Burning Witches

Inquisition

Le metallare svizzere sono prolifiche e pubblicano il sesto full-lenght nel giro di nove anni. Le avevamo lasciate con la loro migliore prova che è stata ‘The Dark Tower’ due anni fa, in uno stato possiamo dire di grazia, dove si evidenziava il raggiungimento qualitativo cresciuto nel tempo

per forza e qualità scintillando in modo oggettivo.Ciò che veniva sottolineato era che pur stando negli eighties totalmente, il disco non appariva derivativo anche rifacendosi a gruppi heavy-metal classici famosi. Stavolta c’è un lieve regresso che sembra aver perso un certo smalto in personalità visti diversi episodi che risultano in questo caso piuttosto derivativi. Anche tecnicamente come produzione dei suoni il combo è discontinuo; se nel 2020 ‘Dance with the Devil’ era stato prodotto con un’ottima registrazione, ‘The Witch of the North’ del 2021 non suonava del tutto lucidamente per poi riassettarsi perfettamente nel 2023. Oggi siamo calati nuovamente, talvolta manca una certa pulizia nella risoluzione.Le due power-song ‘Soul Eater’ e ‘Burn in Hell’ e poi la meno compatta ‘In the Eye of the Storm’ non hanno particolari difetti, sono pezzi heavy perfettamente equilibrati e ben costruiti, ma purtroppo hanno riff e linee cantate che ne fanno qualcosa di nettamente canonico, già sentito, sebbene l’ultima delle tre riesce con l’assolo a dare una spruzzata di freschezza, considerabile la migliore parte solista del lotto.

Tra le cose migliori sta ‘SHAME’ che oscilla tra ritmo middle-time e cadenzato con un ritornello scuro pesante per una atmosfera sulfurea e una linea vocale melodica ma dura, avvicinandosi allo scuro feeling evocativo dei Vicious Rumors. La title-track ‘INQUISITION’, accentata e  fervente, impone una bella enfasi sinistra all’album, iniettando un ampliamento strutturale alla modalità compositiva che infatti apre ad un senso descrittivo diventando una traccia molto suggestiva. ‘IN FOR THE KILL’ è uno speed con rimembranze Judaspriestiane in grado di attaccare con arrembante eccitazione, e tra i pezzi veloci è quello che possiede maggiore ispirazione. La sentita ballata ‘Release Me’ non sfigura affatto nel disco donando una buona prova emotiva, ma a parte tale momento soft, l’altro atto meno irruente è ‘HIGH PRISTESS OF THE NIGHT’, il quale senza diventare commerciale utilizza un senso orecchiabile e accattivante per alzarsi verso una buona luminosità emotiva, leggiadra e frizzante, spezzando in maniera oculata lo spirito rude e graffiante del lavoro.

Il carattere espressivo è sferzante in linea col loro passato, e usa stilistiche americano-inglesi lontane da quelle scandinave. Si riesce come al solito a produrre canzoni che si distinguono le une dalle altre ottenendo positivamente diversi mood, ma qui in generale la distanza tra i brani migliori e peggiori è abbastanza ampio. Anche le parti soliste sono in calo valoriale rispetto a cinque anni fa, le chitarriste hanno scelto una maggiore linearità abbassando la ricchezza compositiva di assoli che al tempo sembravano più maturi e impostati con una spinta personalizzata più acuta mentre oggi si denota una certo appiattimento elaborativo, per quanto permangano esteticamente piacevoli. Anche la voce, pur gestita bene, e continuando a dare colori diversi e non monotonici, non sempre inventa scritture fuori dalle righe e inoltre presenta piccole incertezze, anche se cori e raddoppi vocali danno il giusto addensamento al canto, la ferale tonicità non è in discussione. Del resto nessun loro album ha mai raggiunto la perfezione, l’importante è avere canzoni rilevanti e ancora una volta esse ci sono, oltre a funzionare bene nei pezzi minori come anche stavolta avviene. Resta infatti un album niente affatto scarso nonostante non scorra sempre massimamente bene, con musiciste che in quanto streghe sanno essere irriducibili nello spirito metallico. Se con questa opera non migliorano, confermano comunque una band da continuare ad ascoltare con adeguata soddisfazione.

Roberto Sky Latini

Sanguini Hominum
Soul Eater
Shame
The Spell Of The Skull
Inquisition
High Priestess Of The Night
Burn In Hell
Release Me
In For The Kill
In The Eye Of The Storm
Mirror, Mirror
Malus Maga

Laura Guldemond – vocals
Romana Kalkuhl – guitars
Sonia Nusselder – guitars
Jeanine “Jay”Grob – bass
Lala Frischknecht – drums