Gjallarhorn’s Wrath

The Silver Key

Il quartetto Gjallarhorn’s Wrath ha pubblicato il full-length d’esordio chiamato “The Silver Key”, uscito per la Non Serviam Records. La proposta di questo quartetto internazionale (si sono formari a Barcellona ma con membri provenienti anche da Canada, Regno Unito e Polonia) si può descrivere come un mix di symphonic black metal e death metal con chitarre corpose e piene, ma che a tratti assumono i toni gelidi del black, una sezione ritmica con parti strepitanti, violente sfuriare e rallentamenti pieni di groove, una voce che spazia in tutto il repertorio estremo senza mai risultare chiassosa e delle tastiere che, nella loro maestosità, a tratti ricordano quelle dei più blasonati Dimmu Borgir nel periodo d’oro di “Death Cult Armageddon”.

Musicalmente parlando, in “The Silver Key” sono proprio le tastiere ad attirare la luce della ribalta, dominando il più delle volte nel gruppo con delle atmosfere molto cinematografiche, benché questo non precluda al fatto che quando c’è da spingere l’album riesca comunque a dire la propria senza compromessi. Un esempio è dato da una coppia di canzoni: “Fangs of Fate”, nella quale un groove martellante si alterna a delle schitarrate frenetiche con conseguenti rallentamenti solenni e quasi romantici che vengono coronati dalla voce femminile, e “Through the Gates of the Silver Key”, con una strumentale con un piglio trionfale e maligno, che offre una visione quasi arcigna della musica della band. Altre canzoni che spiccano sono “The Abysswalker”, nella quale si assiste a repentini cambi di mood e stili durante la canzone e “Mistletoe’s Secret”, che è portata al livello successivo grazie all’esecuzione perfetta.

In conclusione, “The Silver Key” è un buon album, con un’impostazione che può risultare piuttosto ortodossa e ben radicata in un symphonic black di “facile assimilazione”, ma che i Gjallarhorn’s Wrath hanno saputo rendere un po’ originale. “The Silver Key”, infatti, riesce a districarsi tra momenti più tranquilli ad altri più solenni e frenetici, senza per questo perdere in originalità e senza rendere l’album come una semplice colonna sonora da ascoltare mentre si è a qualche serata a tema dark fantasy et similia. Nell’attesa che il quartetto sforni qualche altro disco per capire se alzeranno l’asticella o meno, noi ascoltatori possiamo goderci questo album.

Chiara Coppola

 

At the Center of Infinity
Wiccan Wyrd
The Abysswalker
Mistletoe’s Secret
Fangs of Fate
Through the Gates of the Silver Key
Falcon of Darkness
With Souls Reborn
Pain Remains the Core of this World
A Silent Scream

Alex Caron – vocals
Arash – guitar
Lord Ashler – bass
Javi Iron – drums/keyboards