Dark Sunset Summoning II live

@ Traffic Roma 19/04/2025
Articolo a cura di Fabio Berserk Podeschi

– GOLDEN DUST-
Dark Sunset Summoning II
19/04/2025
“Il cerchio è il riflesso dell’eternità non ha inizio e non ha fine (Maynard James
Keenan)
Le verità non stanno entro la circonferenza di un cerchio il cui centro è l’uomo. Le verità si stagliano in luoghi impervi: l’uomo si aggira seguendo i meandri di un sentiero sinuoso che le rivela, le occulta, e alla fine le mostra o le nasconde.
(Nicolás Gómez Dávila, In margine a un testo implicito, 1977/92)”

Festival attesissimo nella capitale Dark Sunset Summoning II dove riunisce cinque band del settore Black Metal,Black folk e Black Gaze, quest’ultima nel genere nel nome degli Heretoir band di punta del Black Gaze Tedesco un ibrido fra gli Alcest di Neige primi Katatonia ed Angelic Process. Si ringrazia per gentile concessione la No Sun Music per nome di Gabriele Giaccari in arte Gabbo Orange costola dei Shores Of Null, per aver potuto partecipare a questo evento con una band di chiusura nonché portante di calibro molto elevato che secondo me ha creato uno dei 10 dischi più belli del metal. Peccato non aver avuto un palco più ampio come Largo Venue ma sarebbe bastato anche il Monk perché il festival avrebbe reso molto di più ma è stato meglio anche perchè purtroppo vista la vicinanza con le festività pasquali c’era poca gente che fortunatamente è aumentata con la band di chiusura gli Heretoir , vuoi anche perchè c’era la partita della Roma? Comunque questa assenza l’ho trovata una cosa ridicola anche perché si da tanta importanza a gruppi cloni di Malmsteen ed Iron Maiden e a “mummie” del passato quando invece arriva una band spettacolare ci si spaventa per 25 euro di biglietto che poi se prenoti veniva 20 euro e si preferisce vedere cover band. Io non condivido assolutamente ciò e sono contento di averli visti perchè hanno sfoderato delle perle è la prima volta che sono a Roma e spero di rivederli poi spiegherò quando sarà il loro turno ma veniamo a noi la serata è lunga le band prima di loro sono quattro e per dovere di cronaca c’è da parlare anche di loro che non mi sono dispiaciute anzi ma sinceramente nessuna era all’altezza degli
Heretoir ……

– KYBALION-

Prima band ad esibirsi sono i Kybalion, quartetto niente male proveniente dai Castelli Romani niente male primo accostamento che mi viene in mente in queste sette perle della fiamma nera come nome sono una fusione fra I Naglfar secondo periodo Kristoffer W. Olivius e dei Setherial . Un vero inno alla nera fiamma di Lucifero i ragazzi sono giovani si muovono bene sanno il fatto ,oro dopo una rasoiata come Demiurge , ti sfoderano una black track Mid/tempo Blindfolded March veramente notevole, c’è poca gente ed è un peccato vista l’evocativo che creano per assurdo sono la band più old school della serata ma sanno il fatto loro. Dopo tre brani come Make the World Bleed una vera mazzata demoniaca e due cadenzate Pale skin waiting e Waste of Flesh ci fanno alzare le corna al cielo ricordando il defunto John Nodvelt. Un pò più così A Crippled Power anche se poi a metà canzone si fa perdonare sono ispirati hanno voglia di suonare e di farsi vedere una realta promettente che chiude con Impera il loro show ci voleva in chiusura una fiammata da un braciere nero un consiglio che dò alla band chiudete lo show con Heralk l’ultimo brano dello split del 2024 è veramnte una cannonata peccato non averlo portato in sede live credo che la strada più atmosferica che hanno preso nell’ultimo cd gli si addice di più è un modo di portare il gelido vento del nord nelle loro nere note. Una gradita sorpresa d’inizio serata promossi.

-SETLIST-
1. Demiurge
2. Blindfolded March
3. Make The World Bleed
4. Pale Skin, Waiting
5. Introduction
6. Waste Of Flesh
7. A Crippled Power
8. Impera

MEMBERS-
G.M. Bass
G. Guitar (Beyond The Dark)
R. Vocal
G. Drums (Beyond the Dark/ Kleptocrazia)

-EN DECLIN-

Seconda band sempre dal territorio nostrano di Roma e Lazio gli En Declin che propongono un Art Rock che all’ascolto dei sette brani proposti in sede live mi hanno ricordato vagamente gli Arctic Plateau del mastermind Gianluca di Virgilio ma molto alla lontana, lì è proprio tutta un’altra storia c’è un abisso con tutto che questi ragazzi non sono male suonano bene ma forse troppo easy dopo la mazzata iniziale è come aver preso un caffè e dopo essersi bevuto una tisana con melissa/ camomilla e melatonina un pò troppo direi il divario se n’è accorto anche mio figlio accanto a me che ha 13 anni.

