Aydra

Leave To Nowhere

Una domanda sorge spontanea: chi può davvero affermare di conoscere tutte le band esistenti nel panorama musicale mondiale? Sono pochi, pochissimi. Questa riflessione nasce proprio dal ritrovarsi tra le mani l’ultimo lavoro degli Aydra, una band a me sconosciuta, che mi porta a interrogarmi sulla mia competenza musicale. Dovrei forse vergognarmi di questa lacuna, soprattutto considerando che si tratta di un gruppo veterano dell’heavy metal italiano. Eppure, il loro nuovo album, pubblicato da Rude Awakening Records, merita un’attenta analisi, e ci invita a guardare avanti senza nostalgia.

Leave To Nowhere” rappresenta il ritorno degli Aydra dopo una pausa lunghissima: il precedente lavoro, “Hyperlogical Non-Sense”, risale al 2004. Vent’anni sono trascorsi, un intervallo che non lasciava presagire una rinascita così sorprendente. Mentre molte altre band avrebbero potuto costruire una carriera in questo tempo, gli Aydra si sono fermati nel 2004 per motivi personali. Soltanto circa dieci anni fa hanno iniziato a comporre nuovo materiale, che oggi trova spazio nel disco appena pubblicato. La vita, si sa, porta spesso a scelte inaspettate, e questo ha contribuito a un ritardo mostruoso nella produzione.La band propone un heavy metal iper tecnico, caratterizzato dalla voce di Mauro Pacetti, il cui growl cavernicolo dona pesantezza alle trame chitarristiche, vero fulcro della musica del gruppo. L’esperienza si percepisce chiaramente: le influenze sono presenti, ma la bravura degli Aydra sta nel saperle far confluire con equilibrio, senza che queste invadano eccessivamente la loro identità musicale. Questo dimostra una personalità musicale solida e originale.

Non manca una certa venatura punk, particolarmente evidente in “Psycho Pain Control”, anche se si tratta più di un’attitudine che di una vera e propria contaminazione di genere. Il disco include anche brani strumentali, come la title track “Leave To Nowhere”, che si distingue per l’influenza maideniana del bassista Andrea Massetti. È chiaro che il suo maestro sia stato Steve Harris, e sembra quasi che la band voglia dichiarare con fierezza la propria identità musicale.

Un altro aspetto da sottolineare è la produzione, granitica e ben equilibrata. “Leave To Nowhere” è uno di quei rari dischi in cui la batteria ha il suono che tutte le band metal dovrebbero ambire a ottenere. In particolare, la chiarezza dei piatti è notevole e si percepisce distintamente in ogni brano, arricchendo ulteriormente l’ascolto.

Stefano Bonelli

TRACK LIST:

Three Minutes Walk
Deserter
Black Skin And Red Sand
They Waste a Throne
Lost Between Two Lands
Armed Factions
You Can’t Talk Anyone
Leave To Nowhere
Forever Hide
Psycho Pain Control 2024

LINE UP:

Giuseppe Cardamone – guitar
Luca Calò – guitar
Mauro Pacetti –vocals
Marco Bianchella –drums
Andrea Massetti – bass