Anvil
One and only
Purtroppo per quanto mi riguarda gli Anvil è una band che non ho seguito molto essendo rimasto rimasto ad album come Forged in fire e Metal on metal. Questo è successo non perché non mi piacessero gli album li ho semplicemente persi di vista perché nel frattempo ho seguito altre band.
Poi come spesso succede eccomi qui davanti al loro nuovo lavoro il ventesimo chiamato “One and only” il titolo segue nella tradizione della band di dare titoli ai loro dischi con tre parole.Va dato adito ai tre canadesi che malgrado siano passati 45 anni circa, tempo durante il quale hanno pubblicato ormai con questo nuovo lavoro il fatidico traguardo di venti album.Una carriera che non si è mai fermata, tranne quando il buon Lips ha dovuto operarsi al cuore e malgrado questo hanno sempre mantenuto una coerenza una determinazione ed una passione mai sopite seguendo il loro modus operandi fatto di dischi tour pausa ed nuovo disco e tour fino a questo nuovo album che mantiene la tradizione musicale intatta.
Ma non tutto quel che luccica è oro lo dico perché in questo disco si sente n po’ di stanca nel songwriting ed i riff risultano commercialucci anzi che no mettiamoci anche la produzione poi cimetta anche del suo e ne esce fuori un disco stantio anche se non manca di canzoni buone.La title track è una canzone che io non avrei messo come opener pur avendo dei buoni riff mentre la seguente Feed your fantasy, invita a liberare le proprie fantasie e non lasciarle chiuse dentro di noi.
Fight for your rights è una canzone velocissima e corta quanto basta per paragonarla ad un pezzo punk, Lips in questa canzone si avvicina a Lemmy con un timbro molto simile al defunto bassista dei Motorhead. Non poteva mancare nemmeno quello che io ho sempre considerato una sorta di trade-mark ovvero di scrivere canzoni dall’incedere lento e maestoso come ad esempio lo è Condemned Liberty che fa coppia con la moumentale Heartbroken qui all’improvviso salta fuori un cantato alla Alice Cooper che tra l’altro non è l’unico particolare perché ogni tanto aleggiano anche i Kiss ma la cosa a mio avviso sorprendente è un brano in particolare World of fools il cui riff è dannatamente uguale a Children of grave dei Black Sabbath però mi piace parecchio in chiusura di album ci arriva un cazzottone in faccia Blind Rage veloce e diretta uno dei pezzi più riusciti .
Concludendo questa recensione, voglio dire che malgrado questo sia un album altalenante, possiamo consideralo come un buon disco che mantiene viva la tradizione del heavy metal classico gli Anvil sono questo di più non ci può aspettare perché se uscissero fuori dai loro canoni forse non sarebbero più loro e noi li vogliamo cosi.
Stefano Bonelli