Blended Brew
Roll the dice
A dieci anni dal loro debutto, i classic rocker danesi BLENDED BREW rispolverano canzoni tenute da parte della sessione precedente. “Roll The Dice” il disco n uovo della band, presenta una raccolta di canzoni inedite che erano state originariamente scritte per il loro primo album.
Esattamente dieci anni fa, i BLENDED BREW si sono presentati alla scena rock danese con “Hand Patrones“, un disco che ha posto le basi per il loro percorso. Durante quel processo creativo, alcune canzoni sono state accantonate, non perché mancassero di qualità, ma perché al momento non erano adatte. Tuttavia, questi brani hanno sempre conservato un’energia speciale, in attesa del momento giusto per riemergere.Ascoltando la musica di “Roll The Dice” ci si può solo grattare la testa… come hanno fatto questi grandi rocker ad aspettare così tanto per pubblicare queste “nuove caznoni”? I BLENDED BREW fondono l’hard rock degli anni Settanta con il groove degli anni Ottanta, dando vita a un suono organico che piacerà ai fan dei classici Deep Purple, Rival Sons e persino degli AC/DC d’epoca. Queste registrazioni a lungo conservate cosi a lungo erano negli archivi personali della band, in attesa dell’occasione giusta. Ora, rivivificate e date a nuova vita, fungono da ponte tra gli esordi dei Blended Brew e la loro evoluzione nel corso degli anni.“Roll The Dice” offre ai fan la possibilità di ascoltare il suono che è quasi entrato a far parte del loro album di debutto – ora arricchito con la maturità e la profondità acquisite nel tempo.
La Mighty Music propone quindi questo nuovo album che per me è stato una vera sorpresa,i danesi BLENDED BREW, io ancora non avevo ascoltato il loro debutto, e solo per il fatto che l’etichetta sia la Mighty Music e che l’Hard Rock sia stato citato nella lista editoriale è il motivo per cui sono interessato a questo album. Il testo promozionale dice che le canzoni sono per i fan di DEEP PURPLE, AC DC e RIVAL SONS indubbiamente sono nomi importanti che non potrebbero essere più diversi, e l’album lo deve dimostrare.I BLENDED BREW comprendono Jimmy Månsson al microfono e alla chitarra, Lord Sebastian Groset al pianoforte, all’organo e all’arpa blues e Christoffer Beck alla batteria. La Scandinavia è sinonimo di musica Hard N’ Heavy di qualità e la Danimarca non fa eccezione.
Il disco parte con la title track Roll the dice ed il ritmo boogie woogie ed il piano elettrico fanno pensare ai Deep Purple sia di Machine Head che di Who do we think we are. Tutto suona dannatamente antico e di certo non posso essere deluso da aspetto e la musica è molto attraente e fresca,merito anche di un ottima produzione che prende in considerazione sia la modernità indubbia della band che la sua”antichità” che riside nelle sue influenze musicali.” Di tanto in tanto le chitarre escono ruggenti dagli altoparlanti in stile RIVAL SONS, il che è un ottimo contrasto. La voce di Jimmy esercita un certo fascino ed è assolutamente convincente. Anche le chitarre fanno tutto bene e formano una base per la voce di Jimmy con i suoni del pianoforte o dell’organo. Christoffer si trattiene discretamente per non sovrastare i combattenti anteriori in filigrana. L’uso dell’arpa blues aggiunge varietà e contrasto al suono. C’è molta melodia in ogni canzone, che è finemente e talvolta molto ben realizzata con gli strumenti.
Il disco parte con la title track Roll the dice ed il ritmo boogie woogie ed il piano elettrico fanno pensare ai Deep Purple sia di Machine Head che di Who do we think we are. Tutto suona dannatamente antico e di certo non posso essere deluso da aspetto e la musica è molto attraente e fresca,merito anche di un ottima produzione che prende in considerazione sia la modernità indubbia della band che la sua”antichità” che riside nelle sue influenze musicali.” Di tanto in tanto le chitarre escono ruggenti dagli altoparlanti in stile RIVAL SONS, il che è un ottimo contrasto. La voce di Jimmy esercita un certo fascino ed è assolutamente convincente. Anche le chitarre fanno tutto bene e formano una base per la voce di Jimmy con i suoni del pianoforte o dell’organo. Christoffer si trattiene discretamente per non sovrastare i combattenti anteriori in filigrana. L’uso dell’arpa blues aggiunge varietà e contrasto al suono. C’è molta melodia in ogni canzone, che è finemente e talvolta molto ben realizzata con gli strumenti. Tuttavia, non posso confermare i paragoni su questo album.
Vorrei dire anche che per quanto riguarda gli accostamenti che abbiamo visto mi sembra di poter che band come BAD COMPANY, LED ZEPPELIN, THE HELLACOPTERS e di molti svedesi FREEDOM e MÄRVEL siano nomi più che accostqabili e che risultino essere più veritieri rispetto a quelli fatti. Questi infatti meglio si adattano all’immagine generale di “Roll The Dice”.Ci sono si riferimenti a quelle band ma sono solo dei sottili accenni ai DEEP PURPLE o agli AC DC. Questo è un album davvero più che interessante, che il trio ha realizzato e che dovrebbe soddisfare ogni fan del rock classico colto. Per le canzoni possiamo affermare che “Roll The Dice” colpisce con un’abbondante dose di rock classico: “Travelling Song” è un’ottima canzone rock classica.
“Burning Soul” è una ballata con archi di tensione e climax, con un avvicinamento ai Pearl Jam di Eddie Vedder ed una delle ballate più belle che ho mai ascoltato fino ad adesso “Corner Of Trust” è un sottile accenno ai DEEP PURPLE. “Grateful Moment” mi ricorda gli EARTH BAND di MANFRED MANN con il suo impressionante Hammond affiancato dalla chitarra elettrica di Jimmy Månsson, “Weirdo” è più selvaggia della selvaggia, fa saltare persino gli zombie dai loro calzini, se li hanno ancora addosso. “Crossing Craziness” mi fa pensare al vecchio prosciutto “Indian Reservation” di PAUL REVERE & THE RAIDERS. “Intervene” ha un feeling D-A-D molto fresco, “ King Confidence” alla fine è ancora più drammatico del drammatico.
I BLENDED BREW in fin dei conti possiamo davvero affermare che questo disco è davvero ben fatto registrato e suonato con grande passione e mi sento di consigliare a tutti i giovani e vecchi rocker ed il fatto di sentirmi un boomer mi fa sentire orgoglioso di esserlo consigliabile a tutti i rocker del mondo.
Stefano Bonelli