Motley Crue
Too fast for Love
Il 10 novembre esordisce il combo più irruento e sporcaccione del metal, nichilismo e attitudine sexy la fanno da padrone, e l’album ‘Too fast for Love’ accende una miccia che farò deflagrare un successo fiammeggiante.
La copertina non assomiglia a quella del secondo album ‘Shout for the Devil’ molto glam e sessualmente provocante; qui abbiamo un look in pelle e borchie in linea con lo stile della NWOBHM dall’altra parte dell’oceano. Il periodo è lo stesso e però la musica rimane fortemente ancorata al metal del decennio precedente.
L’album inizia subito con un riff tipico della band, riconoscibilissimo, è quello di una delle song più esplosive della band ed è rimasta tra le più famose della loro carriera: ‘Live Wire’. Altrettanto Motleyane sono ‘Take Me to the Top’ anche se meno rutilante e la title-track ‘Too Fast for Love’ che gioca con il coretto. La traccia dal punto di vista sonoro che appare molto più tranquilla ed inoffensiva è ‘Public Enemy’, molto americaneggiante, con agganci al rock meno violento dei Cheap Trick, eppure contiene un ottimo assolo e la linea melodica è accattivante. Nella semiballata sguaiata e nervosa di ‘Merry go Round’ troviamo proposizioni in embrione di alcune song del futuro, ma l’assolo qui vuole essere più raffinato della song stessa. Purtroppo l’ingenuità fa si che il riff copiato agli Scorpions (‘Lovin’ You Sunday Morning’ del 1979) di ‘Piece of Your Action’ diminuisce il valore di una song che però tira fuori una session della sei corde solista interessante. In ‘Starry Eyes’, brano cadenzato, il singer cerca una visibilità piaciona, ma la song non è così memorabile, piuttosto semplice e debole, anche se prova a variare sul tema rimane poco incisiva, diciamo un filler. La traccia finale ‘On with the Show’ ha una tipologia di approccio allegro che si avrà anche in futuro, ma qui non maturo, con tanta indecisione, anche se la canzone diverte e possiede un ché di accattivante. ‘Stick to your Guns’ è una bella cavalcata che ricorda i primi Riot, un brano presente nella versione originaria del disco ma non in quella ripubblicata dalla Elektra (inserita anni dopo), è un pezzo dinamico con dentro una session strumentale un po’ fuori dalle righe rispetto alla stilistica del lavoro, ma che risulta comunque fresca e frizzante.
Il disco non ha l’originalità in tutti i punti del lavoro, ma già è possibile percepire la carica e la personalità che poi emergerà più decisa nel secondo capitolo di due anni dopo. Qui però inizia la carriera di un gruppo che ha fatto la storia del metal e di un certo tipo di espressività. Guardando al look effeminato troviamo quelle visioni che già nel 1971 avevano creato i New York Dolls, ma in fondo anche il genere suonato non ne è così lontano. C’è infatti anche una attitudine menefreghista punk che la non perfetta registrazione riesce a sottolineare in una certa misura. Anche le esecuzioni non sono propriamente pulite, chiaramente cosa dovuta all’inesperienza e magari ai pochi soldi. La ricerca solista invece della chitarra ha molto da dire e anche se con qualche sbavatura si sente la voglia di far emergere la propria verve. In generale si percepisce una certa essenza settantiana che si allaccia ai gruppi meno seriosi del passato (Sweet; Slade) con un accenno un po’ timido al panorama presente in quel momento, più duro di loro. In realtà si trova sia il sound hard sia quello heavy, ma non mescolato, bensì usato a seconda delle canzoni. Quindi con una direzione di fondo irresoluto, che non permette loro di essere ad un certo livello compositivo. In effetti è un disco che supera di poco la sufficienza, ma è solo la prova per il passo successivo. Si, si sente che sono acerbi, ma si sente anche che sono musicisti veri, che hanno attitudine. E infatti dopo quaranta anni da questo inizio, il mondo rock festeggia il loro mito. Festeggiamo il quarantennale.
Roberto sky Latini
Leathur Records (1981)
Elektra Records (1982)
www.motley.com
Live Wire
Come on and Dance
Public Enemy #1
Merry-Go-Round
Take Me to the Top
Piece of Your Action
Starry Eyes
Too Fast for Love
On with the Show
Stick to your Guns
Vince Neil – vocals
Mick Mars – guitar
Nikki Sixx – bass
Tommy Lee – drums