Dobermann

Shaken to the core

Erano davvero diversi anni che non incrociavo i Dobermann dal vivo ma, quando meno te l’aspetti, eccoli qua non molto distanti da casa, al mitico Drunk in public, quindi. Arrivo poco prima del concerto, loro sono ancora nel camerino, il tempo di prendere una birra, sbirciare il merchandise e accaparrarmi il loro ultimo Shaken to the core, che Paul Del Bello ci accoglie al microfono. La formazione è il più classico dei power trio con Paul Del Bello voce e basso, Valerio Ricciardi alla chitarra e cori, Antonio Burzotta batteria e cori, con tutte le implicazioni del caso: rendere a pieno strumentalmente tutti i “core” delle canzoni non è esattamente la più agevole delle cose.

E’ qui che scopri di che pasta sono fatti i Dobermann: più di duemilacinquecento concerti e sette album vogliono pur dire qualcosa. La scaletta contiene, oltre a vecchi brani, la maggior parte delle canzoni del nuovo disco intitolato “Shaken to the core”. Il disco si apre con la title track davvero energica e piena di particolari, nessun passaggio è lasciato al caso e ogni accordo è davvero impreziosito ed arrangiato in maniera tutt’altro che banale. Stiff upper lip ha la medesima cura, nei cori ruffiani e negli arrangiamenti della chitarra, della precedente Staring at the black road; gli assoli, e questo vale per tutti i brani, sono davvero stuzzicanti e denotano una ricchezza di fraseggi e di maturità stilistica da parte di Valerio. Dropping like flies riporta il tempo su valori di tachimetro più elevati, impreziosito dall’incedere di Antonio, e dai cori sempre perfetti, un po’ a la Stone Temple Pilots. Per non parlare del centro del brano dove esce la vena prog dei tre di Torino. Rolling with the times, un po’ funky ricorda il mood americano anni ’90 (quasi Infectious grooves) complici da un lato l’effetto di chitarra durante il chorus ed il cowbell per batteria dall’altro.

Talk to dust si apre con un bell’arpeggio folk, che sostiene la strofa, ma il ritornello è tipicamente ormai Dobermann style. Il piccolo solo armonizzato quasi A.Smith traghetta alla seconda strofa ed al ritornello, poi si respira aria di casa con il solo di basso che davvero canta l’anima di Paul, in questo brano, a cui non poteva che rispondere lo stiloso Valerio ed il ritornello finale. Segue Summer Devil che ci incalza con un beat inizialmente disco di quelli che fan rima con summer, per sfogare in un chorus da salti sul posto e braccia alzate. La dinamica si abbassa inizialmente per permettere un fraseggio melodico del solo di Valerio e poi ripartire sul beat incalzante. Gran break che arricchisce e allunga il brano. C’è spazio anche per i cori e l’intervento del pubblico. Davvero il pezzo più complesso del disco. Rocksteady con una gran timbrica funky di basso ed una apertura di voci sul ritornello che spacca e che mi fa di nuovo tornare a sonorità di fine secolo scorso. Stupenda l’entrata di Valerio prima del secondo ritornello, con armonici stile ZakkWylde. Per i soli non torniamo più sull’argomento: “rockamente” perfetti. Un piccolo incipit blues degli albori invece mi inganna, perché poi a seguire è lo shuffle velocissimo Run for shade, con un Antonio in grande spolvero: la finale è un must che però non vi svelo: dovete cercarla e ascoltarla, per capire. Last man standing ovvero un killer piano, suonato dal produttore del disco Alessandro Del Vecchio che ha davvero lavorato in maniera superlativa traendo tutti i punti di forza di questo trio, e tanto riverbero a dare un carattere etereo alla voce di Paul. Davvero un disco che mi ha positivamente stupito, davvero Shaken to the core, questo dei Dobermann, perché ricco di elementi rock ben amalgamati e ben miscelati; un disco che esalta tutte le qualità artistiche e tecniche di questo trio di Torino che, a mio avviso, merita davvero molto.

The Anonymous Reviewer

Wild Mondays Music
www.dobermannweb.net

Shaken To The Core
Staring At The Black Road
Stiff Upper Lip
Dropping Like Flies
Over The Top
Talk To The Dust
Rolling With The Times
Summer Devil
Rock Steady
Run For Shade
Last Man Standing

Paul Del Bello – vocals and bass
Valerio Ricciardi – guitar and backing vocals
Antonio Burzotta – drums and backin vocals