-DAL PROFONDO…..-

A cura di Fabio Berserk

“L’ipnosi non è sonno, né rilassamento, né quando il soggetto non è in grado di capire ciò che sta succedendo. Al contrario l’ipnosi è attenzione! Il soggetto in ipnosi focalizza la sua attenzione sulle parole che l’ipnotista pronuncia o sulle cose che l’ipnotista vuole che focalizzi.”(Davide Saggese)

Con questa breve introduzione, che è la sensazione di concentrazione mista a viaggio uditivo che mi ha dato l’ascolto delle due band in questione, ci andiamo  poi a focalizzare su questa serata atipica almeno per me come genere, ma che mi ha dato anche grosse soddisfazioni. Un plauso va alla Hardstaff Booking Agency che ha saputo portare nella città eterna, due band Americane la Prima gli Helms Alee di Seattle e la seconda i Russian Circle provenienti da Chicago, Illinois. infatti cosa che mi ha colpito in maniera forte è il variegato pubblico presente composto da giovani e gente anche avanti con l’età, ma erano più che altro persone che volevano gustarsi lo show come una mostra d’arte, educate e non invasive, partecipavano ma senza strafare, con quell’atmosfera nineteen-seventies se possiamo dire fascinosa e surreale.

-HELMS ALEE-

Gli Helms Alee aprono la serata fra rosse luci soffuse, band che ha all’attivo una succosa discografia di sei album cinque ep e un demo.La loro performance è incentrata con la proposizione dei brani degli album dal secondo Weatherhead fino al  loro ultimo lavoro del 2022 “Keep this be the way”, tradotto in “continua così” non voglio azzardare ma sembra quasi un ammonimento profetico  all’uomo in generis per il disastro che stiamo vivendo odiernamente con questo ritorno ai conflitti bellici come a giudicare l’uomo che vuole rovinare natura e sensazioni per avidità ed altro. Le undici tracce proposte scorrono via ed avviluppano in questi suoni seventies di noise/sludge/grunge simili ai Neurosis ma per me superiori il ruolo di vocalist si alterna fra la batterista  Hozoji Matheson-Margullis veramente degna di una performance magistrale, non ho mai visto suonare così bene la batteria ed allo stesso tempo cantare senza sbagliare nulla, precisa, chirurgica e la bassista Dana James in unica parola imperiosa, padrona dello strumento e del palco ma in alcune song ha cantato anche il chitarrista Ben Werrelen che ci ha deliziato con un brano Pretty As Pie tratto dal secondo album Weathered uno degli apici del loro show e beat up da Noctiluca album dai sensi claustrofobici ma soprattutto ascoltate i fraseggi con la chitarra di questa song. Il miglior brano dello show è Slow Beef canzone estratta da Sleepwalking Sailor già dagli accordi e gli echi di chitarra fino ad esplodere all’incedere con la voce della batterista è come un viaggio negli abissi del mare, la copertina dell’album rende veramente l’idea di questo senso d’ignoto e meraviglioso che si accingono a mostrarci nel campo sonoro. A chiusura del loro show uno scroscio sonoro di applausi a decretare il compiacimento del pubblico presente purtroppo non troppo numeroso. Veramente bravi.

-Russian Circles-

Ultima e seconda band a salire sul palco i Russian Circle. Band dedita ad un post Metal/Rock strumentale con nove album all’attivo e due ep. Dal vivo pescheranno brani dall’ultimo lavoro Blood Year uscito nel 2019 anche questo quasi un titolo profetico per il periodo che stiamo vivendo e dai loro altri lavori tranne gli album Geneva ed Enter ed i due ep. Una band che indubbiamente ha dato prova in questi nove brani di una performance cupa ed incisiva con sonorità dallo shoegaze alla The Angelic Process o Alcest come in Defict, Afrika (no toto relation N.D.R.), Quartered e Arluck a parti post Metal/Rock nei brani 309, Sinaia, Vorei, Youngblood.

Migliori brani dello Show Sinaia una spanna sopra a tutti protagonista il basso elettrico con un mood veramente coinvolgente e la chitarra che non avvolge il brano con richiami alle parti più blackgaze dai 6:20 minuti in su e Deficit con i suoi solos con gli echi che aprono un varco dimensionale nella mente dell’ascoltatore.da pelle d’oca le parti più cupe dai 5:00 in su. Tutto lo show si è assestato a dei livelli altissimi e la platea con l’andare del tempo sempre più gremita lo ha solo che confermato.

Chiude lo show il brano Young Blood fra lo stupore e la contentezza del pubblico dove ci sono echi dei Tool ma con qualcosa di molto più raffinato credo che Mike Sullivan veramente uno dei migliori chitarristi sulla piazza (parola di Fabio Berserk lui è veramente qualcuno che può insegnare i segreti per diventare un Guitar Hero), raffinato, pulito e mai invadente nei suoni,ma incisivo e potente quando serve. Uno show chiuso in un lungo applauso che decreta la vittoria dell’arte grazie ad HardStaff Booking Agency che ha permesso un evento di tale caratura. Da 5:00 minuti in su fino alla fine del brano solo sensazioni che non si possono descrivere per l’orecchio, in poche parole come andare a letto con una bella donna che si ama e dai tutto te stesso.

Setlist HELMS ALEE

See Sights Smell Smells
Keep This Be the Way
Beat Up
Slow Beef
Andromenous
Pretty As Pie
Tripping Up the Stairs
Do Not Expose to the Burning Sun
Lay Waste, Child
Untoxicated
Galloping Mind Fuk

Band Members:
Dana James: bass guitar – voice
Hozoji Matheson Margullis – drumskit  voice
Ben Werellen –  guitar voice

Setlist Russian Circle:

Arluck
Afrika
Harper Lewis
Quartered
Deficit
309
Sinaia
Vorel
Youngblood

Band Members:

Mike Sullivan – guitar
Dave Turncrantz – Drums
Brian Cook – bass