Dead Lucky

Sons of Lazarus

Sudafricani con buoni riff e dall’attitudine giusta. Ma qualcosa li tiene frenati e freddini. I brani forse avrebbero bisogno di maggior fiamma. Comunque siamo dentro un feeling dinamico e che farebbe saltare a livello live.

La title-track è leggerina a dispetto della voce e dei riff che sembrerebbero corposi; un filler. “Live fast, Die Last” è originalità zero. Diversa la riuscita di “KING OF THE UNDERWORLD” che colpisce nel segno e che rimane la migliore traccia dell’album. Bella anche la più diretta “PROWLER” che ruba un giretto di chitarra ai Metallica. Poi divertente la tirata “FAVOURITE KINDA WOMEN”, molto Heavy’n’Roll. Cercare l’orecchiabilità con la pur rockeggiante “Woman of the night”, che non sarebbe male come idea, non riesce a sollevare il destino di un album che non lascia grandi emozioni. C’è anche spazio di blues con “The End of  a Day”, anch’essa con buoni input, ma non ci si solleva mai davvero da terra.

Si può sentire la presenza dei Cult, e anche un modo di essere punk che andrebbe valorizzato; inoltre inserti motorhediani posti ovunque che ne salvano l’essenza. Assoli essenziali e sintetici, voglia di Rock’n’Roll. Solo quattro brani su undici superano i 4 minuti a testimonianza dell’atteggiamento rock più basilare (“A Pause for the Fallen” non è una canzone ma un parlato brevissimo di 10 secondi). Purtroppo è carne al fuoco non sempre cotta bene, forse l’arrangiamento andava pompato di più e serviva una interpretazione un po’ più cattivella. L’ugola leggermente afona è interessante ma non spinge. In effetti è strana l’efficacia del cantato che alterna prove mosce a prove più tese. La prima cosa a cui paragonare questa opera, che mi viene in mente, è l’album dei primi Motorhead “On Parole”, che era stato registrato nel 1975 (pubblicato molto più tardi), prima dell’esordio ufficiale; cioè brani non del tutto soddisfacenti che non rendevano giustizia alla carica dinamica della band. Ecco, sembra che i Sons Of Lazarus siano privi di vero mordente e che serva più convinzione. Quasi tutti gli episodi in realtà sono costruiti bene, ma è come andare a scuola: il professore sa spiegare la materia di chimica, ma non è lui lo scienziato. Insomma, in questo disco manca la chimica della passione. Nel loro sito si cita la dinamite, ma io non ho sentito il botto.

Roberto Sky Latini

Dr. Music Records
www.deadlucky.co.za

Sons of Lazarus
King of the Underworld
Prowler
Live fast, Die last
Our Prayer
Favourite kinda Women
Sin City
Woman of the Night
The end of the Day
Slow dance with a Devil
A Pause for the fallen
Immortals

Kyle Lucky – vocals
Alex Krause – guitars
Chris Bornman –guitars
Chris Thunder – bass
Jean Labuschagne – drums