Behemoth

The Shit Ov God

I polacchi Behemoth sono tornati con il loro tredicesimo lavoro, intitolato “The Shit Ov God” pubblicato il 9 maggio per Nuclear Blast. C’è da dire che questo loro ultimo album non sembrava uscire con le migliori speranze, in quanto la band era entrata in una sorta di fase calante culminata con l’album “Opvs Contra Natvram”. Già a gennaio i Behemoth hanno pubblicato in anteprima la title track “The Shit Ov God”, che già dal titolo (talmente debole da sembrare quasi offensivo per i benpensanti) e dal testo, poco ispirato rispetto ad altri testi, ha fatto storcere il naso a molti tra fan e ascoltatori occasionali. Anche la parte strumentale non ha aiutato la band, in quanto era una continuazione di ciò che i Behemoth hanno portato avanti negli ultimi dieci anni: tempi dilatati, sonorità abbastanza semplici, molti arpeggi. Questo ha creato poche aspettative per quello che sembrava dover essere l’ennesimo album mediocre da parte della band polacca, ma ascoltando il full-length si capisce che non è poi così mediocre, possiamo dunque dire che il disastro è stato evitato, ma non del tutto.

Musicalmente parlando, infatti, le otto tracce che compongono l’album si capisce che la title track è un po’ fuorviante, essendo una sorta di “canzone esca”, creata per un pubblico più ampio. Tra le tracce che spiccano ci sono: “The Shadow Elite”, con un intro orchestrale e un fill di batteria molto bello, che si presenta come un brano aggressivo, dinamico, con una venatura di black metal nei riff che mantiene la curiosità alta per tutto il brano; “Lvcifaeraeon”, con un intro melodico e tragico, quasi emozionate, anche se viene un po’ rovinata dal ritornello, che da tutti i punti di vista risulta non in linea con il resto della canzone; “O Venvs, Come!”, brano lento, con delle ritmiche poco regolari, con una linea melodica abbellita anche da parti acustiche; “Avgvr (The Dread Vvlture)”, un finale  epico nel quale l’utilizzo della tecnica del tremolo rimanda ad un certo tipo di black metal che era quasi scomparso nel recente passato dei Behemoth, che però termina in un finale acustico abbastanza bello.

In conclusione, “The Shit Ov God” è un buon album, che ha in sé il compito di risollevare, se vogliamo, le sorti musicali della band, portando con sé una freschezza che con il precedente album ha rischiato di scomparire. Si può affermare che in questo album i Behemoth hanno ritrovato quel corretto bilanciamento tra la violenza sonora e la facilità con cui si ci si arriva, specialmente nei brani della prima parte del disco, che risultano essere probabilmente i migliori dell’album. “The Shit Ov God” non sarà un bell’album come “Evangelion” o “The Apostasy”, ma senza dubbio risolleva un po’ la band dal baratro in cui la band si era infilata con “Opvs Contra Natvram”.

Chiara Coppola

TRACKLIST:

The Shadow Elite
Sowing Salt
The Shit ov God
Lvciferaeon
To Drown the Svn in Wine
Nomen Barbarvm
O Venvs, Come!
Avgvr (The Dread Vvltvre)

Adam “Nergal” Darski – lead and rhythm guitar, lead vocals
Zbigniew “Inferno” Promiński – drums
Tomasz “Orion” Wróblewski – bass, backing vocals