Beatles
Please Please Me With the Beatles
“I Beatles!”…e ho detto tutto! La band inglese che ha segnato un prima ed un dopo; il punto di riferimento per chiunque voglia capire l’evoluzione del rock e del pop.
Il genio assoluto che ha impresso una accelerazione al senso della musica, formale e sostanziale. Ciò che sta al primo posto di ogni considerazione quando si vuole parlare della musica moderna. L’esordio è del 5 ottobre 1962 con il 45 giri ‘Love Me do’ / ‘PS I love You’, ma il primo album uscirà il 22 marzo dell’anno dopo in Gran Bretagna (in America a luglio con il diverso titolo di ‘Introducing the Beatles’). Il 22 novembre verrà partorito il secondo ‘With the Beatles’ e la storia ha in queste due pubblicazioni le fondamenta forti di un successo immane, miracoloso, straordinario, anche se saranno soprattutto i dischi dal ’65 con ‘Rubber Soul’ a diventare più pregnanti. All’uscita del primo full-lenght già si presentarono le scene di Beatlesmania, scatenamenti ed urla che divennero la norma di quei primi anni. Una cosa mai vista, e ci sia accorse che non stava cambiando solo la musica, ma anche il rapporto musicisti-fan, sempre più stretto ed iconico.
PLEASE PLEASE ME. L’album si apre con una vera e propria canzone rock, che prendendo dal rock’n’roll si evidenzia chiaramente come una evoluzione beat molto più variegata; ‘I SAW HER STANDING THERE’ è infatti una traccia energica come già negli anni cinquanta si sentiva, ma più tonicamente compatta del rock’n’roll precedente, e però anche con un dinamismo corposo iniziando a realizzare il rock maturo che verrà nella fine degli anni sessanta; tale attitudine rockeggiante la si può capire sapendo che il pezzo era già una composizione usata in sede live, che durava anche più di dieci minuti per tutti i momenti solisti della chitarra che essi vi infilavano, una proto-jam-session come poi divenne di moda negli anni settanta. ‘Misery’ è invece molto più simile alle cose già prodotte dal periodo morbido del rock’n’roll sebbene abbia una personalità molto spiccata. La canzone più lunga è ‘Anna’, una soft song un po’ smielata. ‘Ask me why’, la presleyana ‘PS I love You’; ‘Baby it’s You’ e ‘Do You want to know a Secret’ sono forse i pezzi più legati alla musica addomesticata della seconda fase del rock’n’roll anni cinquanta in America. Il gruppo torna a scatenarsi con ‘Boys’ che è un tipico rock’n’roll come già si era sviluppato prima dei Beatles. La title-track ‘PLEASE PLEASE ME’ tra i brani semplici della carriera iniziale dei Beatles, è sicuramente uno dei migliori e più originali sebbene possa essere accostata ai già attivi dal 1958 Everly Brothers per gli incroci corali; la fisarmonica non è affatto secondaria ed essa si posa perfettamente nella melodia orecchiabile con la frizzantezza tonica del ritmo e degli accordi. Fisarmonia anche per la countryeggiante ‘LOVE ME DO’ che è ancora più semplice coi due soli accordi, ma nella sua essenza basilare un altro colpo di genio personalissimo che testimonia come anche dal minimalismo si possa inventare alta classe. Sei le cover, di cui ‘Anna’; ‘Chains’; ‘Baby it’s You’; ‘A Taste of Honey’ dallo spirito molto rilassato mentre ‘Boys e soprattutto la stupenda versione di ‘Twist and Shout’ posseggono durezza che esprime l’anima rock a cui tali musicisti erano legati, ed è la maniera in cui l’album si apre e si chiude, come a sottolineare questa attitudine esplicitamente.
