Avulsed

Phoenix Cryptobiosis

Molti sono i nomi tutelari all’interno di un genere anche se spesso capita di imbattersi in quelle band, che nonostante abbiano dato molto alla scena, per un motivo o per un altro non vedono riconoscersi i meriti; magari rimangono nel culto, soprattutto per i fan più accaniti del genere e questo può rappresentare sia un male sia un bene: un male perché il loro nome potrebbe tranquillamente svettare tra le divinità dell’olimpo e far sì che possano godere di maggiori attenzioni, soprattutto da parte delle case discografiche, guadagnandone in distribuzione, live, merch e presenza sui magazine specializzati; un bene perché, sostanzialmente, non dovendo rispettare certi standard e stare dietro alle dinamiche del music business più in vista, possono permettersi di essere se stessi al cento per cento e proporre la propria musica senza eccessive ingerenze: una delle band che risponde a questi criteri è sicuramente quella degli Spagnoli Avulsed e sono certo che la nazionalità abbia il proprio peso nel fatto di non essere nella sala dei grandi.
Gli Avulsed di Dave Rotten sono attivi dal 1991 e da allora sono una colonna portante del brutal death su questa sponda dell’ Atlantico e nonostante siano arrivati al primo disco nel 1996, sin dagli esordi si sono fatti notare per la qualità della proposta. Dopo oltre trenta anni di attività e otto dischi e svariati Ep all’attivo, torneranno a marzo, più precisamente il 4 marzo, con il loro nono album in studio, che arriva a ben dodici anni di distanza dal precedente Deathgeneration.

Phoenix Cryptobiosis, questo il titolo del nuovo lavoro, è esattamente ciò che ci si aspetta dagli Avulsed: un disco brutale, marcio e dinamico, capace di scavare nel putrido delle nefandezze umane. Dave è uno che non le ha mai mandate a dire e, pur parlando attraverso le metafore delle tematiche tipiche del brutal, non ha mai risparmiato critiche feroci all’ incapacità umana di convivere con il mondo che circonda la nostra specie.
Non troverete nessuna evoluzione in questo platter, non ce n’è bisogno, gli Avulsed suonano assolutamente perfetti così come sono e se si esclude una certa concessione alla melodia, la brutalità della musica espressa dal combo iberico non è arretrata di un millimetro e questo nonostante gli importanti cambi di line-up: Phoenix Cryptobiosis suona alla perfezione, con riff trita ossa e momenti più lenti in cui si fa più ossessiva l’oppressione generata dai testi e dalla musica.

L’ascoltatore si troverà davanti ad un muro di chitarre e alla voce catacombale di Dave, egregiamente sorretti dalla sezione ritmica su cui spicca lo splendido lavoro di batteria in grado di elaborare figure ritmiche tipiche del genere coadiuvandole con momenti di variazioni decisamente fuori dai canoni e questo non può fare altro che donare dinamicità al tutto. Riff affilati come la più letale delle lame si alternano ad altri pesanti e marci, appositamente sorretti da una produzione che si adatta alla perfezione alla proposta musicale dei Nostri.
La vecchia scuola continua a ruggire e farà la felicità dei molti che sono ancora appassionati di un certo modo di intendere e suonare death metal. Bentornati Avulsed, ma soprattutto sono estremamente contento che non si sia persa la passione per un determinato sound, perché non può essere solo l’ipertecnicismo a farla da padrone: il death metal è un genere viscerale e nonostante non debba necessariamente restare immobile nello scorrere del tempo, è giusto che certe intenzioni non cambino.

Daniele “Darklordfilthy” Valeri

Limbs Regeneration (Instrumental)
Lacerate to Dominate
Blood Monolith
Unrotted
Guts of the Gore Gods
Phoenix Cryptobiosis
Devotion for Putrefaction
Neverborn Monstrosity
Dismembered
Bio-Cadaver
Wandering Putrid Souls

Dave Rotten – vocals
Víctor Dws – guitars
Alejandro Lobo – guitars
GoG – drums
Alex Nihil – bass