Nordic Gothic
Cemetery Skyline
Quando la New Wave dark-gothic anni ottanta incontra il rock più profondo, e anche il metal, la sua vena si accende e fiammeggia molto più di quando si lega alla pop-disco. Per quanto il confine spesso in questo tipo di musica diventi labile, il rock e la New Wave si accoppiano benissimo. Questo supergruppo costruisce un interessante songwriting dove arrangiamenti e linee vocali sanno imporsi con decisione, ed il loro rockeggiare, quando c’è, è piuttosto netto. E’ un incrocio fra Cult e Type O Negative, ma meno rock’n’roll dei primi e meno oscuro dei secondi, un po’ più accessibile. Non è una scrittura di massima espressività, e ciò ne fa derivare un full-lenght non potentissimo né sempre intrigante, mentre avrebbe potuto utilizzare meglio i propri spunti ideativi.‘TORN AWAY’ troneggia subito ad inizio ascolto, ed è immediatamente accattivante, con il ritmo che poi sarà quello di tutto l’album. Il tessuto allo stesso tempo scuro e luminoso di ‘VIOLENT STORM’ rende ariosi i suoi fremiti quasi AoR, s’inserisce nell’ascoltatore con efficace vibrazione. ‘THE DARKEST NIGHT’ fa bella figura ma dona meno di quello che promette perché non evolve, eppure il potenziale è uno dei migliori dell’album.
S’individuano arrangiamenti eleganti e quasi regali in tutto il lavoro, come ad esempio nella soffice ‘WHEN SILENT SPEAKS’, unico pezzo rallentato, che funzionerebbe anche come brano gotico di Delain o Within Temptation. La suadenza molle di ‘THE COLDEST HEART’ ci trasporta in toto nell’era della pura New Wave del decennio ottantiano, con una bellezza affascinante che esprime massima ruffianeria sorniona, a renderlo meno New Wave una gustosa chitarra solista ben avvolgente. Un filler si individua nel semplicistico ‘Never look back’, davvero poco New Wave e troppo pop, con una melodia scontata e dove anche l’arrangiamento segue la scia dell’AOR insipido: brano perfetto per i peggiori Duran Duran. Un po’ noioso il finale dato da ‘Alone togheter’.Questo è un buon lavoro che forse pecca nel voler essere tutto uguale dal punto di vista del drumming, il ritmo spinge a farsi quasi sempre piuttosto ballabile, evitando altri tipi di suadenza più introspettiva o più esplosiva, così perdendo l’occasione di farsi variabile e anche eliminando possibili apici di suggestione. Si respira una tonicità di base che però non è dello stesso livello in ogni passaggio.
Il percorso effettuato è fluidamente omogeneo, con il risultato sì di poter funzionare e piacere, ma che in diversi momenti non esalta perché avrebbe avuto bisogno di essere meglio accentato. Ad ogni modo possiede un valore intrinseco piuttosto succoso, che non può essere considerato basso. I pochi assoli sono ottimamente pensati, purtroppo il fatto che siano rari appare nettamente come carenza. Disco dalla valenza commerciale che in passato avrebbe fatto ottime vendite, ma che oggi è una velleità artistica interessante senza la presenza di un mercato invadente che possa supportarlo; la positività di questa orecchiabilità è che essendo impossibile avere il mercato del mainstream non si cede a vere e proprie banalità pur cercando l’accessibilità. Un certo approccio umbratile ce l’ha, ma non è un disco che suona triste, non ha sufficiente introspezione sonora per esserlo, predilige le aperture in cui la vena scura è solo un tocco di pennellata leggera, che sa farsi notare ma non soverchia. E’ per ascoltatori che vogliono danzare, foss’anche solo con l’anima e non il corpo. Venire dai Dark Tranquillity (Svezia); dagli Insomnium (Finlandia); dagli Amorphis (Finlandia); dai Sentenced (Finlandia); dai Dimmu Borgir (Norvegia), e non solo, non li ha messi nella posizione di comporre un capolavoro, ma possiamo ammettere che un buona dose di ispirazione c’è e se il progetto non finisse qui, già ora potremmo coglierne le future potenzialità, capirne possibili elementi da sviluppare. Per ora questo è il loro esserci e va gustato ciò che emerge nella presenza, data un certa qualità innegabile. In effetti, alla luce di questo risultato, ben venga un nuovo capitolo.
Roberto Sky Latini