WITH THE BEATLES. Anche in questo secondo lavoro si contano quattordici tracce di cui egualmente sei cover. L’apertura di ‘IT WANT BE LONG’ è sempre a scelta energizzante, anche se appare meno impattante di ‘I saw her standing there’ del disco precedente. Le cover sono ‘Till there was You’; ‘You really got a hold on Me’; ‘Devil in her Heart’; ‘Money’ e come al solito vengono immesse forze rockeggianti come ‘Roll over Beethoven del mitico Chuck berry, già eroe per i giovani Beatles, canzone che fa eco alla ‘Twist and Shout’ del primo disco, così come la pimpante ‘Please , mr Postman’ lo fa a ‘Boys’. Questo full-lenght ha una presenza più potente rispetto al primo che presentava un maggior lotto di canzoni morbide. Ottimi costrutti portano in sé in particolare alcuni pezzi. ‘ALL MY LOVING’, sbarazzina ma pimpante, con un assolo di chitarra immediato nei suoi 9 secondi, anticipato da quattro note di basso perfette. ‘I WANNA BE YOUR MAN’ è ficcante come lo era ‘Please please Me’ nel precedente lavoro pure essendo parzialmente meno innovativa, e nel suo rockeggiare presenta un chitarrismo impavido che è un input forte e moderno. Interessante ‘I WANT TO HOLD YOUR HAND’ ,sul cui ritmo rolleggiante immette una melodia leggera ma tesa. Da segnalare ‘Don’t boher Me’ in quanto primo pezzo scritto da George, anima rock, con però una minore carica prediligendo un minimale senso di introspezione. ‘This Boy’ e ‘World without Love’ sono canzoni soffici, ballate non eccelse, che però rendono ancora una volta chiaramente l’idea di come i Beatles abbiano ampia visione melodica; e anche come siano bravi a gestire i testi dal punto di vista musicale, usando le parole per il loro suono più che per il loro significato.
SHE LOVES YOU. Song non dimenticare, essa non è compresa negli album, uscnedo però come singolo nello stesso anno. E’ un pezzo scatenato che va considerato davvero singolare e specifico dell’espressività beatlesiana. Episodio estremamente energico, in grado di dare libero sfogo alle smanie adolescenziali. Fu il 45 giri più venduto in Gran Bretagna per 15 anni, superato solo nel 1978 da una canzone dello stesso Paul McCartney, quando ormai i Beatles non esistevano più.I Beatles furono ispirati dal rock’n’roll degli anni cinquanta ma anche dal folkeggiante Skiffle che negli anni in cui John; Lennon e Harrison iniziarono insieme a suonare imperversava quale moda del momento (1957-1960). Doppie voci, cori, armonizzazioni vocali. Quando la voce di John Lennon si alzava di tono andava verso l’arrochimento che ne ampliava il fascino espressivo. Ma la caratterizzazione che il gruppo riusciva a dare alle proprie idee è qualcosa di immediatamente riconoscibile ed estremamente personale. Contribuiscono al 50 % certamente le voci di Paul, e John a fondarne l’originalità, con le inflessioni e i ritornelli particolarmente estrosi, ma l’impronta del songwriting è altrettanto importante, anche quando si rifanno o cercano di realizzare la musica che loro stessi amano.Non siamo ancora nel periodo in cui iniziava la loro sperimentazione molto singolare, ma si evidenzia già una marcia in più, ed una forza intrinseca della loro espressività.
I Rolling Stones non riuscirono ad avere la stessa capacità di esplorare nuove strade, dove invece i Beatles furono più curiosi e variegati. Ma non si trattava solo di provare, quanto di riuscire; infatti questa loro abilità li portò a trovare soluzioni funzionanti, livelli sonori qualitativamente efficaci. E’ la prova che l’alto grado di ispirazione artistica porta ad essere qualitativa anche la semplicità. Qui fu l’embrione di un futuro non troppo lontano; la sonorità è ancora tanto legata al passato, ma con quel quid in più. Non è musica acerba, è già matura per il sound dell’epoca. Il miglior brano dei Beatles del 1963 aveva lo stesso livello del miglior brano di successo di altri nello stesso anno. Il primo disco entrò subito primo in classifica per essere superato in vetta solo dal loro stesso secondo. Questi due prodotti non sono ancora un capolavoro, ma è chiaro che lo ‘scarafaggio’ ha già fatto capire che il livello è superiore. In quei tempi venivano organizzate situazioni dal vivo mescolando artisti di vario genere, alcune cose si trovano su You Tube, e appare chiaro guardando questi contesti, come tra tutti i musicisti, il valore della musica espressa in quella performance, tra le varie song, i Beatles vincessero sempre a mano larga per dinamismo strutturale, interpretazione e potenza. Giusto, anzi irrevocabile, il dovere di celebrare il gruppo più importante della storia della musica dal dopoguerra ad oggi, nel suo sessantesimo anno dall’esordio in album.
Roberto Sky Latini