Aposento
No safe haven
Ecco,questa è una di quelle bands che mi ha sempre incuriosito e sistematicamente divertito con ognuna delle sue uscite,a partire dall’omonimo debut del 2014,”Bleed to death” del 2017 e con l’ultimo “Conjuring the new apocalypse” risalente al 2020,e quest’anno torna a far parlare di sè con questo “No safe haven” nuovo di zecca.
Per chi non li conoscesse,gli spagnoli in questione sono una band death metal che si è sempre data da fare suonando in numerosi festival spagnoli ed oltre e pubblicando 3 dischi che sono stati un terremoto dopo l’altro,ed incarnano il caro vecchio stile di death alla Cannibal Corpse/Deicide/Malevolent Creation prima era.Il valore di questa band è a mio parere indiscutibile,perchè anche se è massiccio il carico di musiche in pieno stile americano,gli Aposento suonano tutt’oggi come si faceva negli anni 90 senza scardinare nessuno degli elementi caratteristici che contraddistinguono il death metal di quegli anni.Il sound di questo disco è un pò più “purificato” rispetto ai suoi predecessori (e non vi nascondo che forse è stata l’unica cosa a farmi torcere un pò la bocca),ed inoltre devo anche dirvi che ho riscontrato qualche imprecisione da parte del batterista,imprecisioni di cui vi assicuro che non intaccano minimamente la riuscita di questa release;
la forza esplosiva degli spagnoli dirompe immediatamente con la opener “No safe haven” e “Tortured and abused” 2 gran bei pezzi che mi hanno teletrasportato direttamente nel periodo storico 1994/1996,anni di uscita di grandissimi dischi che hanno fatto la storia del genere,e che mi hanno fatto sorridere ed esaltare,non solo perchè ricordano le bands sopra citate,ma anche perchè noto con piacere che il modus operandi della band è praticamente intatto,malgrado siano passati 4 anni dall’ottimo “Conjuring the new apocalypse” e malgrado gli importanti cambi di line up cha ha dovuto affrontare.”Uncertain death”,mid tempo/blast/mid tempo e al minuto 1:10 giù di scapocciamento selvaggio,bellissimi i riffs e le ritmiche che compongono questo pezzo,veramente forti,e lo stesso discorso vale per “A Texas funeral“,une ottima composizione che viaggia a velocità elevate e anche tecnicamente molto valido e coinvolgente,qui si sente anche qualche reminescenza dei cari vecchi Suffocation,tanta roba.La tortuosa e nervosa “The bad seed” in realtà è un un buon pezzo ma gli arrangiamenti un pò scontati e qualche “saltello” del batterista durante i blast beats tendono a far calare un pò l’attenzione,e la stessa impressione mi ha fatto anche “Where darkness reign“,molto alla Glenn Benton e soci,ma con un paio di ritmiche un pò troppo giù di tono;la devastante “Let it bleed” continua la corsa al devasto coi suoi 4:34 minuti(il pezzo più lungo del disco) mettendo in luce anche una certa personalià dei nostri,peccato per i colpi singoli sul charlie nei tupa tupa ,ma tutto sommato parliamo di traccia ben congeniata e con un filo logico preciso.
L’influenza marcata dei Deicide si sente anche e soprattutto in “The devil’s bargain“,appena arrivate ad ascoltare questo pezzo provate ad immaginarlo col cantato di Benton e resterete sbalorditi,veloce e sinistro,con un passaggio alla Suffocation intorno al secondo minuto che spezza il fiato e che contribuisce enormemente alla riuscita dell’intera composizione,applauso.”As your life ends” è l’unico pezzo un pò più giù di tono,per la maggior parte strutturato su un mid tempo con una ritmica che si ripete un pò troppo e a poco serve il gran bel fraseggio di basso a metà del pezzo per risollevare un attimo l’entusiasmo;chiude la release “Paràsitos”,un ottimo pezzo,pesante acido e tecnicamente ben costruito,il poker servito di una partita con alti e bassi che chiude definitivamente il discorso con una mano vincente all’ultimo colpo.Un buon disco questo degli Aposento,con una voce classicissima ed una enfasi che farà esaltare soprattutto i più puristi del genere,ve ne consiglio vivamente l’ascolto perchè meritano tanto credetemi.Al di là delle imprecisioni dietro e pelli e qualche banalità sparsa qua e là “No safe haven” conferma comunque la buona salute della band,chissà se un giorno li si vedrà in Italia,intanto godete di questo disco,
Enjoy!!!
Giuseppe Musso