GIANT THE VINE

A CHAIR AT THE BACKDOOR

Luminol Records pubblica l’entusiasmante secondo album del quartetto ligure. Un affresco strumentale malinconico ma anche graffiante, a cavallo tra progressive classico e post-rock, dai Gentle Giant ai Talk Talk

A Chair At The Backdoor: il ritorno dei Giant The Vine!

«A ripensarci oggi, Music for Empty Places è stato un po’ un azzardo… C’erano 12 brani scritti da Fabio Vrenna, c’era Fulvio Solari, che ha creduto nel progetto di un album strumentale, e c’era Daniele Riotti, che sentiva il bisogno di cimentarsi con un genere con cui non si era mai confrontato; tutto il resto è stato il caos. Il bassista è stato reclutato su YouTube e non ha mai suonato con il resto della band, amici e parenti hanno contribuito suonando il piano e le tastiere; e poi registrazioni in tempi, stagioni e ambienti differenti, attrezzature precarie, errori, tracce smarrite, guasti, e persino un pericoloso killer nella stanza accanto! Date queste premesse, l’album sorprende per il risultato finale ed i riscontri ottenuti. A Chair at the Backdoor, in un certo senso, è il primo lavoro dei Giant the Vine».
Più che un secondo album, un nuovo disco d’esordio: è così che i Giant The Vine presentano A Chair At The Backdoor. Un disco corale, al quale hanno partecipato collettivamente i quattro membri della band ligure, pubblicato da Luminol Records che si conferma ancora una volta la sede ideale per progetti che partono dal progressive e si connettono a influenze e sonorità contemporanee. Il quartetto propone un prog-rock strumentale, romantico ma anche graffiante, che arriva fino alle dimensioni sonore care al post-rock, con sette brani «provati, suonati, smontati e rimontati, arrangiati e modificati innumerevoli volte prima di arrivare ad una forma che ci soddisfacesse tutti e quattro. Lo consideriamo un disco “maturo”, complesso ma non ostico con il quale speriamo di conquistare un pubblico, seppure di nicchia».

Provenienti dal Levante ligure, i Giant The Vine nascono nel 2014 per volontà dei chitarristi Fulvio Solari e Fabio Vrenna. Il nome è un omaggio a due grandi influenze del gruppo, i Gentle Giant e i Genesis, il loro prog-rock si ispira sia ai giganti del passato, dai King Crimson agli Yes, sia a nomi degli ultimi anni come Mogwai, Secret Machines e Porcupine Tree, o agli stessi amatissimi Talk Talk. Nel 2019 debuttano con Lizard Records: il loro primo album si intitola Music For Empty Places ed è stato registrato con l’ingresso del batterista Daniele Riotti e del bassista Marco Fabricci. L’album è ottimamente accolto dalla critica internazionale ma la pandemia ferma i programmi del gruppo, al quale si è appena aggiunto il bassista Antonio Lo Piparo. Lo stop fa sì che il quartetto si dedichi alla composizione del secondo album, che esce nella primavera del 2023 con Luminol Records: si intitola A Chair at the Backdoor.

GIANT THE VINE bio:

Provenienti dal Levante ligure, i Giant The Vine nascono nel 2014 per volontà dei chitarristi Fulvio Solari e Fabio Vrenna. Il nome è un omaggio a due grandi influenze del gruppo, i Gentle Giant e i Genesis, il loro prog-rock si ispira sia ai giganti del passato, dai King Crimson agli Yes, sia a nomi degli ultimi anni come Mogwai, Secret Machines e Porcupine Tree.Nel 2019 debuttano con Lizard Records: il loro primo album si intitola Music For Empty Places ed è stato registrato con l’ingresso del batterista Daniele Riotti e del bassista Marco Fabricci. L’album è ottimamente accolto dalla critica internazionale ma la pandemia ferma i programmi del gruppo, al quale si è appena aggiunto il bassista Antonio Lo Piparo. Lo stop fa sì che il quartetto si dedichi alla composizione del secondo album, che esce nella primavera del 2023 con Luminol Records: si intitola A Chair at the Backdoor.

Tracklist:

  1. Protect Us from the Truth
  2. Glass
  3. The Potter’s Field
  4. Jellyfish Bowl
  5. The Heresiarch
  6. The Inner Circle
  7. A Chair at the Backdoor

Giant The Vine:

Fulvio Solari: chitarre
Fabio Vrenna: chitarre
Daniele Riotti: batteria
Antonio Lo Piparo: basso