I brani scorrono via piacevolmente si sente che i musicisti in questione sono tutti preparati anche il cantante anche se il suo inglese si sente che non è proprio perfetto ed a volte sforzato, ma sinceramente li avrei visti meglio di spalla ad Anathema ultimi Katatonia, Soen ma su questo festival erano decisamente fuori contesto, a volte mi hanno ricordato i Tiromancino qualcosa degli a Perfect Circle ma sinceramante non mi hanno preso il chitarrista è quello che mi hga sorpreso di più l’uomo che sicuramnte ha salvato la baracca in brani interessanti come Average Man e The Becoming meno nelle parti cantate in Italiano su Over c’è proprio un plagio ai Tool e ai System of A Down. Nel complesso il poco pubblico che c’era li ha apprezzati tengono bene la scena ma a me hanno lasciato poco perchè di questo genere apprezzo altre band tipo i Seether. In conclusione buoni ma vanno presi a piccole dosi.

-SETLIST-
1. Gea
2. Undressed
3. The Becoming
4. Over
5. Average Man
6. Caronte
7. 1647
– MEMBERS-
Andrea Aschi . guitar
Marco Campioni – percussions e Laptop
Maurizio Tavani vocals

-BLAZE OF SORROW-

Come volevasi dimostrare si cambia registro con la terza band I Mantovani Blaze Of Sorrow che propongono un siderale black metal a tratti viking primi Manegarm la situazione cambia in movimentazione ma il pubblico è ancora scarno sono le 21.30 e ci sono un pò più di quattro gatti è bello così perchè sono riuscito a scattare delle belle foto e a godermi la performance un pò meno per loro che li ho visti abbastanza nervosi anche in chiusura dato che dei pochi brani proposti che erano sei ne hanno dovuto scartare uno “ Il passo del Titano” per motivi di tempo e suonarne solo cinque. Il loro è un black cantato in Italiano quello che ho potuto notare è che si trovano meglio nei brani più atmosferici e cadenzati conoscevo del
loro materiale del passato e quello che posso dire è che forse hanno sbagliato qualche calcolo in scaletta , si inizia con Furia una canzone che sembra scippata ai Sorhim band black Svedese, buona ma sa di già sentito il singer polistrumentista Peter è bravo incisivo glaciale nelle chitarre come il suo secondo A.S. bravi ma mi lasciano normale all’ascolto. C’è poi l’atmosferica Il Soffio Del Sole con la sua intro evocativa alla rituale Norreno per poi mutare in neve in volto forse il brano migliore della serata dove la sferzata veloce ricorda gli Immortal di At The Heart Of Winter sono più di otto minuti di racconti di guerrieri che si destano dal sonno della morte per combattere di nuovo alla fine più che un brano una suite notevole. Segue Flammae un pò troppo banale secondo me è italianizzata si sente che sono Italici qui veramente troppo. Nel Vento che parla di rituali “Ti ho vista, pallida foglia strappata dal vento.Ti ho colta, contro ogni senso ed ogni certezza. Mi hai scelto, tra tante mani esili o sporche. Mi hai chiuso, in mezzo a radici fredde e contorte. Frammenti di faggio, corteccia di quercia, la terra nasconde la tua vera forma. Ad altri detriti il fango t’intreccia, foglia calpesta da villica torma. II ramo che lasci ancor ti ricorda, come foglia sbattuta.”
II ramo che piangi ancora ti cerca, come foglia perduta.” Non male ma c’è pathos per me ma non mi prende abbastanza, credo che non mi piaccia il loro ultimo album c’è stato forse un cambio drastico di coordinate. Chiude Echi uno dei loro migliori brani sfoderati nello show la poca gente inneggia corna al nero signore è anche la tilte track di uno dei loro miglior lavoro quello della maturità Echi del 2012 dove si vedeva che erano in forma ed ispirati con tnata voglia di stupire peccato, non ci siano stai brani dai loro primi due album L’ultimo respiro ed Eterno Tramonto dove cìè la notevole Dall’Aldilà ma secondo me è proprio il loro capolavoro, consiglio a questi ragazzi di tornare su quelle cooordinate guardando sempre al nuovo perchè era la via giusta i primi tre album ma soprattutto questo sapeva di male puro nera cera che si spegne formando sangue intorno adesso dopo Echi purtroppo sembrano un pò la copia di altre band. La prova è superata ma mi ha un po ‘ lasciato l’amaro in bocca per la scelta dei brani ma giustificati perché avevano tempi stretti.

