Oizys

Aoidos

Formatisi nel 2019 dopo una notte di idromele alla Taberna 58 di Coimbra, in Portogallo, gli Aoidos traggono ispirazione dai bardi e dai menestrelli dell’Antica Grecia. La loro musica combina l’energia feroce del death metal con l’etereità del black metal creando un paesaggio sonoro ricco e strutturato. Influenzati da Gojira, Behemoth, Watain e composizioni di pianoforte classico, gli Aoidos si sono esibiti in tutta l‘Europa sud-occidentale, in festival come il Bajonca Rock Fest, il Rock dos Romanos, il Mosher Fest e il Melena Fest. Recentemente hanno condiviso il palco con Vader, Septicflesh e Moonspell al Laurus Nobilis Music Festival 2024.Il quintetto blackened death metal Aoidos, il cui nome significa bardo in greco antico, pone la narrazione al centro del suo suono potente e atmosferico. Fondendo melodie ammalianti provenienti dai regni del black metal con la potenza e il groove del death metal, gli Aoidos presentano una raccolta di racconti evocativi e ombrosi nel loro prossimo album, “Oizys”,era la dea della miseria e della sventura.Era una figlia della Notte e gemella del dio Momo. In uscita il 29 novembre 2024 via Nox Liberatio Records. Il disco per altro prodotto bene con un suono potente dove però si riesce a distiguere bene tutti gli strumenti.Accompagnati da una devastante batteria suonata da Pedro Miguel che fornisce insieme al bassista Ekid Marques una sezione ritmica provata col fuoco delle due asce João “Freitanás” e Ivo Resende il tutto poi a suggellare il tutto ci sono i growl di Ekid Marques tutta la band quindi offre musicalmente una proposta assolutamente di valore.

Il titolo dell’album, “Oizys”, prende il nome dalla dea greca dell’ansia e della depressione. Nel corso dell’album si intrecciano storie personali, che esplorano le lotte per la salute mentale e testimoniano le sfide affrontate dai propri cari. L’apertura, “Dieaed” (scritta quando Freitanás aveva un’intossicazione alimentare e non aveva un tasto “S” funzionante sulla tastiera), trae ispirazione da Hans Zimmer e funge da introduzione cinematografica, ponendo le basi per i temi rivisitati successivamente in “Trauma”. “Thrall”, l’unico brano senza pianoforte, offre una rappresentazione esplosiva della disperazione e della ribellione. “Fire”, ispirato agli incendi di Pedrógão Grande del 2017, racconta l’equilibrio tra sopravvivenza, dolore e perdita. “Oizys” approfondisce le complessità della salute mentale, utilizzando la metafora di una relazione tossica. La musica riflette questa intensità, con un senso di urgenza che rispecchia la lotta per reagire. “Trauma” è un emozionante paesaggio sonoro con momenti di fugace serenità in mezzo a una strumentazione pesante, con testi in portoghese.

L’acustica “Old Ballad” offre un breve interludio di calma, dando agli ascoltatori spazio per respirare prima dell’intensità di “The Wheels”, che fa leva su elementi di black metal, thrash e punk. Brani come “Black Swan” esplorano la teoria degli eventi imprevedibili che cambiano la vita, risuonando con influenze di Gojira e Children of Bodom.From the Surface Grate” trae ispirazione dal mondo di Warhammer 40.000, descrivendo le lotte sotto esseri simili a divinità. “Slumber” e “All! Everywhere! Always!” chiudono l’album, abbracciando un suono ambient e caotico che rappresenta una fine inquietante.C’è da dire che in tutto questo la copertina di Oizys poteva essere curata meglio essendo fumettosa che raffiguro un oscuro figuro incappucciato il cui saio tutto nero fanno bella mostra due occhi inquietanti.
E di certo anche usando l’intelligenza artificiale l’opera sarebbe stata quanto meno dettagliata rispetto a quello della cover. A parte ciò possiamo definire questo secondo disco della ban portoghese come molto ben riuscito e non mancherà di suscitare quanto un certo interesse.

Stefano Bonelli

Dieaed
Thrall
Fire
Oizys
Trauma
Old Ballad
The Wheels
Black Swan
From the Surface Grate
Slumber
All! Wherever! Always!

João “Freitanás” Freitas – vocals / guitars
Ekid Marques – vocals / bass
Pedro Miguel – drums
Ivo Resende – guitars / backing vocals
Erlkönig – piano