Die Entweihung
Kings & Pawns
Decimo capitolo per la band israeliana Die Entweihung con il disco King & Pawns.In realtà parliamo di una seconda edizione dell’album (originariamente pubblicato all’inizio del 2021), ma nel 2024 è stata rimasterizzata da Yuri “DarkDevil” Babeshko, donando una migliore qualità ai suoni e ravvivando la precedente edizione, senza dimenticarsi di mantenere la sua ruvidezza originale.Al disco hanno partecipato numerosi ospiti, tra cui troviamo i cantanti Alexander Ivanov (dei Jinx), Alena “Dark Zero” (dei Nocturnal Pestilence) e il bassista Anton Shirl (dei Tales of Darknord).Le tematiche del disco mantengono le consuete linee guida dei lavori precedenti, ovvero le vicissitudini dell’uomo verso il mondo che lo circonda.
Musicalmente possiamo inquadrare il gruppo in un heavy metal oscuro che sconfina in un black metal per ciò che concerne le parti vocali e le atmosfere.In realtà le sfumature di questo disco, man mano che si procede con l’ascolto, si moltiplicano a vista d’occhio.La base di partenza è un heavy metal vagamente maideniano, con le voce che abbraccia un growl tipicamente black metal e atmosfere oscure che richiamano mondi occulti e dark alla Black Sabbath.Il disco mantiene un senso ritmico convincente e una capacità di coinvolgimento davvero notevole, amalgamando vari generi e parti melodiche davvero interessanti.La chitarra svolge il compito di arricchire la componente melodica con soluzioni che spaziano verso illimitati confini.Abbiamo le già citate cavalcate heavy, sezioni vicino al thrash metal e le sinuose melodie arabeggianti che donano una notevole personalità alla componente melodica.
La ritmica procede imperterrita senza particolari stravolgimenti, ma supportando egregiamente tutta la costruzione musicale di quest’opera.La presenza di due cover con una reinterpretazione del grande classico “Working class hero” e con il tributo alla black metal band Der Gerwelt con “ Sons of the moon and fire”, non sono fortunatamente i classici riempitivi, ma danno un valore aggiunto a tutto il disco, risultando estremamente efficaci.Un disco che pesca un po’ dal metal in generale, in particolar modo da quello old school anni settanta/ottanta, facendone un prodotto davvero personale e per certi versi fresco, che sa coinvolgere pienamente l’ascoltatore.In un’ ambientazione oscura si insinuano i classici dell’heavy metal, le grida fredde del black metal, con ricche melodie multiformi che donano epicità a tutto il disco.
Molte idee e un notevole spirito creativo ci donano un album che sicuramente merita particolare attenzione.
Daniele Giudici