Report a cura di Giacomo Cerutti
EMPEROR + MAYHEM + NECROMASS @ Alcatraz (MI) – 18-12-2022
Questa sera sull’Alcatraz si erge maestoso il vessillo del black metal, un evento di tale importanza non si verificava da tantissimo tempo, la Vertigo Hard Sounds ha riunito sullo stesso palco due icone del black metal norvegese, che stanno intraprendendo un tour da co-headliner stiamo parlando dei leggendari MAYHEM assieme ai mitici EMPEROR, questi ultimi non toccavano il suolo italiano da ben venticinque anni.
Per il popolo blackster non è solo un concerto ma un vero e proprio richiamo al quale risponde numeroso, come di consueto i fans più accaniti arrivano alla venue molto presto, l’affluenza aumenta con l’avvicinarsi dell’ora d’apertura, formando fuori dal locale una lunga coda e non appena aprono i cancelli scatta la corsa alla transenna. L’evento prevedeva che in apertura suonassero i SELVANS, progetto di Luca del re (ex Draugr) che purtroppo hanno dovuto disdire per altro impegno inderogabile, di conseguenza hanno dato inizio alla serata i loro successori NECROMASS.
NECROMASS
Per i nostri NECROMASS nati nel 1992 a Firenze, è un grande onore condividere il palco con due mostri sacri del balck metal, la loro entrata in scena è preceduta da una sinistra filastrocca e quando prendono posizione l’accoglienza è calorosa. Senza indugi partono con Sodomatic Orgy of Hate tratta dal primo disco Mysteria Mystica Zofiriana, proseguendo poi con pezzi tratti dai loro tre dischi dimostrando al pubblico di che pasta è fatto il loro black metal, riff di chitarra e basso taglienti creano una ritmica cruenta, ma a seconda dell’andamento delle canzoni viene stemperata da parti melodiche o accelerata da sfreccianti assoli. La ritmica è ben sostenuta dalle tenaci parti di batteria, infine il frontman Ain Soph Aour, oltre alle corde del basso raschia le corde vocali con un growl grezzo e graffiante, fortunatamente è l’unica cosa che si sente bene dato che la batteria e la chitarra risultano basse, inoltre il loro tastierista praticamente fa solo presenza in quanto il suo suono è inesistente. I nostri procedono diretti senza pause lungo il set, che per l’assenza dei SELVANS hanno potuto prolungare, come ogni volta che li ho visti il loro impegno e passione sono stati costanti, purtroppo i suoni fatti male li hanno penalizzati impedendo di apprezzare al meglio l’esibizione, ciò nonostante ottengono un riscontro positivo sino alla conclusiva Sadomasochist Tallow Doll.
Setlist Necromass:
Intro
Sodomatic Orgy of Hate
Black Mass Intuition (Atto I:Intriobo Ad Aetare, Atto 2: Silver Reign)
The Bornless One
(An Animal) Forever
Vibrations Of Burning Splendour
Fair of Blasphemy
Mysteria Mystica Zothyriana 666
Sadomasochist Tallow Doll
Line-up Necromass:
Ain Soph Aour – vocals / bass
Nachzerehrmara – guitar
J.C. Kerioth – guitar
Black Wizard – drums/keyboardist – (live)
MAYHEM
Dopo questo calcio d’inizio il numeroso pubblico è in fermento per l’arrivo dei primi co-headliner, i MAYHEM pionieri del black metal stanno per varcare la soglia e sul palco calano le tenebre, parte un intro che crea tensione mentre si sollevano urla concitate, che aumentano quando sull’imponente batteria prende posizione Hellhammer, seguito dai compagni che irrompono con Falsified and Hated investendo i fans con un micidiale muro di suono, dando inizio ad uno show diviso in tre atti. Nel primo atto Attila e compagni traggono pezzi prevalentemente dall’ultimo disco Daemon del 2019 e all’ultimo singolo Voces Ab Alta del 2021, dimostrando che la loro vena creativa è ancora piena di malvagità, le pesanti vicissitudini che hanno reso celebre la loro storia e i vari cambi di line-up, non hanno scalfitto il loro sound devastante che sfocia dai loro strumenti come lava incandescente. Teloch e Ghul spremono le sei corde sferrando ritmiche assassine, mentre il malefico Necrobutcher unico pilastro originale dal 1984 ribalta le nostre viscere con dirompenti linee di basso, mentre dall’alto della pedana Hellhammer si dimostra un martello pneumatico dalla precisione chirurgica, messi assieme sono come i componenti di un carro armato alla cui guida abbiamo l’indemoniato Attila, vestito da sacerdote incappucciato con un lugubre face painting e uno scettro fatto di ossa, la sua presenza scenica aggiunge un tocco di tenebrosa teatralità, sprigionando un growl grezzo e maligno tenendo in pugno l’intera folla. L’entusiasmo dei fans divampa sfociando nel moshpit e questo è solo l’inizio! Alla fine del primo atto i norvegesi si ritirano accompagnati da urla concitate, l’Alcatraz piomba nel buio con un sinistro sottofondo musicale, ma a un tratto una gelida luce blu illumina il palco dove di sfondo appare la Cattedrale di Nidaros, scelta dalla band come copertina della pietra miliare De Mysteriis Dom Sathanas sul quale si concentra il secondo atto del live, dalla platea si sollevano urla mentre la macchina del tempo ci riporta al 1994. Rientrando in scena indossando il saio irrompono con la celebre Freezing Moon mandando i fans in delirio, che aumenterà sotto la costante potenza del diabolico sound che incide come uno schiacciasassi, dal disco estraggono ancora tre pezzi e con Buried by Time and Dust, concludendo questo distruttivo salto temporale per la gioia dei fans in particolare i veterani old school. Sempre più acclamati tornano dietro le quinte preparandosi per l’ultima parte di questo micidiale trittico, il palco si tinge di rosso e parte l’intro Silvester Anfang è il preludio del ritorno agli esordi con i primi demo Deathcrush e Pure Fucking Armageddon di fine anni ‘80, sempre più carichi i tornano all’attacco con gli ultimi quattro pezzi che si rivelano delle esplosioni, la folla è in totale balìa delle ritmiche insanguinate e batteria terremotante, quel sound grezzo e violento che ti scarnifica nel profondo dalla prima all’ultima nota. C’è poco da aggiungere! I MAYHEM con questa tecnica della divisione dello show in tre atti, sono riusciti a far salire esponenzialmente l’entusiasmo, spianando la strada ai tanto attesi co-headliner e catalizzando con grande tenacia la folla che ripaga il loro impegno con rumorose urla, applausi e cori.
