Anthrax

Fistfull of Metal

Lontano dalla Bay Area, a New York, Il 28 gennaio 1984 esordiscono discograficamente i mitici Anthrax, americani ma qui musicalmente anche vicini all’Europa. Un tale prodotto contiene un ché di quadrato alla tedesca che li fa pressanti ed impattanti, ma contiene anche altre ispirazioni, tra cose americane tradizionali a poi un respiro NWOBHM. Il gruppo aveva inciso un demo nel 1982 di metal strettamente legato al sound del movimento britannico appunto, ma anche il secondo demo del 1983 (anno d’esordio di Metallica e Slayer) non possedeva sonorità thrash.

Quando arriva il loro primo album, il thrash esiste già ufficialmente da 5 mesi ma gli Anthrax lo sfiorano soltanto con la prima traccia senza entrarci davvero. Quello che pubblicano è fonte della loro affezione da fan per l’heavy proveniente soprattutto dalle terre del vecchio continente; probabilmente l’indurimento che si ascolta è derivato da quello che sta succedendo in quel momento storico ma senza portarli ad utilizzare il nuovo genere. Del resto in quel periodo sono in auge anche Street, Hair e Pop Metal, il thrash non è ancora sviluppato in tutte le sue sfaccettature; ci penseranno poi gli stessi Anthrax, una volta maturati, ad aggiungervi del loro e ad aumentare la grandezza del genere. Ad ogni modo è sì, una influenza proveniente dal passato, ma proiettata verso il futuro, nel senso che questo è comunque un disco moderno considerando il contesto del 1984.

I brani migliori.DEATHRIDER’ è un pezzo micidiale: Power-Metal alla Judas che tocca parzialmente speed e thrash, quindi con la carica di un muro sonoro anticipando in maniera geniale il power di ‘Ride the Sky’ degli Helloween (1985) e di ‘Hammered’ dei Flotsam and Jetsam (1986) che assomigliano appunto, come carattere, a questa song degli Anthrax. Ancora potenza, ma stavolta al 100% Heavy Metal nonostante il titolo contenga il termine “thrashing”, ‘METAL THRASHING MAD’, il quale pezzo è un solido attacco heavy/speed che si riversa sull’ascoltatore pur utilizzando una linea cantata melodica, ma dove è l’acuto vocale prolungato del ritornello a fare presa immediata; il giro riffico va riferito agli americani Riot e non solo, elemento appunto dei primi anni ottanta che però risulta un felicissimo punto di riferimento. L’epico ‘DEATH FROM ABOVE’ è un episodio cadenzato che riesce ad essere pieno di feeling rockeggiante, incede corposo e tocca alcune caratteristiche estetiche della NWOBHM, realizzando un momento dalla ficcante durezza marziale, meno violento ma più scuro. La rutilante ‘PANIC’ ricorda lo speed degli Exciter, lineare e selvaggia senza alcuna elucubrazione cerebrale, ma solo istinto e corsa; giusto l’assolo diventa più elaborato, tornando ancora alle ispirazioni Hellowiane, divertendo ed eccitando gli animi con una performance sopra le righe.

I brani minori.Subjugator’ è un heavy in massima parte tirato che cerca di essere variegato, di buona fattura ma brilla meno delle altre tracce, anche se le parti soliste sono efficacissime; l’ispirazione sembra derivare dai britannici Raven.Soldiers of Metal’ è un brano NWOBHM, oscillante tra Iron Maiden ed Angel Witch, pezzo roccioso ma non in grado di entusiasmare appieno. Totalmente americano alla Ted Nugent è ‘Anthrax’ che appare meno scura e più divertente, in un certo qual modo facendo intravedere lo spirito degli Anthrax che saranno; in realtà formalmente questo pezzo non è al massimo delle possibilità espressive del gruppo, cioè una song riuscita a metà, mezza eclettica e mezza canonica. ‘Across the River’ è un breve strumentale che ricorda gli Anvil del 1982, ma non è irrestibile. E che i canadesi Anvil siano nelle corde della band si sente nel riffing di ‘Howling Furies’, ma anche nella conformazione della song, e però essa manca dell’eccitante groove che i canadesi avevano al tempo, anche qui costruendo un filler e nulla più.

Bella rotonda la cover di Alice Cooper I’m Eighteen’ del 1972, quasi brano da Street Metal alla Kiss, sebbene interpretata con una forza metallicamente più incisiva, cioè una cover gestita particolarmente bene.

Questo è un bel disco, ma non ha niente a che fare con gli Anthrax dal secondo lavoro in poi. Positiva è la prova del cantante, virtuoso negli acuti il cui timbro roco è funzionante, forse acerbo, ma riuscendo nell’intento di essere graffiante. Non è insomma un’ugola di serie b, anche se non durerà perché nel secondo album entrerà a sostituirlo lo storico Joey Belladonna. Stupendi i saettanti assoli, ricercati e dalla forte dose di elettricità; a volte sono proprio essi a sollevare le sorti del singolo pezzo. Si percepisce talvolta un senso non sempre a fuoco dell’esecuzione e del songwriting, ma nell’insieme tutto fila liscio. E’ un disco che ha valore, degno di essere goduto. C’è molta dimestichezza col metal del passato e solo alcuni spunti di novità, ma si sente che la band sa gestirsi. Insomma questa non è un’opera Thrash, e gli Anthrax non lo hanno inventato, ma dal secondo album in poi hanno inventato una peculiare modalità di concepirlo, eccentrico ed eclettico, legato all’hip-hop statunitense. Insomma un thrash diverso da quello degli altri che permette loro di essere così particolari da meritare un posto nei “Big Four”, cioè nel podio dei più innovatori pur non essendo inventori del genere. Ma del resto neanche gli Slayer sono stati gli inventori, onore che è solo di Metallica e Mustaine. Nella corrente stilistica, comunque, gli Anthrax sono più vicini ai Metallica che agli Slayer, in quanto dal suono più pulito, dalla modalità della tecnica riffica e per le atmosfere più solari e non scure alla Venom. Per la loro specifica essenza, val bene celebrare il quarantennale del loro debutto in società, anche se tramite un disco come questo che non li caratterizzerà. Il genio vero e proprio arriverà dopo.

Roberto Sky Latini

Megaforce Records
www.anthrax.com

Deathrider
Metal thrashing Mad
I’m Eighteen
Panic
Subjagator
Soldier of Metal
Death from above
Anthrax
Across the River
Howling Furies

Neil Turbin – vocals
Scott Ian – guitar
Dan Spitz – guitar
Dan Lilker – bass
Charlie Benante – drums

Deathrider – 3:30 (Charlie Benante, Dan Lilker, Scott Ian Rosenfeld, Dan Spitz, Neil Turbin)
Metal Thrashing Mad – 2:39 (Benante, Lilker, Rosenfeld, Spitz, Turbin)
I’m Eighteen – 4:02 (Bruce, Buxton, Cooper, Dunaway, Smith) – (cover degli Alice Cooper)
Panic – 3:58 (Lilker, Rosenfeld, Turbin)
Subjugator – 4:38 (Benante, Lilker, Rosenfeld, Spitz, Turbin)
Soldiers of Metal – 2:55 (Lilker, Rosenfeld, Turbin)
Death from Above – 5:00 (Rosenfeld, Spitz, Turbin)
Anthrax – 3:24 (Lilker, Rosenfeld, Turbin)
Across the River (strumentale) – 1:26 (musica: Lilker, Rosenfeld)
Howling Furies – 3:55 (Lilker, Rosenfeld)