Dakota Whiteside
Desolate Tomb
L’americano Dakota Whiteside è il mastermind e l’esecutore di tutti gli strumenti nonchè del cantato dei Desolate Tomb.
Il genere suonato è un deathcore molto incline allo slamming,bello,suonato bene registrato e prodotto meglio (da lui stesso nei suoi home studios),con un sound terremotante ed una bella batteria programmata che spazia tra tempi extralow,blastbeats e parti di doppia cassa velocissime.Le influenze di Dying Fetus e Cattle Decapitation trovano piacevolmente posto in questo lavoro,basta ascoltare la title track che apre l’album per capire subito che Dakota è ben cosciente della sua idea di musica brutale,diretta intensa e tecnicamente concepita al massimo della brutalità.Come dicevo “Scorned by misery” è il primo pezzo di un album che non dà un attimo di respiro,riffs granitici e ritmiche da montagne russe vi assaliranno immediatamente facendovi scapocciare fin dai primi secondi,deliziandovi anche di una qualità sonora da applauso;”The hands that mar” è anche più blackened deathcore con le sue melodie plettratissime e annichilenti,veramente niente male,con una parte finale in cui albeggia una ritmica rallentata supportata da una doppia cassa brutale in pieno stile Suffocation.“Writhing in the bowels of hell” continua la tornata blackened come anche “All is dust” anche se quest’ultima risulta ancora più opprimente complice una melodia malatissima di sottofondo che rende il tutto molto molto alienante,comunque il livello di brutalità rimane alto ed anche qui l’alternanza di ritmi ora slam ora più veloci e d’assalto rendono questa composizione molto valida e coinvolgente (maledetti americani eheheh).
Proseguo l’ascolto con “Tormented by the succubus”,pezzo più death metal dei precedenti ma di ottima fattura e con delle partiture di chitarra invidiabili e che in pratica non si fermano mai,devastante.Dopo aver ascoltato questi primi 5 pezzi devo dire che questa release sta risultando veramente ben architettata,con tutti i suoni al loro posto,ben mixata ed i featurings di Jon Davenport in “Scorned by misery“,Robert Manzone in “Writhing in the bowels of hell”,Matthew Manara e Sam Dishington(Separatist) in “All is dust” e Jaden Pruitt(Squelching) in “Yearning maw of persecution”,risultano non solo azzeccate ma un valore aggiunto di tutto rispetto;così dopo la terremotante “Spitting nails” arrivo appunto a “Yearning maw of persecution“,pezzo prettamente death slam devastante che vi spettinerà al limite dell’estirpazione dei capelli,pesante da fare paura ai migliori del genere.”Trail of tears” è il penultimo di questa carneficina,pezzo particolare che inizia con una sorta di intro che sembra una ballata tribale africana che affonda poi in mezzo a una colata di cemento che toglie il fiato fino alla fine ,anche questa arricchita da una melodia malsana che rende il tutto asfissiante e claustrofobico;così “The suffering fields” capitola questo viaggio di morte e sofferenza,slamming death metal che meglio non si può tra ritmi slow e blastbeat spiazzanti che al terzo minuto mette la parola “fine” a questo album con una parte composta da una ritmica lenta ed inesorabile colorata dal rosso sangue di una melodia semplicissima ma di grande effetto,una chiusura più che adeguata di una release che mi ha sbalordito più che mai.
Che dire? il sig. Whiteside,con questa sua seconda uscita discografica dimostra in pieno sia le sue capacità compositive dettate da una attitudine distruttiva,sia il suo saperci fare con la registrazione/produzione “homemade“(che per una one man band non è poco),che porta inevitabilmente a pensare che il futuro non può che donargli soddisfazioni e longevità;se mai decidesse di concretizzare e tirar su una band vera e propria con tutti gli elementi necessari,preparatevi ad un vero massacro,perchè siamo di fronte ad una creatura minacciosa che dal vivo risulterà una vera bomba ad orologeria,intanto aspettiamo e godiamoci questo dischetto,ottimo lavoro.Fortemente consigliato agli appassionati del genere ed agli addetti ai lavori.Enjoy!!!
Giuseppe Musso