-SETLIST-
1. Furia
2. Il Soffio del Sole
3. Flammae
4. Nel Vento
5. Echi
-MEMBERS-
P- guitars, synths and vocals
Nevon -d rums
A.S. – guitars
V – bass

-SVNTH-

Il locale inizia a riempirsi un pochino di più con l’arrivo della quarta band i SVNTH (Alias Seventh Genocide). Torniamo con una band della capitale al loro primo ascolto visto che non li avevo mai sentito mi hanno ricordato un mix fra I Novembre e gli Autumn Blaze e i Lacrimas Profundere partiti anche loro come band post black metal più grezzi un pò alla Empyrium si sono avvicinati al Blackgaze per essere Italiani mi hanno stupito la loro proposta non è innovativa ci sono tante band come loro però già con la prima Narrow, Narrow fanno capire che hanno classe certi attacchi ricordano anch’essi lo shoegaze degli Angelic Process ma più morbido anche se poi il cambio di tempo veloce mi ha lasciato spiazzato come se volessero agganciare due canzoni che non hanno unione fra loro. Sono sei brani quelli che ci propongono c’è la seconda Cinnamon Moon anch’essa mi convince per metà c’è pathos ma sà di già sentito forse per chi non conosce il genere può piacere ma chi ha 47 anni come me ne ha sentite tante di band come queste. C’è Perfume singolo del loro nuovo album Pink Noise Youth come le prime due sempre prese dal loro nuovo album bella ma sinceramente sembra come dovrebbero ritornare a suonare i Novembre dopo il loro tracollo è un pò un plagio perchè ricorda dalla voce molto Carmelo Orlando. Buona Immense as The ocean, più atmosferica.
Facciamo un salto nel passato dove si chiamavano Seventh Genocide con Wings of the Ark una mazzata che ricorda i primi Alcest di Neige con voce pulita alla Billy Corgan di Mellon Collie and Infinite Sadness, questo è il brano che mi ha colpito di più in sede live con effetto a sorpresa.
Chiude Astral Bliss sempre dal loro primo periodo più grezzo genere sempre più vicino al Blackgaze un tuffo nel passato, ma quello che ho potuto constatare rispetto alla precedente band nell’arco del tempo non sono riusciti proprio ad amalgamare il genere o si sono avvicinati troppo al genere di altre band oppure c’è troppo divario nella forma canzone fra le parti aggressive e quelle più calme questa comunque è un altro di loro migliori brani dal loro lavoro più quotato Toward Akina che chiude lo show. Diciamo che mi hanno convinto anche se con la band di chiusura si passerà praticamente dalla notte al giorno.

-SETLIST-
1. Narrow, Narrow
2. Cinnamon Moon
3. Perfume
4. Immense As The Ocean
5. Wings Of The Ark
6. Astral Bliss

-Members-
Alessandro Canzoneri – drums
Rodolfo Ciuffo – bass, vocals, sitar
Jacopo Fagiolo – guitars
Valerio Primo – samples
Alessandro De Falco – guitars

Fortunatamente alle prima dell’inizio delle 23:30 dell’ultima band ad esibirsi il locale inizia a diventare gremito per fortuna anche perchè gli Heretoir band Tedesca di BlackGaze figlia di band come
Alcest/Empyrium/Angelic Process meritano si presentano al pubblico sono cordiali come lo sono stati con me e mio figlio quando ci abbiamo dialogato più che altro Herik che parla madrelingua ed ha fatto da interprete con loro,sono doti naturali per la sua spiccata propensione fin da piccolo dato che gli facevamo guardare sia io che sua madre cartoni e film in lingua originale. Il cantante David come gli altri è stato molto disponibile, gli ha regalato un plettro color cremisi particolare con dei fori, cui gli ho fatto fare un ciondolo e gliel’ho messo al collo non lo toglie più.

