Chapel of samhain
Black onyx cave
Portoghesi e semplicemente dediti al culto dei morti:se siete maniaci di Asphyx,Obituary,Unleashed e Possessed,è vostro dovere fare vostro questo disco.
Non conoscendoli e soprattutto non riuscendo a recapitare alcuna informazione circa il background di questa band,presumo che questo “Black onyx cave” sia il disco di esordio di questo duo(?),marcescente,oscuro e dalle atmosfere sulfuree,death metal nel vero senso dei termini. Una piccola perla nera underground che farà sorridere di piacere molti deathsters(visto che sembra di rivivere i primi anni ’90),composta di 6 pezzi uno più evocativo dell’altro per un totale di 33 minuti,prodotto non al massimo delle possibilità(ed è anche più che giusto così)che richiamano molto il modus compositivo ma soprattutto il sound e lo spirito delle bands sopra citate.Potrei benissimo chiudere qui la recensione ma il mio “boss” mi licenzierebbe senza giusta causa,per cui vi faccio una analisi un pò più approfondita (ma giusto un pò eh!?) per evitarmi la tagliola eheheh…Lo scricchiolìo di un cappio che penzola da un ramo di un albero è ciò che si sente all’inizio dell’album e più precisamente di “Charnel“,opener di un disco perfetto per chi abita all’interno di un cimitero,pezzo diretto e dinamico,cantato disperatamente dal profondo di una cripta colma di ossa,sembra quasi di ascoltare qualcosa di simile agli Asphyx dei primi anni.
Pezzo di grande effetto lo è anche “Flesh” con il suo doom da marcia funebre iniziale che mi catapulta definitivamente all’interno della cripta da cui proviene questa voce che si ricorda le caratteristiche vocali di papà Martin Van Drunen,anche questo assemblat bene,zuppo di malvagità e disperazione come solo i maestri del genere sanno fare.Così arrivo alla furia cieca di “Pale“,un vento gelido di morte,veloce e spietato con riffoni da paura smorzato soltanto dall’incedere funereo di “Delirium” farcito da una parte di tastiere annichilente e con tanto di tocco di campane che rendono perfettamente l’idea decadente del modo di concepire musiche dei nostri,un pezzo lento e avvolto dai fuochi fatui,una vera e propria colonna sonora di un film horror in bianco e nero,fantastici.
Il disco in questione scorre via piacevolmente e già sono arrivato a “Portal”,il pezzo forse più evocativo ed atmosferico,il più lungo di tutti coi suoi 7 minuti,dove le tastiere malate iniziali ti anneriscono l’anima aprendo per una parte doom subito successiva arricchita anche di un coro maschile perfettamente a tema che si ripropone verso la fine di una composizione che, tra tempi a rullante e “tupatupa” classici del genere,confermano ulteriormente la grande ispirazione dei C.o.s..La nevrotica ed oscura “Ether” chiude questa release con un pezzo che macina dall’inizio alla fine senza mai abbassare la guardia,monolitico e coerente,come il resto dei pezzi dell’album d’altrode,chiudendo estattamente con lo stesso scricchiolìo del cappio del pezzo di apetura,come se si volesse esprimere un sentimento di dolore e rassegnazione senza fine.Sono veramente copiaciuto da questo ascolto,consiglio vivamente l’acquisto di questo disco,testimone del fatto che i grandi padri del death metal old school hanno trasmesso veramente tanto a questi ragazzi al punto di plasmarli in un genere che negli anni d’oro ha fatto vittime e proseliti in tutto il mondo,e adesso so anche che tra queste vittime ci sono questi Chapel of samhain,una band ispirata,talentuosa e che sa benissimo dove mettere le mani quando si parla di underground.Enjoy.
Giuseppe Musso