ANTHRAX + KREATOR + TESTAMENT
@ Alcatraz (MI) – 06-12-2024
Articolo acura di Giacomo Cerutti
Stasera dell’Alcatraz di Milano ha registrato un clamoroso SOLD OUT, per un evento che il popolo thrasher aspetta da tutto l’anno, la MC2 Live ha portato sul palco un micidiale triade formata da leggende che portano il nome di ANTHRAX, KREATOR e TESTAMENT. Per tutti gli appassionati del genere vederli sullo stesso palco è un sogno che si realizza, non sarà solo un concerto ma una lotta per la sopravvivenza, ovviamente i fans accorrono alla venue sin dal mattino presto, e, durante la giornata aumentano sino a formare una lunghissima coda.
TESTAMENT
Quando aprono i cancelli i fedelissimi si piazzano subito sottopalco, e, durante l’attesa il locale si riempie in ogni sua parte, oggi anche il “very special guest” è una vera e propria icona ovvero i devastanti TESTAMENT. La tensione è già alta e dopo il sottofondo (You Gotta) Fight for Your Right (To Party!) dei Beastie Boys, le luci si abbassano e mentre il palco si tinge di rosso Chuck Billy e compagni entrano in scena, spezzando le urla plateali con D.N.R. (Do Not Resuscitate) dando inizio al massacro. Veterani del thrash bay area dal 1987 gettano benzina sulla platea in fiamme, sparando a raffica cannonate come First Strike Is Deadly, The Formation of Damnation, Low sino a WWIII e Children of the Next Level dall’ultimo disco Titans Of Creation del 2020, l’unico momento dove si riesce a respirare è durante Return to Serenity. Il moshpit non dà tregua e le ossa cominciano a scricchiolare, mentre Eric Peterson emette una ritmica lacerante affiancato dai riff ed assoli lancinanti di Alex Skolnick, le corde del basso di Steve DiGiorgio si stringono attorno ai fans come spire di serpente, mentre il giovane Chris Dovas entrato in formazione nel 2023, pesta su piatti e pelli senza pietà consapevole di ricoprire un ruolo fondamentale, sostituire predecessori del calibro di Paul Bostaph, Gene Hoglan e Dave Lombardo non è assolutamente facile. I californiani diffondono violenza a tutto spiano capitanati dall’imponente frontman Chuck Billy, che guida questa macchina da guerra alternando voce graffiante a ruggiti brutali, lanciando generosamente plettri e incitando il casino generale, anche se non c’è né bisogno tra moshpit e crowd surfing, divertente quando un fan gli lancia un cappello a forma di albero di natale che indossa e poi rilancia. Con Into The Pit terminano una performance sinergica, granitica senza fare prigionieri, purtroppo il tempo a disposizione non è molto e sono costretti a tralasciare hit importanti come Over The Wall, Practice What You Preach, The New Order e altre, cosicché i fans raccolgono le forze per acclamare degnamente questi mostri sacri.
Setlist:
D.N.R. (Do Not Resuscitate)
3 Days in Darkness
WWIII
Children of the Next Level
The Formation of Damnation
Return to Serenity
First Strike Is Deadly
Low
Native Blood
Electric Crown
More Than Meets the Eye
Into The Pit
Line-up:
Chuck Billy – vocals
Eric Peterson – guitar
Alex Skolnick – guitar
Steve DiGiorgio – bass
Chris Dovas – drums
KREATOR
Dopo questa batosta iniziale dalla California, diamo un rumoroso benvenuto ai capostipiti del thrash metal teutonico, il sottofondo Run to the Hills degli Iron Maiden carica ancora di più i fans, dopodiché subentra l’inquietante intro Sergio Corbucci Is Dead, cade il telone con la loro effige ed ecco i terrificanti KREATOR, capitanati dall’inossidabile Mille Petrozza soffocano le nostre urla investendoci con Hate über alles, title track dell’omonimo disco del 2022. Il precedente moshpit aumenta tanto da diventare un’infernale carneficina, incitata dalla pura violenza generata dalla band che si diffonde rapidamente, dalle chitarre di Mille Petrozza e Sami Yli-Sirniö sfociano fiumi di riff sanguinari e assoli spietati, un concentrato di furia e tecnica accompagnata da linee di basso di cemento armato, scagliate dall’ex Dragonforce Frédéric Leclercq in pianta stabile dal 2020, che scenicamente si dimostra un valore aggiunto per dinamicità e interazione. Dall’alto della pedana centrale, lo schiacciasassi Jürgen “Ventor” Reil tortura piatti e pelli dando propulsione alla ritmica, infine il temibile Mille stringe in una morsa fatale i fans con la sua voce abrasiva, come sempre dimostra il suo orgoglio delle sue origini italiane, particolarmente coinvolgente comanda moshpit, wall of death e molto crowd surfing. La violenza si rispecchia anche nella scenografia dominata dalla mascotte Violent Mind, oltre a demoni giganti gonfiabili e cadaveri sia impiccati che impalati, inoltre durante alcune canzoni si sollevano colonne di fumo, infine usano i cannoni spara coriandoli che si mescolano col sangue dei fans che si massacrano canzone dopo canzone. Dal nuovo disco eseguono ancora Stronger Of The Strong, che dedicano di cuore ai compagni Testament, Anthrax e a tutti i noi, dando poi spazio al passato con bastonate sui denti come Phobia, Enemy of God, Hordes of Chaos, Betrayer, Terrible Certainty, Violent Revolution e Satan Is Real, disseminate come una serie di mine vaganti di cui l’ultima prende il nome di Pleasure To Kill. Come da tradizione i KREATOR hanno seminato morte e distruzione, tenendo ancora oggi alto l’onore del thrash tedesco come dal 1982, raccogliendo applausi, cori e urla di dolore si ritirano a testa alta lasciando il palco ai tanto attesi headliner.
