Farabutti
Tutta questa calma
Se dovessimo dire quattro parole per definire questa giovane ed arzilla band potremmo che in fin dei conti basta solamente imbracciare gli strumenti mettere insieme un gruppo di amici e cominciare a suonare tanto per divertirsi. Non conta nemmeno saper cantare perché tanto chi vuole fare del rock non deve essere per forza intonato perché diciamocelo il modo di cantare di Andrea Pulga e Mauro Pulga che siano parenti (boh non è dato sapere) somiglia più a due urlatori e non di quelli che andavano di moda negli anni 60, no no qui è da considerare l’insieme che a ben sentire funziona anche perché se devi dire al mondo le tue cose usando il rock non è che le puoi sussurrare devi invece urlare e non importa poi se farai delle stonature importante è quello che hai da dire.Non importanti poi se non sai fare le cose di Steve Vai (tanto per dire un nome a caso) conta che quello che fai stia bene sia con le parole che con la musica.
Che forse i Farabutti siano dei cantastorie vere ? cioè che narrano delle cose della vita e di persone che preferiscono creare mode per parlare di argomenti inutili come i Terrapiattisti o come l’opener abbonamento dove dicono una cosa vera nel senso che basta un abbonamento per avere l’infinito.Tra l’altro la band dei Farabutti non ha fatto nemmeno troppa strada per registrare questo dischetto perché essendo di Ferrara non hanno dovuto far altro che bussare alla porta della ferrarese (R)esisto e farsi fare questo debutto che possiamo definire un buon album e per essere un debutto la band ha dimostrato di saperci fare malgrado la deficitarietà di cui abbiamo accennato.
In tutto questo marasma musicale l’etichetta ferrarese ci ha consegnato un disco con un suono veramente realizzato.Poi ci sono alcuni elementi che dobbiamo considerare non di poco conto ovvero la durata perfetta del disco che arriva a dieci canzoni ed il songwriting delle stesse che arriva dritto dritto allo scopo che è quello principale quello del divertimento e perchè no anche di alzarsi dalla sedia e cominciare a scatenarci in un ballo furioso senza nemmeno saper ballare perché quello che conta è il divertimento.
Però una cosa la voglio dire forse l’ho anche accennata ma tant’è in pratica malgrado tutto questo casino molto ben moderato la band ha creato un disco dal suono vario mischiando la musica “analogica” con dell’elettronica non troppo invadente perché quello che esce fuori sono le chitarre a volte con i loro riff taglienti come nel caso di Ammut. Conclude il disco Semplice forse la canzone più seria melodicamente dove la voce segue all’unisono la chitarra per quello che mi riguarda è la canzone più bella almeno per me.
In chiusura Tutta questa calma è una sana ventata d’aria fresca auguri ai questi Farabutti di non perdere l’entusiamo che li contraddistingue man mano che vanno avanti.
Stefano Bonelli