Setlist Mayhem:
Atto I:
Falsified and Hated
To Daimonion
Malum
Bad Blood
My Death
Symbols of Bloodswords
Voces Ab Alta
Atto II:
Freezing Moon
Pagan Fears
Life Eternal
Buried by Time and Dust
Atto III:
Intro Silvester Anfang
Deathcrush
Chainsaw Gutsfuck
Carnage
Pure Fucking Armageddon
Line Up Mayhem
Attila Csihar – vocals
Teloch – guitar
Ghul – guitar
Necrobutcher – bass
Hellhammer – drums
EMPEROR
Dopo un’esibizione di tale calibro il cambio palco è fondamentale non solo per preparare al meglio l’ultimo live, ma anche per permettere al pubblico di riaccumulare le energie necessarie, per acclamare come merita chi dovrà chiudere la serata. Durante la preparazione l’attesa sembra interminabile, ma improvvisamente un membro della crew sale sul palco annunciando l’arrivo della band, rimarcando giustamente il fatto che non suonavano in Italia da venticinque anni, inutile dire che la risposta dei fans è assordante e dopo una breve intro ecco apparire i mitici EMPEROR, che travolgono la folla con In the Wordless Chamber unico pezzo tratto dall’ultimo quarto disco Promeheus – The Discipline Of Fire And Demise.
Da qui in poi sarà un susseguirsi di legnate estratte soprattutto dai primi due lavori In The Nightside Eclipse e Anthems To The Welkin At Dusk, sparate a raffica da Ihsahn e compagni che dimostrando coesione tra loro, tengono testa al pubblico sempre più affamato intento a gustarsi avidamente ogni singola nota, di questo tripudio di ritmiche affilate come ghigliottine, scagliate senza pietà dalla temibile accoppiata Ihsahn e Samoth senza far mancare la componente melodica, mentre Trym Torson picchia su piatti e pelli generando scosse telluriche, il tutto amalgamato dalle viscerali linee di basso sferrate da Secthdamon (session musician) e le parti melodiche ad opera del tastierista Jorgen Munkeby (session musician), ovviamente a completare questo terrificante sound è sempre Ihsahn con il suo growl perforante. The Loss and Curse of Reverence, Curse You All Men! e The Majesty of the Nightsky sono solo alcuni dei pezzi proposti, la cui violenza si propaga inesorabile nella platea dove si forma del moshpit e qualche tentativo di Crowd surfing, dalla nascita nel 1991 gli EMPEROR hanno sempre tenuto alto il loro nome e dopo questa lunghissima assenza dall’Italia, ogni pezzo è ripagato con enfasi e i cori d’incitamento in loro onore partono spontanei.
Con Inno A Satana i nostri concludono lo show ritirandosi per una pausa, senza far attendere troppo i fans tornano alla carica l’ultima doppietta composta da Cosmic Keys to My Creations & Times seguita da Ye Entrancemperium, con le quali danno ai fans il colpo di grazia terminando una performance di altissimo livello, che ha totalmente ripagato la loro lunga assenza e sperando di non dover attendere a lungo il loro ritorno, sommersi da rumorosi applausi e cori gli EMPEROR possono congedarsi trionfalmente.
Questa sera l’Alcatraz si è trasformato nel tempio del black metal la cui fiamma ha brillato maestosa, complimenti ai nostri NECROMASS che hanno pienamente assolto il compito di aprire la serata, riguardo i co-headliner MAYHEM / EMPEROR è difficile trovare gli aggettivi perché sono stati delle inarrestabili macchine da guerra, che senza fare prigionieri hanno asfaltato tutto e tutti dando ai famelici fans degli show granitici che solo dei maestri come loro sono in grado di fare. Alla prossima!
Setlist Emperor:
In the Wordless Chamber
Thus Spake the Nightspirit
Ensorcelled by Khaos
The Loss and Curse of Reverence
The Acclamation of Bonds
With Strength I Burn
Curse You All Men!
Towards the Pantheon
The Majesty of the Nightsky
I Am the Black Wizards
Inno a Satana
Encore:
Cosmic Keys to My Creations & Times
Ye Entrancemperium
Line Up Emperor:
Ihsahn – vocals/guitar
Samoth – guitar
Trym Torson – drums
Secthdamon – bass – keyboards (live)