Franky Selector
Odeon
L’ascolto dell’album “Odeon” di Franky Selector è un’esperienza che sfida le etichette tradizionali, immergendoci in una varietà di suoni che sembrano sospesi tra passato e futuro. Questa nuova fatica discografica, distribuita dalla canadese “The Good People Records”, è un’opera di grande raffinatezza, un viaggio sonoro che mescola groove retrò, sperimentazioni elettroniche e suggestioni cinematografiche. Ma al di là della descrizione delle sue sonorità, “Odeon” è anche un testamento della bravura di Franky Selector, polistrumentista di origini canadesi ma con un bagaglio culturale che affonda le radici nelle sonorità del jazz, funk, musica brasiliana e chanson francese.La tracklist, composta da nove brani, si sviluppa come una sorta di sceneggiatura musicale dove ogni traccia rappresenta un capitolo distinto di un film immaginario. Un film che prende vita tra strumenti tradizionali e suoni elettronici, tra il calore dell’analogico e la precisione delle macchine programmabili.
“Au Delà de la Dernière Etoile”apre l’album con una delicatezza che cattura immediatamente l’ascoltatore, sospingendo l’immaginazione verso paesaggi lontani, tra atmosfere oniriche e cinematiche. La fisarmonica, che è uno dei protagonisti di “Odeon”, si fonde con sintetizzatori che disegnano paesaggi sonori ampi e avvolgenti. Si percepisce una grande cura nei dettagli: ogni suono è al suo posto, ogni pausa è ponderata con attenzione. È il preludio perfetto per un album che sembra parlare di viaggio e di esplorazione, tanto geografica quanto emotiva.Con “Take me with you”, il disco fa il suo primo vero scatto in avanti, introducendo una componente ritmica più marcata che stimola la danza. Qui il basso si fa protagonista, e il groove che ne nasce è seducente e irresistibile. La voce, che nel lavoro di Franky Selector è spesso utilizzata come strumento, è qui un altro elemento chiave. Non tanto per le parole, quanto per la sua funzione ritmica e melodica, che si fonde con gli strumenti come se fosse una tessera di un puzzle musicale in continua evoluzione.
Il brano successivo, “Con le mani senza paura”, ci fa entrare nel vivo del mix di tradizione e innovazione che caratterizza il disco. La melodia, leggera ma incisiva, è sostenuta da percussioni vivaci e da un contrabbasso che dà solidità alla struttura del brano. La sua atmosfera retro’ viene contrastata da un uso sapiente dei sintetizzatori, che introducono una sfumatura moderna alla traccia. Si sente l’influenza di generi come il jazz e il rare groove, ma con un approccio personale che distingue il suono di Franky Selector da quello dei suoi contemporanei.”Abalone Blue” è una delle tracce più affascinanti dell’album, capace di trasportare l’ascoltatore in un’altra dimensione. Il brano, con le sue sonorità lente e avvolgenti, si evolve lentamente, come un film che si sviluppa per sottrazione e che lascia spazio alla riflessione. L’introduzione del flauto e del sax aggiunge un tocco di eleganza e nostalgia, mentre il groove si fa sempre più profondo, e la tensione cresce senza mai raggiungere il culmine, mantenendo alta la curiosità.
“Hocus Pocus” ci riporta a territori più ritmici e frizzanti. Qui il gioco tra l’elettronica e gli strumenti acustici raggiunge il suo apice, con percussioni che si intrecciano in modo sorprendente con i sintetizzatori. È una traccia energica, ma allo stesso tempo mai troppo invadente, che riesce a mantenere una certa leggerezza pur essendo un pezzo di forte impatto.Con “Ci vediamo”, il disco cambia nuovamente direzione, introducendo una traccia dalle sonorità più sognanti, ma non meno avvolgenti. La sua melodia grintosa e a tratti sospesa è perfetta per un momento di introspezione, dove il contrasto tra il passato e il futuro è particolarmente palpabile. In questo brano, Franky Selector mostra la sua capacità di muoversi tra generi diversi, sempre mantenendo una coerenza stilistica che si fa strada attraverso le sue composizioni.
“Going places”, un brano che quasi ha il sapore di un manifesto dell’album, presenta il cuore pulsante di “Odeon”. Qui si uniscono groove funk, jazz e sonorità elettroniche in un modo che è tanto sofisticato quanto accessibile. Il contrabbasso e la chitarra, che si alternano a momenti più elettronici, creano una tensione interessante che si risolve in un’energia positiva e contagiosa.
Il reprise di “Take me with you” arriva come un richiamo del brano precedente, ma rivisitato in modo più intimo e riflessivo. È il momento in cui l’ascoltatore viene ricondotto all’essenza del viaggio, ma con uno sguardo più consapevole e profondo.La conclusione di Odeon è affidata a “A Madrugada”, una traccia che riporta l’album in un territorio sospeso, dove le atmosfere brasiliane incontrano il jazz e l’elettronica. È un brano che sembra chiudere il cerchio, come un saluto che lascia aperta la possibilità di un nuovo viaggio. La fusione di strumenti tradizionali e sintetici trova il suo equilibrio in un brano che, pur essendo l’ultimo, non suona mai come una conclusione definitiva, ma piuttosto come una preparazione per un nuovo inizio.
In conclusione, “Odeon” è un disco che non solo racconta una storia, ma invita l’ascoltatore a parteciparvi, a viverla. Franky Selector dimostra ancora una volta di essere un artista capace di fondere passato e futuro, analogico e digitale, in un’opera che è tanto riflessiva quanto coinvolgente. Con un uso sapiente degli strumenti e una produzione impeccabile, “Odeon” è un album che si ascolta con attenzione, ma che regala anche quella sensazione di leggerezza che solo la buona musica sa dare.
Anna Cimenti