Arcane Tales
Ancestral War
Quando si parla di Symphonic Power Metal, è quasi inevitabile volgere lo sguardo all’Italia, terra fertile di sonorità epiche e di intrecci musicali leggendari, forgiati da band come i Rhapsody of Fire. In questo solco si inseriscono con decisione gli Arcane Tales, che con Ancestral War — ottavo lavoro in uscita il 20 ottobre 2025 per Broken Bones Promotion & Productions — non solo raccolgono l’eredità della tradizione, ma la spingono oltre, rinnovandola con una visione personale e una cura maniacale per ogni dettaglio compositivo.Il progetto nasce come band nel lontano 1996, ma è dopo lo scioglimento che Luigi Soranno — fondatore, cantante e chitarrista — decide di assumere il pieno controllo creativo, trasformando Arcane Tales in una one man band. Una scelta coraggiosa che si traduce in un’opera dove ogni chitarra, tastiera, orchestrazione e linea vocale è frutto di una sola mente.
L’album si apre con Rising Darkness, un’introduzione solenne che cresce in un crescendo orchestrale fatto di archi, cori e tensione epica. Un preludio che non si limita a fare da cornice, ma getta subito l’ascoltatore nel cuore della saga musicale, preparando il terreno alla title track Ancestral War. Qui esplode la vera battaglia: chitarre affilate e tastiere scintillanti si intrecciano in duelli serrati, mentre orchestrazioni imprevedibili e percussioni martellanti costruiscono un muro sonoro che sembra non conoscere tregua. È un conflitto che non si esaurisce, ma che accompagna e sostiene l’intero viaggio dell’album.
Tra i brani che più colpiscono spiccano Frozen Rhapsody e Call for Glory, due episodi in cui la complessità compositiva si mescola a una sana dose di follia creativa, dando vita a intrecci armonici e passaggi improvvisi che sorprendono l’ascoltatore. Eppure Ancestral War non vive solo di furia ed epicità: con Blood and Honor il ritmo si placa, lasciando spazio a una ballad intensa e struggente. Le chitarre e le tastiere arretrano, quasi in punta di piedi, per dare voce a un canto corale che si imprime nella memoria e aggiunge profondità emotiva al disco.
La quiete è tuttavia illusoria: Marching Through the Fire ci trascina subito di nuovo nel fragore, un brano che sembra evocare colonne di guerrieri in marcia, sostenuti da ritmiche imponenti e da orchestrazioni che evocano paesaggi da epopea cinematografica. Infine, a chiudere il cerchio, arriva Between Myth and Legend, quasi nove minuti di musica, un viaggio sospeso tra tensione e lirismo, che mantiene viva l’attenzione fino all’ultimo istante.
Ancestral War non è solo un disco: è una dichiarazione d’intenti. Potente, vario e sorprendentemente curato in ogni dettaglio, dimostra che anche una one man band può competere con produzioni di gruppi più strutturati e affermati. Soranno riesce a trasformare la sua visione in un’opera coerente e trascinante, capace di coniugare potenza sinfonica, fantasia narrativa e una buona dose di tecnica.
Alessandro Secco