Arena

The theory of molecular inheritance

Dopo oltre 25 anni di onorata carriera caratterizzata da molti bassi e qualche alto, ritornano in pista gli Arena ancora una volta con i fondatori Clive Nolan alle tastiere e Mick Pointer alla batteria supportati dal nuovo cantante Damian Wilson. Ricordo con piacere Songs from the lion’s cage, il loro debutto simil-Marillion del 1995 e soprattutto l’ottimo The visitor del 1998 risalenti entrambi al periodo neo-progressive della band. Da Immortal del 2000, loro quarto album, il sound cambia e si fa più cattivo con vistose venature progmetal. Così, dopo alcuni lavori non molto ispirati, i nostri arrivano ai giorni nostri con questo nuovo album chiamato The theory of molecular inheritance.L’opener Time capsule con i suoi riff potenti e duri ci fa subito capire il senso di questo lavoro, musicalmente ancorato sempre di più alle sonorità care ai Dream Theater; la novità risiede soprattutto nella nuova voce molto ispirata di Damian Wilson, new entry della band.  The equation (The science of magic) parte con note dolcissime di pianoforte seguite man mano da tutti gli altri strumenti in un crescendo potente e melodico governato dalla voce del singer che detta i tempi per i cambi improvvisi di ritmo.

Twenty-One Grams” presenta suoni più rilassati e morbidi, ancora una volta la voce è protagonista, momenti delicati si alternano ad altri più intensi rendendolo uno dei pezzi più interessanti dell’album. L’intensa ma breve Confession introduce la cupa e tragicamente teatrale The Heiligenstadt Legacy. Finalmente si riemerge con gli arpeggi di Field of sinners che mettono in risalto l’anima più rock del gruppo, supportata dalla perfetta interazione basso – batteria.  Atmosfere inquietanti aprono Pure of heart, con un arpeggio dal suono sinistro che sfocia in un metal prog potentissimo ed originale.Con la bellissima Under the microscope finalmente ritornano le sonorità più prog degli Arena, i primi due minuti suadenti scanditi dalla chitarra acustica e dalla voce caldissima di Damian e poi la band si scatena con accelerazioni strumentali improvvise e continue fino alla fine del pezzo.

La qualità musicale continua e si trasferisce alla track successiva Integration, stavolta la chitarra acustica viene sostituita dal pianoforte in bella evidenza e dagli assoli bellissimi di tastiere che ipnotizzano e rendono magico il brano.Suoni orchestrali alla Eleanor Rigby aprono Part of you, che poi riparte con la stessa intensità della opener per poi trasportarci verso l’ultima canzone Life goes on che inizia con uno strano assolo con le tastiere a metà tra Tubolar Bells e Profondo Rosso per poi ritornare sui binari rock più consoni alla band.nE’ un lavoro molto intenso con molti passaggi melodici e dolci alternati ad altri più duri e secchi, suonato magistralmente da grandi musicisti ipernavigati.

n disco molto piacevole da ascoltare dove colpisce la grande omogeneità tra la parte ritmata basso-chitarra elettrica-batteria con la parte melodica pianoforte-tastiere-chitarra acustica e la voce mai fuori registro del cantante. Buoni e godibili quasi tutti i brani, insomma un ottimo ritorno per gli Arena. 

Massimo Cassibba

Verglas Music
www.arenaband.co.uk

Cd1

Time Capsule
The Equation (The Science of Magic)
Confession
The Heiligenstadt Legacy
Field of Sinners
Pure of Heart
Under the Microscope
Integration
Part of You
Life goes on

Cd2

Vindication
The Equation (The Science of Magic) (acoustic version)
Pure of Heart (acoustic version)
The Heiligenstadt Legacy (acoustic version)
Life Goes On (acoustic version)
Twenty-One Grams (instrumental version)
Field of Sinners (instrumental version)
Part of You (instrumental version)

Damian Wilson – vocals
John Mitchell – guitars backing vocals
Clive Nolan – keyboards backing vocals
Kylan Amos – bass
Mick Pointer- drums