Setlist:
Intro – Sergio Corbucci Is Dead
Hate Über Alles
Phobia
Coma of Souls
Enemy of God
666 – World Divided
Hordes of Chaos (A Necrologue for the Elite)
Hail to the Hordes
Betrayer
Satan Is Real
Intro – Mars Mantra
Phantom Antichrist
Stronger Of The Strong
Terrible Certainty
Intro – The Patriarch
Violent Revolution
Pleasure To Kill
Outro – Apocalypticon
Line-up:
Mille Petrozza vocals/guitar
Sami Yli-Sirniö – guitar
Frédéric Leclercq – bass
Jürgen “Ventor” Reil – drums
ANTHRAX
Se finora abbiamo assistito in prima persona a due prove concrete di massacri, ora prepariamoci al vero e proprio pandemonio con l’arrivo dei terremotanti ANTHRAX, la tensione è inevitabilmente altissima e cresce durante il cambio palco. Quando le luci si spengono sul telone banco che copre il palco, viene proiettato un video introduttivo che alterna frammenti di scene live, con messaggi di encomio da parte di noti personaggi della scena metal come Gary Holt, Kerry King, Slash, Dave Mustaine, Steve Harris, Phil Anselmo ma anche l’attore Keanu Reaves, lo scrittore Stephen King e il regista John Carpenter. Al Termine parte un secondo video in cartone animato con protagonista Not Man, che ripercorre la gloriosa carriera della band finchè non si scontra con un’autocisterna che esplode, quando il fumo si dissolve parte A.I.R. mentre sul telone retroilluminato appaiono le sagome dei musicisti, la folla scoppia di adrenalina e dopo circa 1 minuto viene calato il telone, la band si palesa in tutta la sua potenza scatenando l’inferno. Da ora in poi non c’è scampo per nessuno la platea diventa un campo di battaglia, nel moshpit i corpi rimbalzano come palline da flipper, una miriade di persone si fanno sollevare e lanciare a discapito dei fans in prima fila, che per la forte pressione diventano un tutt’uno con la transenna, non c’era d’aspettarsi diversamente di fronte a dei colossi facenti parte dei BIG 4. Nonostante siano sulla breccia dal 1981, sprizzano energia da tutti i pori macinando chilometri sula palco, sganciando bombe una dopo l’altra mandando i fans in delirio, decidendo di tralasciare l’ultimo disco For All Kings del 2016, la canzone più recente proposta è Fight ‘Em ‘Til You Can’t tratta da Worship Music risalente al 2011. Concentrano lo show sul repertorio old-school, traendo pietre miliari dai primi sei dischi in particolare dal capolavoro Among The Living, sparando proiettili come Caught in a Mosh, Got the Time (Joe Jackson cover), Madhouse, Metal Thrashing Mad, Antisocial (Trust cover) e via proseguendo freneticamente. Scott Ian unico membro originale, è la colonna portante della ritmica affiancato da Jonathan Donais, dalle loro chitarre partono fulmini e saette che fanno terra bruciata, i giri di basso sferrati dallo scatenato Frank Bello ti rimbombano nello stomaco, mentre alla batteria abbiamo il martello pneumatico Charlie Benante, un concentrato di potenza e precisione infallibile non a caso scelto per suonare nei riformati Pantera. L’imponente muro di suono è completato dalla tagliente voce di Joey Belladonna, particolarmente coinvolgente, spiritoso e generoso nel regalare plettri, il tripudio tra canti in coro, urla sguaiate, persone lanciate e schiacciate si protrae sino alla pausa prima dell’encore. Gli statunitensi tengono ancora in serbo Indians e Efilnikufesib (N.F.L.), dando ai fans il colpo di grazia dimostrando dopo quarant’anni di essere ancora belli freschi, dopo questa micidiale performance la folla li ricambia con un tifo da stadio, mentre i superstiti irriducibili vorrebbero che continuassero in platea si contano le vittime.
Coloro che erano presenti stasera come il sottoscritto, può raccontare di essere aver visto l’Alcatraz nel tempio del thrash metal, dove la sacra trinità composta da TESTAMENT, KREATOR e ANTHRAX hanno fatto tremare le pareti e raso al suolo tutto, bagnando il palco con sudore e sangue suonando con immensa passione e professionalità, ringraziamo la MC2 Live per aver organizzato questo fantastico evento, sperando che ne porterà altri di questa portata. Alla prossima!