Alkhemia
Abraxas
Parto con dire che questo disco mi è piaciuto molto. Abbiamo a che fare con una band dedita a un black metal sinfonico, melodico dove si può, ma con tratti somatici industrial.
Gli Alkhemia arrivano dalla Francia, a tal proposito ho apprezzato il tentativo riuscito nell’essere ancorati alla terra madre, la band nonostante abbia influenze chiaramente legate alle terre del Nord è stata capace di sublimare il marchio di fabbrica con soluzioni che ammiccano alla terra madre. Sono cinque i brani, carichi di aggressività sonora, melodia, originalità e una buona caratura tecnica, con cui la band è riuscita a districarsi al meglio anche nei momenti più impegnativi. Non fatevi ingannare dal numero di canzoni, solo cinque, nonostante tutto gli Alkhemia nei 39 minuti a disposizione hanno fatto centro, l’obiettivo è stato raggiunto, “Abraxas” è un album capace di lasciare il segno.
“Homopresence” è la traccia numero uno, spetta a lei fare gli onori di casa; già dalle prime note, insieme al muro compatto di riffs profondi arriva l’indignazione verso il mondo. La band suona bene sia attraverso il metal estremo, tuttavia gli Alkhemia non lasciano a desiderare neppure dove si ricerca l’eleganza. Ancora best-beat sulle note di “Toxicon” altro brano che mi convince, grazie anche a un chorus difficile da dimenticare. “Abraxas” è un debut album, credetemi il disco suona già maturo, a sottolineare che la strada è stata tracciata, e molto bene. Un plauso anche per gli arrangiamenti e per la produzione artistica, ci troviamo di fronte a suoni odierni, anche se gli strumenti suonano comunque molto naturali. “Transhumanization” aggiunge qualcosa a quanto detto, conosciamo la band anche attraverso la sua benevolenza epica.
“Primaveal Pantheons” è la canzone più lunga dell’album, dove c’è spazio per tutte le sfaccettature dei temibili francesi, a farla da padrone un sinistro mid-tempo, che lascia spazio a tempi meno rassicuranti, specie sulla coda del brano.Traccia numero cinque “Reminiscence Quintessence”, di fatto conferma quanto di buono gli Alkhemia hanno detto fino a qui, un brano che raccoglie tutte le volontà della band transalpina. Ancora una volta la Francia ci consegna una band davvero interessante, super consigliata a chi ama il metal estremo.
In alto il nostro saluto!
Trevor