Francesco Di Bella
Acqua Santa
Il nuovo album di Francesco Di Bella, napoletano, si intitola Acqua Santa.E’un disco che va oltre la musica: è un atto di fede, un invito a riflettere sull’amore in tutte le sue sfumature, dai momenti di bellezza pura e quieta a quelli di conflitto e difficoltà. A distanza di sette anni dal suo ultimo lavoro solista, O’ Diavolo (2018), l’artista non solo ci regala un’opera matura, ma anche una visione profondamente personale e, al contempo, universale. Un disco che non si limita a trattare l’amore in modo scontato o retorico, ma lo affronta come un gesto che abbatte le barriere dell’egoismo e che può davvero unire le persone, in un’epoca segnata dall’individualismo.Francesco Di Bella, già noto per il suo lavoro con i 24 Grana, ha saputo coniugare negli anni la sua anima di rocker con quella di cantautore, dando vita a un percorso artistico che non smette mai di evolversi. Acqua Santa segna un passaggio importante, rappresentando l’altra faccia di O’ Diavolo, dove, se prima si esploravano le tensioni e le divisioni, ora si celebra ciò che unisce. In un mondo che sembra essere sempre più diviso, l’amore diventa il collante che tiene insieme ciò che è sfilacciato e ciò che sembra irrimediabilmente perduto.
L’amore, nel disco, non è visto come un semplice sentimento o un concetto idealizzato. Francesco Di Bella lo descrive come un atto di sacrificio e di impegno quotidiano, che non si limita alla passione di un momento, ma è una costante ricerca di equilibrio, una convivenza difficile ma necessaria. L’amore “vero”, quello che fa crescere e che, a volte, ci mette alla prova, è il protagonista delle otto tracce che compongono Acqua Santa che,come già suggerisce il titolo, è un album che esplora la profondità emotiva attraverso la musica.La produzione, curata da Marco Giudici, disegna sonorità delicate e intime, che rendono ogni traccia una piccola riflessione sonica. Le influenze di artisti come The National, Kevin Morby e Andy Shauf sono evidenti nel sound di “Acqua Santa”, che mescola un’atmosfera morbida e rarefatta con momenti più incisivi e riflessivi. La strumentazione è ridotta all’essenziale – piano verticale, rhodes, sax e archi – ma ogni elemento contribuisce a creare una tessitura musicale che esalta la voce di Francesco, facendo spazio alla poesia delle sue parole.
La delicatezza della musica non è mai banale: ogni canzone ha il potere di trasportare l’ascoltatore in un paesaggio emotivo, che va dalla calma della bonaccia alla violenza di una tempesta. Le melodie morbide non solo accarezzano l’orecchio, ma evocano immagini, emozioni, stati d’animo che si intrecciano con il significato profondo dei testi.Un altro punto di forza dell’album è la qualità delle collaborazioni: Alice, del collettivo Thru Collected, impreziosisce l’album con la sua partecipazione in Che ‘a fa?, dove la sua voce eterea e coinvolgente si fonde perfettamente con quella di Francesco, creando una sinergia che è al tempo stesso intima e potente. Altra collaborazione di rilievo è quella con Colapesce in Stella che brucia, dove il duo affronta insieme le difficoltà dell’amore, mettendo in scena una performance vocale e musicale di grande impatto.
Acqua Santa non è solo un album d’amore, ma anche un disco profondamente politico. Francesco Di Bella, come sempre, si fa portavoce di valori che sembrano essere stati dimenticati dalla società contemporanea:
l’importanza della condivisione, del sacrificio, della cooperazione. L’amore che il disco celebra non è solo quello tra due persone, ma anche quello che può unire una comunità, un popolo, un’intera umanità. Il messaggio politico del disco è chiaro: solo un grande sforzo comune può salvare il mondo dalle guerre e dalla catastrofe ambientale. In un’epoca in cui prevalgono l’individualismo e l’indifferenza, ci ricorda che l’amore, in tutte le sue forme, è l’unica risposta possibile alle sfide globali.L’album si apre con Che ‘a fa?, in cui Francesco e Alice dipingono su una tela sonora frenetica il sogno di un amore puro e sincero, che sia per una persona o per la loro Napoli, una città al tempo stesso crudele e delicata, affascinante e bugiarda. Menamme ‘e mmane racconta invece di un’armonia ritrovata, del rimboccarsi le maniche e risolvere insieme i problemi, del ritrovare una rotta serena e condivisa dopo ogni burrasca.
Quella burrasca che viene raccontata con Colapesce in Stella che brucia, in cui si svela il lato più tagliente del vero amore, il momento in cui viene messo alla prova dalle difficoltà della vita, della convivenza, dei nostri egoismi. Il veleno della routine che rischia di sfinire una relazione è il tema anche di Canzoni . Ma, come canta N’ata luna, se l’amore è vero, e forte, e puro, allora ritrovare la serenità è possibile, ed è fonte d’ispirazione. Allora è possibile sentirne la mancanza, voler ritrovare il calore di casa dopo aver passeggiato tra ricordi e strade sconosciute, come racconta Miez ‘a via. Senza Parlà invece è un elogio del silenzio, perché a volte le parole servono solamente per nascondere errori e sentimenti. Infine, quasi come un inno religioso, la traccia che dà il nome all’album, Acqua Santa: questo è l’amore, fonte di vita e di valori che sgorga dalla sorgente più naturale, l’anima.
E’ un disco che segna una maturità artistica e umana per Francesco Di Bella. La sua capacità di parlare di temi universali come l’amore con una sincerità disarmante lo rende un autore sempre più rilevante nel panorama musicale italiano. Non c’è spazio per la banalità o per il luogo comune: l’amore, nel disco, è una forza che trasforma e che unisce, ma anche una sfida, una battaglia che si combatte ogni giorno.Di Bella non solo racconta l’amore, ma lo celebra come un atto di fede che va al di là di ogni retorica.
Un disco che, come il mare che abbraccia Napoli, sa essere profondo e leggero al tempo stesso, capace di entrare nell’anima e rimanere lì, come un eco che non smette mai di risuonare.
Anna Cimenti