EASTER DISASTER FEST 2022
Slaughter Club – Paderno Dugnano (MI) – 17-04-2022
(a cura di Giacomo Cerutti)
Allo Slaughter Club è diventata una tradizione celebrare le sante festività con un evento di musica non propriamente cattolica, oggi per il giorno di Pasqua niente scorpacciate di uova di cioccolato, niente abbuffate di conigli o capretti, l’intenzione dello staff è far prendere ai metallari un’indigestione di metal estremo, per questo ha raccolto una serie di band rigorosamente italiane da fare tremare il locale per placare la nostra ingordigia.
IN-SIGHT
L’arduo compito di rompere il silenzio spetta agli IN-SIGHT, che entrano in scena di fronte ad una platea ancora spoglia ma per nulla intimoriti, partono con “Black Opera” dando subito una scossa grazie alla potenza del loro death metal. Canzone dopo canzone riff devastanti e assoli di filo spinato procedono come un cingolato, seguite da violente linee di basso e martellanti parti di batteria, mentre al comando vocale abbiamo una coppia di scatenati frontman, il cui growl profondo e gutturale completa la pesantezza del sound. Dalla nascita nel 1996 l’unico membro originale nonché il motore è il batterista, dopo vari cambi nel corso degli anni hanno raggiunto la stabilità nel 2020, sul palco dimostrando una forte coesione riuscendo a trametterla al pubblico, che risponde positivamente a ogni pezzo. La band ha all’attivo quattro dischi ma avendo poco tempo a disposizione, hanno deciso di puntare tutto sui primi due “Infection Of Mind” e “Endorsed By Hate”, i cui pezzi si sono rivelati dei pugni nello stomaco che hanno riscosso buon successo, il pubblico già aumentato ricambia con copiosi applausi gli sforzi della band che si è dimostrata un opener devastante.
IMAGO MORTIS
Dopo questa spinta iniziale è il momento degli IMAGO MORTIS, trio di Bergamo che alza il vessillo del black metal, preceduti dall’intro tingono di nero il palco sulle note di “Al Passo Con L’Eresiarca” tratta dal quarto nuovo disco “Ossa Mortuorum E Monumentis Ressurrectura” uscito del 2020. Dalla nascita nel 1994 hanno al seguito una buona schiera di fans, che cantano ogni pezzo facilitati dalla scelta del leader Abibial di cantare in italiano, il suo growl tetro e cavernoso fa da padrone e le sue robuste corde vocali, s’intrecciano con le viscerali linee di basso che a loro volta si addensano nelle gelide sonorità di chitarra, i cui riff passano da ritmi frenetici a più tenui ma sempre cupi e pesanti, infine le distruttive parti di batteria sostengono la ritmica in base ai tempi. La presenza scenica è praticamente nulla ma probabilmente è una scelta voluta di rimanere nelle proprie postazioni, in compenso la loro potenza che nonostante i vari cambi di formazione non si è mai attenuata, dilaga nel locale penetrando nei timpani del pubblico, che acclama sia i pezzi nuovi sia i vecchi come la conclusiva “1330”. Gli IMAGO MORTIS hanno dato un’ulteriore spinta alla serata e raccogliendo meritati applausi possono lasciare degnamente il palco alla band successiva.
Dopo queste due prime legnate si cambia registro con l’arrivo dei BLACK OATH, nati a Milano nel 2006 che esordiscono con “Growth Of A Star Within” tratta dal primo disco “The Third Aeon”, il ritmo cala bruscamente e l’atmosfera s’incupisce, il pubblico sempre più numeroso a seconda dei pezzi è accarezzato da sinistri arpeggi alternati a riff dai tempi medio-lunghi e malinconici, il tutto addensato da torbide linee di basso e accompagnato da una batteria altalenante.
Il loro sound doom metal dove talvolta spuntano assoli e piccole accelerazioni, si sposa perfettamente alle parti vocali pulite dal timbro mite ma purtroppo penalizzate dal riverbero. Dal nuovo quinto disco “Emeth Truth Death” fresco di pubblicazione estraggono solo “Serpent Of Balaam”, dato l’ampia durata dei pezzi ne bastano otto per colmare il set che si conclude con “Another Mourning”. Questa esibizione si può definire un intermezzo che ha calmato gli animi, le canzoni sono state ben eseguite e gli applausi non sono mai mancati, i BLACK OATH possono lasciare il palco a testa alta.
La serata procede con i NOCTURNAL DEPRESSION band black metal nata in Francia nata nel 2004, che dopo alcuni rimaneggiamenti nella formazione attualmente è composta da italiani tranne Lord lokhraed. Durante l’intro prendono posizione dopodiché irrompono con “Tides Of Despair”, title track e unico pezzo tratto dall’ultimo disco pubblicato nel 2019, con la quale si erge un agghiacciante muro di suono composto da ritmiche affilate come lame, potenziate da ruvidissime linee di basso e una tempesta di piatti e pelli.
