Cadaver Carnivore
Devouring Eclipse Of Darkest Realm
Cadaver Carnivore è un progetto del tipo “one man band” del russo Dimitry “Necrodaemon” Krasnopeev.Non e’ che in Russia ci sia una scena musicale degna di tal nomea,soprattutto se parliamo di musica estrema,ma e’ da apprezzare il fatto che il nostro Dimitry prende su di se tutta la responsabilita’ di partorire un lavoro suonato,mixato e masterizzato interamente da lui stesso.
Il genere proposto,in questo album,il cui titolo e’ letteralmente tradotto “Eclissi divorante del regno piu’ oscuro”,è un death metal old school molto atmosferico,piuttosto incentrato sui mid tempos e su un uso quasi eccessivo di tastiere.In questo suo primo lavoro,cantato in inglese interamente in collaborazione da un efficace Andrey “Zubr” Raevskiy,esprime tutta la sua attitudine oscura in 13 pezzi(Immersion,Void e Farewell to the flesh sono rispettivamente intro horror style,intermezzo ed outro) in cui le tracce di chitarra sono piuttosto presenti rispetto ai suoni di basso,quasi inesistente per la verità, e batteria che è stata scritta e processata dal “solito” software di turno.Nel 90% dell’album,le composizioni di tastiera sono praticamente onnipresenti.
E’un death metal abbastanza lento e che difficilmente prende il volo,quasi doom direi(“In abyss we fall” probabilmente è il pezzo più rappresentativo),tanto è vero che solo in “Citadel of the immortal” e “Divine eresy” si possono ascoltare delle accelerate classiche del genere.
Complessivamente è suonato abbastanza bene,molto spesso in palm muting(per i non-chitarristi è la tecnica tipica degli strumenti a corda che consiste nello smorzare il suono delle corde con il palmo della mano mentrevengono pizzicate col plettro),e, devo dire la verità,non è facile trovare bands di riferimento che possano rendere l’idea della proposta musicale di Dimitry,le uniche che mi sono venute in mente sono i primi Unleashed o i primi Asphyx.Tutto sommato per essere un primo lavoro diciamo che potrebbe anche andar bene per promuovere la proposta musicale,ma secondo me ,per parlare di maturità stilistica, di strada da fare ce n’è.
G.Musso