Gaia Morelli
La natura delle cose
Anticipato dal singolo “Rumore”,esce Venerdì 12 Aprile l’album di Gaia Morelli ,piemontese di nascita, dal titolo “La natura delle cose”.
Il disco si è avvalso di un gruppo di lavoro che ha condiviso un flusso di idee, influenze e suggestioni che ha portato Gaia ad esprimersi con vivacità creativa molto personale ,che poi lei ha trasferito nei brani. Quest’ultimi, totalmente scritti di suo pugno, sono stati arrangiati insieme a Cali Low e impreziositi dal clarinetto basso di Enrico Gabrielli nel brano “Sento gli angeli”.La stessa Gaia ci riferisce di aver respirato ,tramite questo lavoro, aria di indipendenza artistica e di scelte di vita mai affrontate prima.I temi principali riguardano il passaggio ad una età adulta, una crescita che deve tener conto dell’importanza di rimanere se stessi e della sua difficoltà, senza farsi schiacciare dalla logica del risultato e dell’aspettativa che ne consegue.
“La natura delle cose” riflette immagini autentiche, trasparenti e lascia spazio all’errore e ai nostri limiti umani, cercando di accettare quello che siamo ora, in questo momento ,nonostante si sia spinti ad evolverci continuamente.Ad aprire l’album c’è la traccia dal titolo “Fine”: è particolare la scelta di questo nome come inizio di un album ,ma solo dopo l’ascolto riesci a capirne il suo significato.Una voce sommessa ,che esprime emozioni contrastanti, la percezione di una vita che cambia e ti porta a meditare sulla bellezza dell’esserci, a far pace con la mente, calmando le emozioni più forti fino a ritrovare un equilibrio e non sentire più niente.Anche la musica accompagna il sentimento con una chitarra e una crescita strumentale che a mano a mano portano ad un finale glorioso.Segue “Acqua”,brano spensierato e più veloce, che ripercorre il tempo della gioventù di Gaia, una gioventù imperfetta e particolare che risveglia i ricordi di cosa si prova ad essere ancora inconsapevoli ragazzini.
Pensieri si alternano in “Siamo stonati” e ricordano in lontananza la vita vissuta in famiglia, il concetto di quest’ultima, e la percezione della distanza ora che Gaia ha iniziato un cammino indipendente.Sono parole lasciate in spazi molto ampi, come a dargli il tempo della riflessione ,mentre le chitarre ricamano intorno alla voce un’atmosfera che crea sospensione fino alla fine, avvolta in una nebbia di sintetizzatori nostalgici.“Tutto il bene” affronta il tema della solitudine, parla di come ci si può sentire quando viene a mancare la presenza di una persona che è stata fonte di equilibrio.La melodia è accompagnata da chitarre distorte e metriche irregolari che danno il senso di come ci si può sentire persi senza questo riferimento prezioso.
La quinta traccia ,“Pausa” ,apre ad un brano strumentale dedicato ai musicisti che hanno accompagnato Gaia in questo viaggio musicale.I colori mantengono la stessa linea delle tracce precedenti, un tempo scandito fino alla fine.Dimostrazione dell’importanza della collaborazione tra musicisti e della nascita di una profonda amicizia. L’alternanza di immagini della realtà e il voler scappare nella propria creativa mappa mentale che ci porta lontano ,aprono il brano “Geografia”.E’ la via di fuga dall’infelicità che proviamo nella nostra vita o da sensazioni poco piacevoli e che ci fa immaginare mondi meravigliosi, dandoci un po’ di sollievo.Ma con “Rumore”,il singolo presentato come prima uscita, arriva la celebrazione e maledizione della sensibilità che strugge la cantautrice.Un sentire scomodo che fa rumore dentro e che lei cerca di sedare distraendosi con il mondo esterno, aspettando che arrivi il sereno.
“Lo spazio” inizia con un suono incalzante di martelletti ovattati del pianoforte e oggetti della casa usati come percussioni.Il testo è una riflessione sulla vita che sta sperimentando ora che vive in una casa nuova e cambiano le prospettive di vita.“Ti racconto” è un brano in cui Gaia esprime la voglia di fuggire dal suo paese natale per cercare altre occasioni più vicine al suo sentire e creare nuovi ricordi.E’ un continuo ripetere frasi che a mano a mano confermano la sua voglia di ricerca di un posto che le possa offrire più opportunità e al quale non sente più di appartenere.Con l’ultima traccia, “Sento gli Angeli”,si riapre il tema della crescita personale ma soprattutto c’è la consapevolezza che non si può essere sempre invincibili ,anzi, la propria evoluzione sta nell’accettare i nostri limiti e da questo ripartire molto più naturalmente, rispettando i propri tempi e le proprie fragilità.
Un album dai toni pacati della voce che denota sofferenza interiore nella ricerca del proprio spazio,ma che nello stesso tempo fa intravedere gli inizi di una crescita che spetta ad ognuno di noi.
Anna Cimenti