Aka5ha

Rifiorirai

Ascoltare “Rifiorirai” significa entrare in un territorio emotivo sospeso, dove ogni suono vibra come un nervo scoperto e ogni parola è scelta con la precisione di chi sa che, talvolta, basta un soffio per far crollare o rinascere un mondo interiore. Il nuovo album di AKA5HA ,il progetto artistico di Matteo Castaldini ,pubblicato da Tanca e co-prodotto con IOSONOUNCANE, è un’opera che porta con sé una tensione costante: quella fra immobilità e trasformazione, fra torpore e risveglio, fra la voglia di restare al riparo e il bisogno di attraversare la ferita per poter rifiorire. È un disco che non si accontenta di raccontare il dolore: lo osserva, lo sonda, lo abita, fino a trasformarlo in una forma di luce.Fin dal primo ascolto, “Rifiorirai” si rivela come un racconto emotivo prima ancora che narrativo. L’immagine che AKA5HA stesso usa per descriverlo , quella sensazione di non riuscire a muoversi durante un episodio di paralisi del sonno, quando la mente è vigile ma il corpo è inerme , è un’immagine chiave per leggere tutto l’album.

Le tracce sono la lenta riconquista di un movimento, il tentativo di riappropriarsi di un corpo, di una voce, di un ritmo, mentre il mondo fuori sembra sempre più incomprensibile e feroce. È musica che nasce da una tensione intima e quotidiana, ma che risuona con le inquietudini del presente, come se riconoscesse che smarrimento personale e smarrimento collettivo non sono che due facce della stessa paralisi.Le tracce ,Inverno 96, Senza, Nell’aria, D’infanzia, Aia, Magia, Room ½, Ivi, Rituale e Rondine, non sono una narrazione lineare, ma un percorso di densità variabile, un’oscillazione continua fra ricordo e desiderio, rabbia e contemplazione. La sensazione è quella di attraversare stanze diverse della stessa casa interiore: alcune immerse nel buio, altre accecate da un’improvvisa luminosità, altre ancora avvolte in un pulviscolo che rende difficile distinguere i contorni. Ogni brano è un nodo emotivo che si scioglie lentamente, o che resta volutamente irrisolto, come se la musica non cercasse risposte ma spiragli.

Dal punto di vista sonoro, il disco conferma la maturazione del percorso dell’artista bolognese. Chi conosceva AKA5HA come produttore orientato al mondo urban/rap, qui ritrova la sua meticolosa tecnica e la cura chirurgica del dettaglio, ma incanalate in una forma diversa: un cantautorato elettronico contemporaneo, in cui voce e parola diventano l’elemento portante del racconto. Se nel precedente ”Incanto e disperazione” la voce era trattata come materia timbrica da modellare, in “Rifiorirai” avviene un ribaltamento: la voce diventa presenza, corpo, confessione non dichiarata ma inevitabile. L’intervento di IOSONOUNCANE in questo senso è percepibile: la voce viene dapprima “spogliata” ,niente riverberi rassicuranti, niente compressioni che ammorbidiscono le imperfezioni, niente autotune che uniforma, e poi ricostruita in modo consapevole, essenziale, mirato. Resta, a conti fatti, vulnerabile. E proprio per questo potente.

Le influenze dichiarate (Radiohead, Moderat, Floating Points, Bon Iver ) non definiscono un’imitazione, ma una costellazione di riferimenti che orientano alcune scelte strutturali: la pulsazione elettronica che diventa disegno ritmico, i sintetizzatori che non invadono ma scolpiscono lo spazio, la relazione organica fra voce e trattamento digitale, la capacità di rendere la malinconia non semplice sentimento ma motore di ricerca sonora. In diversi momenti, emerge un dialogo sotterraneo fra organico e artificiale: le chitarre acustiche si frantumano in eco digitali, le percussioni etniche si intrecciano con campionamenti e modulazioni, le voci si duplicano e si dissolvono come fantasmi.

La malinconia è certamente il filo conduttore del disco, ma non una malinconia rassegnata: è una postura, una lente attraverso cui osservare la fragilità e la bellezza dei legami umani, il tempo che passa, la memoria che ritorna sotto forma di bagliori. C’è rabbia, invece, nella ritmica, spesso asciutta, diretta, quasi marziale. È una rabbia controllata ma onnipresente, un respiro che pulsa sotto la superficie, come se ogni brano avesse due cuori che battono in sincrono: uno lento e meditativo, l’altro più irrequieto e instabile.Tra le tracce, “Ivi” si impone come il centro emotivo dell’album. Il verso «Quando il corpo muore, rifiorirai» non è solo un’immagine poetica, ma una dichiarazione di intenti: la rinascita non è promessa consolatoria né risarcimento; è un processo che nasce dal dolore stesso, che riconosce la ferita come luogo generativo. È la chiave di lettura dell’intero disco e anche la chiave simbolica, che ritrae un albero sospeso, in trasformazione, in un limbo che è sia luogo di morte che di rigenerazione. È un’immagine di movimento, non di arrivo.

Molti brani sembrano evocare ricordi d’infanzia, frammenti di esperienze, volti lontani, amori perduti, ostinazioni della vita quotidiana. Alcuni momenti sono quasi ipnotici; altri si aprono in improvvise dilatazioni luminose, come se la musica respirasse dopo un lungo apnea. È un disco che non ha paura del silenzio: lo usa, lo accoglie, lo trasforma in spazio per stare con sé stessi. Ma allo stesso tempo non teme l’eccesso, il rumore che incalza come un’onda emotiva.Il cortometraggio “Talea”, diretto da Simone Peluso, non è solo un accompagnamento visivo, ma un’estensione naturale dell’universo di “Rifiorirai”. I frammenti musicali dell’album che ne costituiscono la soundtrack suggeriscono che l’opera è pensata come un ecosistema: ascolto e visione convivono, si alimentano a vicenda, entrambe raccontano una trasformazione che parte da una radice ferita. È raro trovare una coerenza estetica così forte fra progetto sonoro e progetto visivo, ed è un dettaglio che contribuisce a rendere “Rifiorirai” un’esperienza immersiva, più che un semplice ascolto.

Alla fine, ciò che rimane è la sensazione di aver attraversato un territorio fragile ma necessario. “Rifiorirai” è un disco che chiede ascolto attento, tempo, disponibilità emotiva. Non si concede al primo impatto: va abitato. Ma una volta dentro, rivela una quantità sorprendente di sfumature, di dettagli che emergono a ogni riascolto, di vibrazioni che parlano a parti di noi spesso silenziose. È un’opera matura, complessa, ma attraversata da una sincerità che arriva dritta, senza filtri inutili.

Se l’obiettivo di AKA5HA era portare alla luce quel tremore interiore che immobilizza, restituire movimento dove c’è torpore, dare voce a ciò che resta sospeso, allora “Rifiorirai” è un successo pieno. Non perché addolcisca il dolore, ma perché lo rende fertile. Perché mostra che rifiorire non è un esito, ma un processo: fragile, lento, costante e incredibilmente umano.

Anna Cimenti

Inverno 96′
Senza
Nell’ariaD
infanzia
Aia
MagiaRoom 1/2
ivi
Rituale
Rondine

Scritto e mixato da AKA5HA
Masterizzato da Domenico Vigliotti
La produzione artistica è di AKA5HA e IOSONOUNCANE.