Stadio Flaminio, Roma, 23/05/1993

Bruce Springsteen
Articolo a cura di Lubranomic

Ci sono eventi che non si limitano a passare nella nostra vita, la segnano,la stravolgono e vi entrano con la forza di una rivelazione .Uno degli eventi che ha cambiato la mia vita è stato il concerto di Bruce Springsteen allo Stadio Flaminio di Roma del 23 maggio 1993.
Dopo questo episodio la musica per me non è stata più la stessa,la vita per me non è stata più la stessa.Posso tranquillamente affermare che Bruce Springsteen è stato il primo “Essere” ad aprirmi gli occhi al mondo fornendomi la Migliore Colonna Sonora possibile.Non perché tutto prima fosse senza senso, ma perché tutto ha assunto un nuovo significato.Quel 23 maggio 1993 Roma aveva un cielo strano, leggermente velato, come se stesse trattenendo qualcosa.Arrivai allo Stadio Flaminio con il mio amico Dario,suo zio Arturo e Sauro nel primo pomeriggio, con quella sensazione allo stomaco che riconosci solo quando sai che stai per vivere qualcosa che non si ripeterà. Non era il Bruce della “street Band”, lo sapevamo tutti,  proprio per questo l’attesa era carica di una tensione diversa, più adulta.

Dentro lo stadio l’atmosfera era composta, quasi sospesa. Poche scenografie, palco pulito, strumenti ben in vista.Quando le luci si abbassarono e Bruce salì sul palco, solo con la sua chitarra acustica,in un Italiano scomposto disse: “è bello di rivederti,questa è una canzone chiamata Seeds”…. Lo show iniziò e il mio cuore si fermò per qualche attimo lasciando spazio alla vista e all’udito.Quando giunse “Better Days” fu un manifesto di gioia misto a gloria.Bruce attaccò deciso, la voce forte, il sorriso accennato. Non cercava l’applauso facile: sembrava voler dire “sono qui, oggi, così come sono”.La band girava alla perfezione, con Zach Alford a dare spinta ritmica, Shayne Fontayne e Crystal Taliefero a colorare il suono con una modernità che all’epoca spiazzava molti.“Lucky Town” portò una luce quasi solare nello stadio.Ricordo distintamente Bruce che guardava il pubblico mentre cantava, come se stesse cercando conferma che fossimo ancora con lui, nonostante il cambiamento. E lo eravamo eccome!

Poi arrivò “Because the Night” e lo stadio cambiò volto. Le luci si abbassarono, il suono diventò più teso. Non era la versione furiosa degli anni ’78–’80: era più controllata, più amara.Ogni verso cadeva come un macigno. In quel momento sentii il silenzio vero, quello che solo i grandi concerti sanno creare: decine di migliaia di persone immobili, rapite davanti ad una Divinità del Rock.“Thunder Road” fu uno dei momenti più intensi della serata,il pubblico era in religioso silenzio, il cielo di Roma sopra di noi e le parole del Boss  sembravano galleggiare nell’aria. Cantai sottovoce, con un nodo alla gola insieme al mio amico “Fischietto”,fù proprio in quel momento che capii che non stavo assistendo a un concerto, ma a un atto di verità.

Quel pezzo dal vivo aveva una forza emotiva enorme e Bruce la cantava con una sincerità disarmante, quasi fragile, mentre il vento serale iniziava a muovere l’aria sugli spalti.Sentivo chiaramente ogni parola, ogni respiro, sembrava una confessione pubblica.Ancora oggi è la mia canzone preferita del Boss e penso lo sarà per sempre.Quando partì “Born to Run”, il Flaminio esplose davvero,cantammo tutti, senza freni.Ma anche lì, Bruce non cercava la nostalgia: accelerava, spingeva, ma teneva tutto sotto controllo.Era la canzone di sempre, ma cantata da un uomo che aveva vissuto davvero quella strada.Uscendo dallo stadio, camminando lentamente verso il Tevere, avevo addosso una strana calma. Non avevo visto il Bruce dei poster attaccati nella mia cameretta, con giacche di pelle e delle luci accecanti ma avevo visto un uomo che aveva avuto il coraggio di cambiare davanti a tutti.

Quel 23 maggio 1993, allo Stadio Flaminio, Bruce Springsteen non cercò di essere una leggenda ma scelse di essere reale ed è per questo che, ancora oggi, quel concerto vive dentro di me come uno dei più intensi che abbia mai visto.
Grazie Bruce dal profondo del mio Cuore!!!

SETLISTS:

Seeds
(Acoustic)
Adam Raised a Cain
(Acoustic)
This Hard Land
(Acoustic)
Better Days
Lucky Town
Atlantic City
57 Channels (and Nothin’ On)
Trapped
(Jimmy Cliff cover)
Badlands
Satan’s Jeweled Crown
(The Louvin Brothers cover)
My Hometown
Leap of Faith
Man’s Job
Roll of the Dice
Downbound Train
Because the Night
(Patti Smith Group cover)Bril
liant Disguise
Human Touch
The River
Who’ll Stop the Rain
(Creedence Clearwater Revival cover)
Souls of the Departed
Born in the U.S.A.
Light of Day
Encore:
Hungry Heart
Glory Days
Thunder Road
Born to Run
My Beautiful Reward
Working on the Highway
Midnight Special
([traditional] cover)
Rockin’ All Over the World
(John Fogerty cover)
Bobby Jean
It’s All Right
(The Impressions cover)