Crystal Spiders

Metanoia

Uscita dalla band chiamata Lightining Born, Leath è una musicista che arriva al terzo full-lenght con questa nuova opera heavy stoner di qualità, non originale nella sua impostazione ma piuttosto personale dal punto di vista vocale, non insomma da parte dei riff che ricalcano invece l’hard classico. Il gruppo è americano e però il suo ambiente appare molto britannico nel senso che molto deve alle elucubrazioni dei Black Sabbath che furono. Le sfumature doom americaneggianti ci sono ma solo in misura limitata.Il doom di stile sabbathiano che ‘TORCH’ produce è un ottimo pezzo avvolgente sia nella parte più cadenzata, sia in quella rallentata e l’atmosfera densa acquista un feeling roccioso che ci trasporta verso quell’hard rock dal corpo antico ma sempre funzionante. Con ‘BLUE DEATH’ si percorre una strada stoner-doom polverosa ma di stampo magico da sacerdotessa che esige attenzione costante, con la voce che sinuosa marca un territorio di attraente malìa. Con ‘IGNITE’ si tocca il tasto della NWOBHM essendo esso il brano più heavy con quella espressività vintage che si colloca bene nel periodo tra il 1978 e il 1983.

Per quanto piacevole, la trama grossa e lenta di ‘Time Travel’ usa un rifframa alla Iommi troppo canonico, dal forte odore di deja vù. Molto meglio, per un brano lento, il pachidermico ‘MASLOW’, pieno di pathos incombente e psichedelico, che compone una suite di quasi otto minuti, compreso un assolo sporco ma efficace; qui la voce non appare perfetta ma adeguatissima al ruolo, proprio per la sua essenza quasi live. La sostanza contenuta in questo album è piuttosto pregnante, se ‘Time Travel’ è leggermente una specie di plagio, le altre canzoni non sono filler e tengono alto il livello compositivo. Vale un bel voto anche la lunga ‘OS’ sebbene nel finale la voce insistita diventi leggermente fastidiosa perdendo fascino e affievolendo il mordente.

Le vocalizzazioni della cantante sono talvolta in linea con quelle che Ozzy esternava decenni fa, ma in altri momenti esse virano verso uno stile personalizzato che ricorda il canto sacrale di singer più vicine ai giorni nostri. Spesso l’ugola non utilizza dosi massicce di aggressività, ma in diversi momenti alza il tono e le sue corde vocali diventano acide e graffianti, leggermente roche. L’anima possiede feeling caldo, e la costruzione della struttura è ben finalizzata. E’ puro spirito rock che non accetta compromessi commerciali, evitando refrain orecchiabili da ripetere. I cori sono interessanti, non strafanno ma rendono migliori i passaggi sonori. Non mancano parti soliste sostenute che ricordano le volute acri degli anni settanta.  Il basso prende la sua bella presenza riuscendo con la batteria a creare un substrato di carattere, una muscolare forza coi piedi piantati solidamente a terra. Nei pezzi più dark si legge una certa epicità ed una buona enfasi in grado di mantenere viva la fruizione. Nell’insieme è un viaggio con diverse caratteristiche umorali, anche se la zona oscura tende parzialmente a prevalere senza però mai farsi depressiva. C’è una minore effervescenza rispetto ai lavori precedenti, però mai tristezza o malinconia, tutto permane nella scia di una accattivante vibrazione.

Roberto Sky Latini

Torche
Blue Death
Ignite
Time Travel
Maslow
21
OS

Brenna Leath – vocals / bass
Reid Rogers – guitar
Aaron Willis – drums