Giovanna Carone

Dolcissime Radici

Dell’Italia di certo non si può dire che non sia un paese ricco e vario, un paese in cui si può cercare la grande bellezza in ogni luogo. In questo caso l’aspetto culturale di cui ci occupiamo è quello in ambito musicale, che non manca di una certa e variopinta scelta artistica di cui possiamo usufruire.

Quindi tra il rock, il jazz, la musica leggera, ecc… non esiste nessuna scusa per non poter ascoltare musica. Si aggiunge quindi al nostro roster nazionale, Giovanna Carone la quale, insieme a Anna Cimenti, Sara Jane Ceccarelli e Pia Tuccitto, danno vita ad un universo tutto al femminile che valorizza grandemente la scena musicale italiana.

Ho fatto questo preambolo perché ho per le mani il disco di Giovanna Caronte un’artista che possiamo tranquillamente annoverare nell’ambiente jazz italiano. Tuttavia per questo lavoro che ci ha presentato, mi sento quasi di dire che per lei il jazz sia un qualcosa di “riduttivo” (ma non in senso negativo), non fosse altro per la varietà innegabile che inpermea il suo disco intitolato: “Dolcissime Radici”.

Giovanna Carone è una cantante di origine barese che si è formata attraverso la musica rinascimentale e barocca ma che in questo lavoro ha voluto cimentarsi in altri generi musicali come il jazz ed il cantautorato più puro del termine per il quale ha dovuto momentaneamente accantonare l’impostazione classica ma che invece le ha permesso di dirci quali sono le sue “Dolcissime Radici”.

Un disco da considerarsi come una sorta di crossover in un apparente contrasto tra vari generi apparentemente senza nessun tipo di collegamento fra loro quali il jazz, il pop, la musica leggera d’autore e la musica rinascimentale e barocca. Comunque Giovanna Carone non è nuova a queste commistioni perché si è già cimentata con successo creando un “improbabile” fusione tra la lingua Yiddish ed appunto il jazz, nei dischi Betàm Soul” e “Far Libe”realizzati insieme  al suo pianista Mirko Signorile.

Di certo non si può dire che la nostra cantante non manchi di originalità anche nel trovare il giusto compromesso fra generi così diversi tra loro. Una operazione per nulla semplice da realizzare e malgrado questa difficoltà il risultato che ne scaturisce è davvero encomiabile; soprattutto in certi pezzi con brani quale “Vezzosetta dalla chioma d’oro” dell’autore seicentesco Andrea Falconieri. Il contrasto è dato dall’uso del clavicembalo in un contesto jazzistico, su cui troneggia la voce della “nostra” Giovanna, che mette in mostra senza paura il suo talento. È vero tuttavia che in brani come “Di sole e d’azzurro”, della bravissima Giorgia, la sua interpretazione può risultare un poco spigolosa dovuta alla solida tecnica vocale di stampo antico. In brani come questo, per nulla semplice, è necessario un approccio vocale duttile in cui l’estenzione delle note non deve risultare spinta o troppo inglobata nei dettami della tecnica vocale classica.

In altre canzoni questa sorta di crossover funziona un po’ di più soprattutto in “Un giorno dopo l’altro” di Luigi Tenco; brano già arrangiato altre volte in chiave jazz. Come anche la cover della canzone di Max Gazzè “La leggenda di Cristalda e Pizzomunno” ha lo stesso buon risultato e di questo va dato il merito alla grandissima vocalità che la cantante barese padroneggia in maniera totale.

Una nota di merito voglio farla alla produzione che ha conferito al disco un’atmosfera pacata ed avvolgente valorizzando tutti gli strumenti nonché la voce di Giovanna Carone, elemento principale di questo lavoro che ben si amalgama con l’ensemble che l’accompagna.

Per concludere questa recensione voglio dire che sappiamo tutti che il jazz in generale non sia una musica compresa da tutti e “Dolcissime Radici” conferma questa mia considerazione. Ad ogni modo, se siete tra quelli che si lasciano incuriosire, ed amate l’originalità tout court, questo potrebbe essere un disco che fa al caso vostro. Se poi viene ascoltato in una serata, come a esempio quella natalizia, con le candele accese, la tavola imbandita per la festa e tanto calore, allora di certo non sarà un ascolto passivo e impersonale.

Non mi resta quindi che auguravi un buon ascolto e ancora auguri per le prossime festività.

Stefano Bonelli

Vezzosetta dalla chioma d’oro
Passione
Lamento di Apollo
Un paese vuol dire non essere soli
Giovine vaga
Un giorno dopo l’altro
Ecco la primavera
Fantasia – Se l’aura spira
Un anno d’amore
Di sole e d’azzurro
La leggenda di Cristalda e Pizzomunno

Giovanna Carone – voce
Vince Abbracciante – fisarmonica
Pippo D’Ambrosio – percussioni
Nando Di Modugno – chitarra classica ed elettrica
Leo Gadaleta – violino acustico ed elettrico, piano rhodes, chitarra classica, chitarra synth e chitarra portoghese, samples ed elettronica
Guido Morini – clavicembalo, pianoforte
Roberto Ottaviano – sax soprano
Mirko Signorile – pianoforte
Giorgio Vendola – contrabasso