Big Big Train
The Likes of us
Nel 2013, tra i vari cd di prog rock che uscivano in quel periodo, mi capita fra le mani English Electric Part Two degli allora per me misconosciuti, Big Big Train.
Leggo la lora breve bio e vedo che sono attivi dal 1990 e le influenze musicali che li caratterizzano sono da ricercare in gruppi come Genesis, King Crimson e Van der Graaf Generator…quindi il disco che mi ritrovo fra le mani è già il loro ottavo e la cosa si fa interessante…Ok, mi dico, ascoltiamolo e noto subito che la prima traccia East Coast Racer dura circa 16 minuti…accidenti penso che iniziare un album con un pezzo cosi lungo sia un un rischio per una band che comunque deve acquisire notorietà, infatti anche nel prog, una delle regole del mercato discografico per le band non troppo conosciute è proprio quella di fare brani di media lunghezza per far si che arrivino piu’ immediatamente all’ascoltatore.
Questo preambolo per farvi capire che ascoltare East Coast Racer ed il resto di quell’album per me è stata come un illuminazione, ed oltre alla tecnica ed alla bravura del gruppo, ricordo di aver pensato alla voce del cantante molto ma molto vicina a quella di Peter Gabriel. Continuando a leggere la loro bio mi accorgo che dopo molti cambi di formazione, ciò che li ha resi cosi unici avviene nel 2009 con l’arrivo di un nuovo cantante, David Longdon, e del batterista, Nick D’Virgilio. In effetti riascoltando i loro vecchi dischi, si nota in modo palese che dal 2009 in poi si può tranquillamente parlare di loro come di Genesis 2.0. I lavori successivi sono li a testimoniarlo, lo splendido e premiatissimo Folklore del 2016, i quasi totalmente strumentali e meravigliosi Grimspound e The Second Brightest Star del 2017 che vi invito ad ascoltare.
Poi ancora i bellissimi Grand Tour del 2019, Common Ground del 2021 e nello stesso anno la tragedia…il bravissimo cantante David Langdon muore nel novembre 2021. Nell’anno successivo esce il postumo Welcome to the Planet, un eccezionale album che il povero David aveva appena finito di registrare con la band…A questo punto la band si interroga, indiscutibilmente il valore del gruppo è alto ma David dava sempre quel qualcosa in piu’ e non era facile sostituirlo. Così dopo riflessioni e vari casting si arriva all’ingaggio, dopo circa un anno, di Alberto Bravin (ex cantante e musicista della P.F.M.). Il primo passo è l’uscita del minidisco Ingenious Devices del 2023 contenente 4 vecchie tracce ricantate dal compianto David e a sorpresa il quinto brano è la registrazione durante un recente live di Atlantic Cable cantata con ottimi risultati dal nuovo frontman.
Arriviamo così finalmente al nuovo lavoro The Likes of us, che come di consueto offre un meraviglioso calidoscopio di suoni e colori confermando la mia intuizione nel battezzarli come Genesis 2.0, le melodie sono cangianti e totalmente prog, la band è superbamente affiatata confermanodosi come una delle top band del settore degli ultimi anni.La opener Light Left In The Day segna inizialmente il passaggio al canto tra David e Alberto, qualche minuto dove si ascoltano solo la chitarra acustica e la voce e poi inizia il sound originale del gruppo con i fiati e tutti gli strumenti di concerto in qualcosa che anche con la successiva Oblivion, richiama moltissimo quanto già ascoltato in Folklore ed ovviamente siamo a livelli stratosferici.
I 17 minuti di Beneath The Masts costituiscono la pura sublimazione per chi come me adora il prog tipico della scuola canterburiana miscelata a quella genesiana, basterebbe questa traccia a giustificare l’acquisto di questo album…per cui vi invito calorosamente ad ascoltarla possibilmente in cuffia oppure a tutto volume seduti comodamente sul vostro divano…Skates on è una piacevolissima ballad con dei ricchissimi impasti vocali che ci accompagna alla successiva Miramare che è stata il primo singolo estratto dall’album, è che conferma il ruolo e l’importanza del nuovo cantante nell’impianto della band, la sua voce è in grande evidenza ma non è mai separata dal resto del sound ed anzi si amalgama perfettamente con quelle degli altri componenti rendendo le composizioni sempre piacevoli ed equilibrate.
Le delicate e dolcissime Love is the Light di concerto con la successiva Bookmarks ci trasportano in un mondo incantato ed antico fatto di carillon e filastrocche ammalianti e senza tempo che ci calano incredibilmente in uno strano nurserycrime mood…e c’è ancora tempo per ascoltare l’ultima bellissima traccia Last Eleven, che avevo già avuto modo di apprezzare qualche mese fa, tramite un video molto particolare editato su youtube.
I Big Big Train continuano a stupirmi con un altro gioiello che si aggiunge ai precedenti, in un ideale continuazione di intenti e valori nel passaggio per nulla indolore tra la straordinaria voce del compianto David e quella nuova e brillante di Alberto dando vita ad un ottimo album che consiglio di vero cuore.
Massimo Cassibba