Ceneri

Come ortiche nel cemento

Ci sono dischi che si ascoltano con le orecchie, e dischi che si ascoltano con la pelle. “come ortiche nel cemento”, il nuovo EP di Ceneri, appartiene decisamente alla seconda categoria: è un lavoro che sfiora, punge, graffia dolcemente. Un’opera che non cerca di nascondere il lato più fragile delle emozioni, ma anzi lo mette al centro, lo illumina, gli dà lo spazio giusto, come fa la natura quando trova il modo di germogliare anche dove tutto sembra ostile: tra l’asfalto, nelle crepe invisibili del cemento.A un anno di distanza dall’album d’esordio “Forma Liquida”, la cantautrice friulana Irene Ciol, in arte Ceneri, firma un EP che prosegue il percorso emotivo e sonoro aperto negli ultimi mesi, completando un mosaico di riflessioni interiori che comincia a delineare con precisione la sua identità artistica. “come ortiche nel cemento” è, prima di tutto, una raccolta di istantanee: fotografie emotive che legano paesaggi, visioni, dettagli quotidiani a stati d’animo profondi, come se ogni immagine fosse la porta d’accesso a un ricordo, a una paura, a un desiderio non ancora del tutto afferrato.

L’EP è costruito come un diario segreto, un luogo sicuro dove ammettere a se stessi ciò che spesso, nella vita esterna, si preferisce evitare. La fragilità non è un difetto da correggere, ma una lente attraverso cui guardare il mondo: una lente che può confondere, certo, ma che può anche far vedere dettagli che altrimenti sfuggirebbero. Ceneri affronta questo tema con la delicatezza di chi ha imparato a convivere con la propria vulnerabilità, senza però trasformarla in una forma di autocommiserazione. La sua è una fragilità combattiva, che non rinuncia alla dolcezza ma nemmeno all’onestà.L’immagine delle ortiche che crescono nel cemento è una metafora potentissima del percorso che attraversa tutto l’EP: la natura che resiste, che si insinua negli spazi più duri, che fiorisce anche dove non dovrebbe. Una metafora che racconta anche il suo rapporto con Milano, la grande città che l’ha accolta ma che spesso diventa un luogo di confronto costante con sé stessa, con il proprio ritmo, con i limiti e le aspirazioni. Lì dove la città tende a omologare, Ceneri sceglie di affermare le proprie imperfezioni, i propri bordi, le proprie ferite.

Dal punto di vista musicale, “come ortiche nel cemento” conferma il tono morbido e delicato che Ceneri ha già iniziato a esplorare in “Forma Liquida”, ma lo arricchisce di nuovi contrasti.Le atmosfere sospese e impalpabili convivono con momenti più netti, più luminosi, dove la produzione si apre e permette alle emozioni di diventare quasi tattili. Il risultato è un equilibrio sottile, mai forzato: una scrittura che si muove tra sussurri e confessioni, sostenuta da arrangiamenti che sembrano sempre in dialogo con la voce, mai sovrastanti.L’EP si apre con “se ti sapessi”, un brano che è un abbraccio sonoro: la voce di Irene è avvolta da un tappeto musicale che sembra volerla sorreggere nei momenti stessi in cui si confessa. La produzione è morbida, quasi come una risacca che alla fine del brano, anche letteralmente, arriva a lenire, pur non cancellando, il dolore evocato. È un’apertura perfetta per l’EP: un invito dolce e diretto a entrare nel suo mondo emotivo.

Segue “ragnatela”, già pubblicato come singolo. Il titolo non è casuale: la canzone ha la consistenza di un tessuto fragile e resistente allo stesso tempo. Qui si sente il rapporto complesso tra Ceneri e la scrittura: una fonte di soddisfazione e nutrimento, ma anche un luogo in cui il silenzio rischia di diventare soffocante. La voce sfiora quasi il parlato nei momenti più intimi, mentre la produzione costruisce attorno una trama sonora che restituisce perfettamente la sensazione di essere intrappolati nelle proprie stesse aspettative.Il terzo brano, “ortiche (feat. Piccolo)”, è una delle sorprese dell’EP. Il dialogo con Piccolo ,voce delicata dei Bnkr44 ,aggiunge una profondità ulteriore al pezzo, che si sviluppa su un pianoforte essenziale, quasi minimalista. È un momento di sospensione pura: due voci che si sfiorano, che non cercano di coprirsi ma di completarsi. I pensieri ingombranti trovano un momento di respiro, un modo per non diventare schiaccianti.

“quasi allimprovviso”, altro tassello già noto del percorso dell’artista, cambia passo. Le ritmiche si fanno più decise, la produzione più definita. Il tema dell’ingresso prepotente nell’età adulta, prende forma in un brano che racconta la confusione, il distacco e la necessità di reinventarsi. È uno dei pezzi più nitidi e diretti dell’EP, e forse anche uno dei più generazionali.Con sale si torna a un’intimità più marcata. Una chitarra arpeggiata apre il brano e ci introduce a un viaggio di immagini visive: paesaggi interiori che diventano ferite, scorci che bruciano come fa il sale sulla pelle. Ma proprio come il sale, il brano è anche curativo: c’è un sollievo nel concedersi di guardare il dolore senza paura, nell’accettare che certe cicatrici fanno parte del cammino.

“sbalzi d’umore porta una luminosità nuova: le atmosfere si aprono, la melodia diventa più immediata, la produzione più lineare. Ma il contrasto tra la leggerezza del suono e la pesantezza dei temi (ansia, paranoia, instabilità emotiva ) crea una tensione molto efficace. È una di quelle canzoni che nascondono il dolore dietro una patina pop, senza però tradirne la profondità.A chiudere l’EP, “due lune”, un gesto di accettazione. La voce qui è tenera ma determinata, come se cercasse di mettere ordine nel caos emotivo raccontato lungo tutto il disco. È una chiusura coerente, intima, che lascia un senso di sospensione: non una risoluzione, ma una consapevolezza nuova.’immagine del crisantemo in copertina ,curata da Aria Ruffini , racconta perfettamente l’essenza dell’EP: la fragilità come possibilità, non come limite. Petali che possono disperdersi con un soffio, ma che proprio in questo sono unici, irripetibili, preziosi. “come ortiche nel cemento” è questo: un invito a riconoscere il valore delle proprie crepe, dei propri margini, dei propri silenzi.

Ceneri dimostra una maturità sorprendente nella capacità di trasformare la vulnerabilità in linguaggio artistico, di unire pop ed elettronica con una sensibilità quasi pittorica ,e non stupisce, considerando il suo percorso tra fotografia e arti visive. Ogni brano è collocato con cura in un racconto più grande, ogni scelta sonora è pensata per amplificare l’emozione e non per ingabbiarla.“come ortiche nel cemento” è un EP che conforta senza semplificare, che accarezza senza nascondere, che illumina senza accecare. È un luogo sicuro in cui tornare quando si ha bisogno di ricordare che la fragilità non è una sconfitta, ma un punto di forza. Un lavoro che conferma Ceneri come una delle voci più sensibili e originali dell’attuale panorama elettro-pop italiano, capace di trasformare il personale in universale con una naturalezza rara.

Un disco che punge, sì. Ma come fanno le ortiche: per ricordarti che sei vivo.

Anna Cimenti

 

TRACKLIST:

Se ti sapessi
Ragnatela
Ortiche
Quasi all’improvviso
Sale
Sbalzi d’umore
Due lune