Tutto ciò si protrarrà per tutta l’esibizione tenuta saldamente dal frontman Lord lokhraed, la cui gola sprigiona un growl tenebroso e ci tengo a sottolineare la sua bravura come chitarrista avendo solo due dita alla mano sinistra a causa di una malformazione, inoltre ha una buona interazione col pubblico. Vista la lunga durata dei pezzi per loro è impossibile toccare l’intera discografia, quindi danno giustamente spazio al nuovo EP “When My Time Has Come” pubblicato quest’anno, come penultimo pezzo eseguono “Her Ghosts haunts These Walls”, unico brano lento che abbatte il muro del suono costruito finora, dalle cui macerie nasce l’ultima cannonata “Dead Children” con la quale terminano un’esibizione granitica, soddisfacendo pienamente il numeroso pubblico che acclama e applaude copiosamente.
Siamo quasi alla fine del festival e l’entusiasmo continua a crescere, soprattutto ora che stanno per calcare il palco i capostipiti del black-death-thrash italiano, direttamente da Genova i micidiali NECRODEATH s’impossessano della scena suscitando gran clamore, l’inossidabile Flegias incita il pubblico chiedendo “Siete pronti a scatenare un vero e proprio inferno?”, ricevendo un boato come risposta attaccano con “Inferno” investendo la platea. Il pezzo è tratto dall’ultimo EP “Neraka” del 2020, ovviamente non poteva mancare il nuovo singolo “Transformer Treatment”, I nostri sono in gran forma e fanno esplodere bombe come “The Creature”, “Mater Tenebrarum” e “Choose Your Death”, fomentando i fans grazie alla loro dinamica presenza scenica e potenza sonora.
Pier è una mitragliatrice di riff e assoli fulminanti, le dure vibrazioni di GL al basso ti smuovono le viscere, la ritmica è trainata dal motore propulsore Peso che dalla nascita della band nel 1985, martella incessantemente su piatti e pelli senza pietà, nell’insieme generano un vortice black-death-thrash che risucchia ogni singolo spettatore, tenuto stretto dalle roventi corde vocali di Flegias che scaturiscono una voce maligna e corrosiva, inoltre con il suo carisma domina la scena. Sul palco sono una vera macchina da guerra e stasera per l’occasione, hanno chiamato sul palco a suonare una canzone l’ex bassista Killer Bob. Ogni pezzo è ricambiato da forti applausi e si sollevano cori d’incitamento, sino alla conclusiva “Flame Of Malignance” che segna la fine di un’esibizione distruttiva e senza compromessi, come sempre i NECRODEATH si sono rivelati una garanzia aprendo un varco per i tanto attesi healiner.
Dopo questa ennesima mazzata il numeroso pubblico è pronto per il gran finale, se le band precedenti hanno fatto brillare la fiamma nera del black metal, con l’arrivo della band di punta diventerà un vero e proprio incendio, quando parte l’intro “Black Candle” calano le tenebre sul palco ed ecco apparire i MORTUARY DRAPE, che prendono posizione capitanati dal mastodontico Wildness Perversion armato di leggio.
Dalla platea in fermento si sollevano forti urla che vengono spezzate dal nuovo singolo “All In One Night”, dopodiché concentreranno il live soprattutto sul vecchio repertorio traendo perle di pura malvagità come “Obsessed By Necromancy”, “Necromancer”, “Moon”, “Larve” e “Mortuary Drape” giusto per citarne alcune tra le tante. Un tuffo nel passato per i fans veterani esaltati dal riassaporare quelle malefiche sonorità grezze, scaturite dalla band che come un tritacarne macina un pezzo dopo l’altro, le corde delle chitarre formano una spirale di riff e assoli insanguinati, mentre piatti e pelli vengono torturati senza sosta, le linee di basso sedimentano la ritmica spiccando per il suono pulito che aggiunge al sound un tono sinistro, il frontman Wildness Perversion colonna portante della band dal 1986, con un growl che sembra provenire dall’oltretomba lacera i nostri timpani.
I nostri procedono come un carro armato rendendo l’atmosfera incandescente tra urla, headbanging e qualche pogata del pubblico in delirio, il massacro continua inesorabile fino alla doppietta “Primordial” e “Vengeange From Beyond”, che determina la fine della prima parte dello show, ma non temete perché i nostri sacerdoti del male dopo una breve pausa tornano alla ribalta, acclamati dal pubblico estraggono una vera chicca ovvero “Nightmare Be Thy Name”, cover dei mitici Mercyful Fate contenuta nel nuovo EP “Wisdom – Vibration – Repent” fresco di pubblicazione, infine come colpo di grazia ci scaraventano addosso “Madness”. I MORTUARY DRAPE hanno letteralmente ribaltato il locale soddisfacendo appieno la nostra fame di metal estremo, raccogliendo meritate urla e applausi salutano i fans calando orgogliosamente il sipario sull’EASTER DISASTER FEST.
L’edizione 2022 dell’EASTER DISASTER FEST si è rivelata un gran successo sotto ogni aspetto, vasto pubblico con spettatori che sono giunti anche dall’estero, tutte le band hanno sudato sangue dalla prima all’ultima nota, dando al pubblico grandi performance e tenendo alto l’onore del metallo italiano, per questo si meritano sinceri complimenti. Un immenso ringraziamento a tutto lo staff dello Slaughter Club, per l’impegno e dedizione nel mettere in piedi un fantastico evento di tale portata, sperando che si possa ripetere tutti gli anni. Alla prossima!