assolo tecnicamente scarno e suonato non benissimo,che avrei evitato assolutamente perchè a poco serve per la riuscita finale del pezzo.Chiude questa piccola release “Vial of wrath”,un pezzo che a tratti ricorda i Vomitory di “Revelation nausea“,caotico ed annichilente e suonato anche meglio dei precedenti,ma che a causa di una parte centrale rallentata (intorno al minuto 2:35) suonata al limite dell’indecenza,fa calare,e non di poco,la riuscita di questa composizione che riparte subito dopo con veemenza ed energia.Uno dei punti di forza di questa band è che risulta piuttosto difficile accostarla stilisticamente ad altre dello stesso genere,per cui la personalità fa da padrona della situazione,ma le pecche ci sono tanto quanto i margini di miglioramento sia e soprattutto dal punto di vista tecnico che della produttività.Peccato.

Giuseppe Musso

An unfanthomable pact
Preordained
This mortal disease
Vial of wrath

David Hynes – vocals
Gavin Doran – guitar
Mark Lennon – guitar
Cory Annatar – bass
Jason Connolly – drums