Arx Atrata
A Reckoning
L’antica foresta di Sherwood, richiama subito le gesta del leggendario giustiziere gentiluomo Robin Hood che rubava ai ricchi per dare ai poveri.
Ma questo luogo nella contea di Nottingham non è solamente il luogo di miti e leggende, ma nel nostro caso è la terra natia del suggestivo progetto solista Arx Atrata.Dal 2013 il polistrumentista Ben Sizer ci regala incantevoli atmosfere oscure nel suo black metal ipnotico ed etereo.Il quarto capitolo non si discosta dalle precedenti fatiche, trovando ispirazione dalla vita e la morte, dal presente e dal passato, intraprendendo un riflessivo viaggio nell’esistenzialismo.Il disco si apre con una consistente traccia strumentale dove chitarra e synth creano un’atmosfera delicata e inquietante.Il synth continua a tessere la tela della melodia, ma si aggiungono riff trascinanti e l’acida voce inizia a farsi spazio in supporto alle parti più frenetiche.La title track “A Recording è densa di potenza a livello ritmico e vocale, ma viene bilanciata da frammenti più quieti ed introspettivi sempre supportati da chitarra e tastiera.
Da qui i brani del disco si allungano e con loro cresce la continua alternanza tra ferocia e profonda riflessione, in questo movimento ondulatorio senza sosta.Le sonorità scorrono fluide nei cambi ritmici e nelle sue incantevoli sezioni melodiche.Il disco ti avvolge in un flusso sonoro e ti culla negli abissi più profondi, nei suoi scenari drammatici e inquietanti che ti costringono a fare i conti con i lati più nascosti dell’animo.Esso sa anche trascinarti in una vertiginosa presa di coscienza con le sue accelerazioni e la sue grida infernali che riaccendono lo stato di ipnotico torpore delle linee melodiche.Un disco organico che non ha un solo istante di esitazione e che sa avvolgerti totalmente nel suo fiume armonioso di melodie intrecciate ed incantevoli, con una capacità di entrarti dentro e portare alla luce i pensieri più nascosti e profondi.
I cambiamenti di ritmo e di stati d’animo risultano estremamente puliti e armonici, rendendo inevitabile la totale immersione in queste note.Un disco che sa essere espansivo, emotivamente intenso e musicalmente esaltante, le scelte melodiche sono impeccabili, le atmosfere eteree e maestose.Il synth che abbraccia in modo dolce e malinconico le rabbiose grida e le sferzate di tremolo creano un’ organica cascata sonora di maestosa entità.Una prova assolutamente convincente per gli Arx Atrata e il loro atmospheric black metal giunto ormai al quarto disco.
Per gli amanti del black metal più atmosferico e introspettivo, ma anche per chi semplicemente ha voglia di intraprendere un viaggio sonoro intenso e trascinante.
Daniele Giudici