Partono subito bene con un brano Twilight Of The Machines dal loro ultimo parto in casa “Nightsphere” molto atmosferica e poetica tutto il gruppo è concentrato al massimo la band è compatta si muovono all’unisono si va dal cantato pulito a quel Growl sofferente di disperazione ed in chiusura un piano che sfuma. “The crisis deepens. Burnt out are all sparks of resistance And with every wasted hour we choose to kneel Forever we will kneel! We scarcely feel our hearts beat Before they break in protest See upcoming rock shows Get tickets for your favorite artists You might also like Sanctum – Nightsphere, Pt. 1 Heretoir Golden Dust Heretoir Caramel Sleep Token We will waste away Clouded by darkness If we fail to bring about – and by all means – The twilight of the machines”. David avvisa che ci sarà un salto nel passato con un brano che dà il nome al loro gruppo Heretoir erede come da padre in figlio punta di Diamante oltre a David i cori che creano Matthias e Max ma soprattutto il bassista concentratissimo pulsa il suo strumento come un cuore che ha ripreso a battere in un eco eterno brano figlio dei primi Alcest ma se possiamo dire hanno una loro originalità e secondo me all’epoca le riviste hanno poco valorizzato cotanta poesia: ”All my memories Shattered Into thousand pieces Same illusions Everywhere I look Starting through These walls of glass Every second I think Reminds me that I’m alive I free my lungs Swallowed by an endless dawn”

Altro brano dal primo album s’intitola Graue Bauten edifici grigi il progresso che purtroppo ingloba la vita della natura la chitarra pulita di David echeggia con la sua voce come un richiamo alla ricrescita delle piante le radici di un albero che spaccano il cemento per tornare a fare cambiare il grigio a colorato. ”Irrequieto mi guida attraverso vicoli bui. Nella muratura fredda orfana la mia anima. Questi edifici grigi sono il mio rifugio, ma lo sono anche loro il veleno nelle mie vene.. Alzo lo sguardo al cielo d’acciaio e senti il desiderio… [liberato da questo mondo]”. C’è una piccola pausa David Ringrazia il pubblico così caloroso, molti giovani in mezzo è bello vedere che non piace solo la trap in Italia, dice che è la prima volta che si esibisce nel nostro paese e quando dice il nome della canzone seguente c’è un sussulto Golden Dust in assoluto il loro miglior brano dal loro capolavoro del 2017 The Circle . E’ un brano pressoché perfetto inizia in maniera lenta ed acustica con la batteria che incede ed accompagna come per mano la sua chitarra con l’attacco ad eco tipico dello shoegaze aiutato dal compagno Kevin è una track perfetta è tutto ciò che si può desiderare, ti riempie l’anima la musica non ha sbavature come le parole ”Cercherò la tua luce e afferrerò il cielo. Quando cadono le gocce di pioggia il sangue nelle mie vene si riempie di polvere d’oro. Cadono le gocce di pioggia e il cuore nelle mie mani si riempie di polvere d’oro. Guidami il cammino Ti seguirò ovunque tu mi porti. Quando cadono le gocce di pioggia il sangue nelle mie vene si riempie di polvere d’oro. Cadono le gocce di pioggia e il cuore nelle mie mani si riempie di polvere d’oro”. Verso i quattro minuti e trenta attacca una parte strumentale emozionale che è incommensurabile, credo che non abbia mai sentito in vita mia nulla del genere a livello di bravura e sentimento. Dopo questa perla Exhale sempre dal capolavoro The Circle, a differenza dell’altra c’è rabbia, voglia di cambiare come il ritmo che incide la batteria il basso e la chitarra come un mood di una tempesta che travolge un’esplosione nera “Rovine invase dalla vegetazione nel mio cuore.Contemplo il regno dell’avidità Fatto a pezzi…Non c’è un per sempre Non c’è un per sempre. Silenzio ora, non dire una parola Sarò il tuo salvatore Nella notte così fredda. Ti abbraccerò Sulla riva lontana Quando calerà il sipario. Ma ho ascoltato nell’oscurità E oltre non c’è niente, niente di più Attraverso la notte eterna Attraverso la notte eterna. Ora sono solo Nella polvere e nel passato Nella polvere e nel passato E mi divoro. Siamo separati Turbinanti e lacerati. Siamo separati Turbinanti e lacerati.” Veramente bella. Poi si passa all’unico brano dell’ep Wasteland che dà il nome all’album in questione. Matthias alza le corna al cielo altro brano come un inno alla ribellione della natura catturata dal cemento la terra persa Wasteland “Tagliare l’acqua sotto i nostri piedi. Un impulso suicida. Forzando la nostra strada verso la perfezione, finché tutto decade nel grigio. Un’ala pesante non si solleva più. Un corpo stanco non vola più. Queste ferite di dolore. Come potremmo saperlo? Distese di terra disboscate. Siamo in un coma senza fine. Abbassate gli occhi e trattenete il respiro, riuscite a sentire le ceneri che cadono nell’aria rarefatta? Non è quello che speravamo, ma lo sapevamo già. Abbassate gli occhi e trattenete il respiro, riuscite a sentire le ceneri che cadono nell’aria rarefatta? Non è quello che speravamo, ma lo sapevamo già. Sapevamo già. Sapevamo già. Sapevamo già” . Ogni brano che questa band suona è poesia è vera musica ti entra dentro.

