Epica

Aspiral

E di nuovo gli olandesi toccano l’oro dell’ispirazione pubblicando un nono capitolo della loro epopea, con una cantante che è ancora una “Regina”, e un songwriting senza pecche. Gli Epica rimangono il più grande gruppo sinfonico della storia metal, inattaccabili e degni dell’olimpo. Se le dimensioni sonore di Rhapsody e Nightwish non hanno attualmente la capacità di eguagliare se stessi, per Simone Simones e compagni l’altezza ideativa è sempre lì, tra le aeree effusioni che fiammeggiano con spirito divino. Forse solo gli italici Apocalypse Fleshgod possono oggi farsi sotto, ma non sembra possano neanche loro spodestare gli Epica dal primo posto del genere Symphonic. Stavolta non ci sono suite lunghe, ma l’opera funziona comunque egregiamente.‘CROSS THE DIVIDE’ è il pezzo più leggero pur nella sua cadenzata ossessione ritmica, ed è costruita per essere accentata e ballata espressamente al modo dei Nightwish, ma è un ottima accattivante partenza, e naviga appunto per muoversi sulla scia dinamica di senso dance.

Questo loro lato rock più accattivante non è affatto commerciale e funziona con intelligenza, inserendo anche una sfaccettatura meno prevedibile del gruppo. Naturamente La versione classica degli Epica più sinfonici c’è, e si esprime in quattro tracce bellissime quali sono ‘ARCANA’, davvero un grande pezzo enfatico, poi a seguire la raffinata semi-scura ‘DARKNESS DIES IN LIGHT’ che blandisce l’ascoltatore con cori virili sotto la magnifica ugola lirica della singer, intramezzando sferraglianti accelerazioni, e portandosi strumentalmente con classe, unico fra i pezzi presenti, dalle parti del progressive-style; e ancora ‘METANOIA’ dalla fulgida melodia, che permette di aprire una finestra rarefatta di estremo senso emozionale, e qui c’è anche il miglior momento growl. Per finire la cifra epica ecco ‘THE GRAND SAGA OF EXISTENCE’ dove un ritmo scorrevole sorregge l’essenza suadente dell’insieme; mescola afflati tradizionali della band a respiri alla Nightwish, ma senza perdere nulla in bellezza, del resto i Nightwish sono sempre un ottimo esempio a cui fare riferimento, avendo anch’essi insegnato come si inventa e si gestisce questo nobile genere.

Nonostante la voce sontuosamente dolce e delicata, La cattiveria dalla carica metallica si accende in due episodi che sono la lineare ‘FIGHT TO SURVIVE’, con la sua sezione centrale corposamente rovente, e la rutilante ‘EYE OF THE STORM’, forse la miglior song del lotto, con una riffica superazzeccatissima che porta alla zona solista, entrambe imponendosi per la forte caratterialità, e che aggiungono ognuna un assolo fluidamente tagliente per aumentarne il pathos elettrico. Considerare minori la più introspettiva ‘Obsidian Heart’, la operistica ‘T.I.M.E.’ e la middle-time ‘Apparition’ è una blasfemia, essendo essi solo leggermente “meno”, che poi è mera questione di gusti. In realtà esse sarebbero le migliori canzoni per tante altre realtà del panorama metal.

Purtroppo il brano soft realizzato in questo album, compito lasciato alla title-track, non è all’altezza di ‘Rivers’ in ‘Omega’, infatti ‘Aspiral’, per quanto altrettanto soave, è troppo semplicistica come linea melodia, inserisce un parlato non essenziale alla musica (certamente utile al testo), e il finale è troppo noiosamente prolungato, effettuato per dare l’effetto di grandeur finale senza però riuscire nell’intento; per la conclusione dell’ascolto, è andata molto meglio in altre occasioni.

Dopo il terzetto compositivo ottenuto nel periodo che va dal 2012 al 2016, con tre album apice della loro maestosità artistica, non era possibile andare oltre. Il voto di ognuno i quei tre lavori è un dieci e lode, e non si può pretendere ogni volta la perfezione. Ma questo disco è migliore del pur bellissimo precedente ‘Omega’ (2021), poiché la band non riesce proprio ad abbassare il proprio livello creativo. Simones è sempre da brividi e l’attenzione posta al songwriting permette di soddisfare l’ascoltatore sia dal punto di vista della varietà che dell’emozione. Eppure non è musica troppo difficile, anzi, stavolta è probabilmente meno difficile del solito. Ma anche in questo i nostri musicisti escono vittoriosi dall’arena.
Roberto Sky Latini

Cross the Divide
Arcana
Darkness dies in Light – A new Age Dawns Part VII
Obsidian Heart
Fight to survive – The Overview Effect
Metanois – A New Age Dawns Part VIII
T.I.M.E.
Apparition
Eye of the Storm
The Grand Saga of Existence – A new Age Dawns Part IX
Aspiral

Simone Simones – vocals
Mark jansen – vocals / rhytmic guitar
Arien Van Weesenbeek – vocals /drums
Issac delahaye – guitars
Coen Janssen – keyboards
Rob Van Der Loo – bass