Bucalone Bucalone

Marco Viccaro, in arte: “Bucalone”, musicista tout court originario di San Lorenzo di santi Cosma e Damiano pubblica, autoproducendoselo il nuovo disco.

Quello che dobbiamo fare per renderci conto di quello che ci troveremo ad ascoltare è solamente accettare il suo invito accorato, sotto forma di urlo, per venire catapultati nell’anima musicale di questo polistrumentista (cosa che si vede chiaramente in questo suo nuovo lavoro); che ha suonato tutti gli strumenti presenti nel disco financo la sua voce. Questa scelta è dettata dal fatto che ha voluto raggiungere l’obiettivo che si era prefissato: quello di fare musica senza dover  rendere conto a nessuno. Scelta, se vogliamo, opinabile ma senza dubbio condivisibile visto il risultato di un’ottima musica ben suonata e prodotta anche meglio. Certo il lavoro che Bucalone ha dovuto affrontare è stato se non improbo certamente difficile essendosi occupato del disco a 360 gradi correndo il rischio di strafare. Bucalone invece da musicista esperto quale è , ha saputo dosare sapientemente tutto il fluire delle sue intuizioni musicali.

Ascoltando il disco ci si rende subito conto della qualità delle canzoni: tutte eseguite con grande piglio professionale abbinato ad una grande passione per una musica non unidirezionale ma che invece spazia tra una brano e l’altro tra diversi generi musicali. Scelta, questa, a mio avviso indovinata che permette a chi ascolta di non annoiarsi troppo anche perché non mancano momenti trascinanti come ad esempio “What About you”? e Rock’n’roll tonight”. Il disco in se è equamente diviso tra momenti trascinanti con altri momenti più intimi come l’acustica “Love Children”: canzone strumentale meravigliosamente immaginifica per via del fatto che la chitarra (strumento principale di Bucalone ), è accompagnata dalle voci di bambini che giocano nel parco. Spontaneamente ho pensato che forse è stato proprio lui il testimone di questi giochi bambineschi, divertenti e rilassanti.

Voglio citare poi “Live and let live” da non confondere con “Live and let die” degli Wings di Paul MacCartney che con la quale non ha proprio nulla a che fare.l’idioma scelto per tutte le sue canzoni è l’inglese, tuttavia il nostro eroe del momento ci fa ascoltare una canzone in italiano ovvero “Vedrai” dove fa apprezzare maggiormente il suo timbro musicale davvero molto bello.Dicevamo ad inizio recensione, delle influenze musicali di Bucalone … tra queste possiamo annoverare (nemmeno troppo velatamente) quella dei Pink Floyd che risiede nella canzone conclusiva del disco chiamata “Fly”; frutto di un sogno dello stesso musicista. L’atmosfera che si crea nell’ascolto si questo brano ha proprio a che fare con un certo onirismo.

In chiusura possiamo certamente consigliare questo disco ad un vasto numero di ascoltatori e vista la varietà dei generi musicali presenti in questo lavoro, sicuramente almeno una canzone incontrerà i gusti di ascolterà il disco che credetemi merita più di un ascolto come ho fatto io prima scrivere questa recensione.

Stefano Bonelli

Welcome into My Soul
Rock ‘n’ Roll tonight
Time for Real Love
What About You?
Love Children
Keep Me in Love
Live and Let Live
Vedrai
Fly

Bucalone – plays all