Alla chiusura affidano The Circle brano che dà il titolo al loro album capolavoro l’attacco con la chitarra in un mid di solo in levare coinvolge cattura il pubblico, le parole di David passano dal cantato in pulito a questo growl di disperazione con questo solos ad eco tipico del blackgaze che diventa più ritmato man mano che la canzone prosegue ed esplode in una tempesta di sentimenti e rabbia. Come un cerchio della vita un viaggio che alla fine termina parlando in un dialogo con questa entità superiore “ Vieni da me lasciami sentire il tuo profumo. Ho aspettato troppo a lungo le mie ossa sono fragili e fragili. Prendi il mio cuore Ho sentito tutto ciò che restava da sentire. Prendi i miei occhi Ho visto tutto ciò che valeva la pena vedere. Prendi la mia maschera di legno dell’anima. Prendi le mie orecchie Ho sentito tutto ciò che valeva la pena sentire. Prendi la mia bocca Ho detto tutto ciò che valeva la pena dire. Prendi la mia maschera di legno dell’anima …per essere di nuovo libero.” Sembra che lo show sia finito loro escono ma è una finta sono stanchi e si vede, forse se le band che hanno suonato prima di loro erano un pò meno e si fossero esibiti prima avremmo gustato di qualche altro brano in più, ma chiude Eclipse, sempre dal loro capolavoro The Circle è stato praticamente saccheggiato e la cosa non ci è dispiaciuta bello l’ultimo album veramente ben fatto come gli altri ma questo è superlativo va nella categoria degli Oltre, non ha caso ha avuto una lavorazione di sei anni anche qui la perfezione ci travolge anche nelle parole a metà canzone ci deliziano anche con il doom death metal figlio di October TideLontano, verso un Lontano, verso un mondo azzurro dove spiriti dalle ali bianche si incontrano mentre le nuvole fluttuano e svaniscono sotto di loro e le stelle brillano ai loro piedi.

Tendono le mani in segno di benvenuto e ora, per un attimo mondi illimitati e spazio sconfinato e pianeti – sono tutti miei”. E proprio nella parte finale nell’ultima frase “they all are mine”, il suo cuore gronda di energia e la sentiamo anche noi nel suo urlo finale. Lo show finisce fra scrosci di applausi di gente soddisfatta e contenta, ripeto una band del genere meritava più ampio spazio è quel tipo di gruppo che va oltre al genere metal è un’altra categoria, ed anche mio figlio di 13 anni si è accorto di quanto sono bravi. La prima cosa che mi ha detto è che Golden Dust era una canzone meravigliosa, ed ha ragione basta leggere il suo testo. Un encomio sicuro per questi ragazzi parola Di Fabio Berserk una serata nella sua esecuzione finale con questa band di artisti che rimarrà a lungo negli annali del Traffic, problemi di chi non è venuto che è partito e si è guardato la Roma sono persone che guardano veramente alla pochezza che alle cose belle della vita.

P.S. Fortunatamente abbiamo fatto le foto prima perchè a fine show mentre uscivamo con Herik dal locale abbiamo incrociato i musicisti e David mi ha abbracciato dicendo che era stanco si sono parlati ed ho capito i’m very tired è stata un’ora piena di musica senza pochi fronzoli per questi artisti.

-SETLIST-
1. Twilight of The Machines
2. Heretoir
3. Graue Bauten
4. Golden Dust
5. Exhale
6. Wastelands
7. The Circle (Omega)
8. ( Encore) Eclipse

Eklatanz”David Conrad” – all instruments
Nathanael”Matthias” – bass, vocals (backing)
Max F.”Maximilian Forst” – guitars
Nils Groth – drums
Kevin Storm – guitars