Intervista ai Goad con il loro nuovo album Dusketta

articolo a cura di Drakll 218

  1. Ciao e benvenuto su Tempiduri! Presenta i GOAD!
    I GOAD sono una storica band (progressive?) rock fiorentina, guidata da me, Maurilio Rossi, attiva da quasi mezzo secolo. La nostra musica è un intreccio di Prog sinfonico, atmosfere oscure e poesia, sempre sospesa tra sogno e realtà, in perenne ricerca di un suono sempre differente.
  1.  Parliamo in generale di “Dusketha”. Quanto ci è voluto per portarlo a termine e come è andato l’intero processo di realizzazione?
    “Dusketha” è un doppio album uscito il 10 ottobre 2025 per My Kingdom Music. Ha richiesto anni di lavoro, perché ogni brano è stato registrato con cura, passando da strumenti elettrici e acustici a registrazioni analogiche e digitali per ottenere un suono caldo e profondo. È un’opera monumentale: 18 tracce per quasi due ore di musica, con il processo del “bounce to bounce” ( su nastro e poi in digitale e all’inverso) a dare il tocco di analogico che cercavamo in più!
  1. Parliamo dei musicisti che ti hanno accompagnato questa volta per la realizzazione di questo album.Io ho scritto testi, composto e suonato gran parte degli strumenti, ma mi sono circondato di collaboratori fidati che hanno arricchito il disco con fiati, archi e percussioni. I fidati sodali di lunga data sono stati Claudio Nardini alla batteria, Alessandro Bruno a ogni tipo di fiati e strumenti a corda, Frank Diddi idem , Martino Rossi e Gianni Rossi e il drummer storico Paolo Carniani.
  1.  Quali pensi che siano state le band che più hanno influenzato il sound dei GOAD e che ancora prendi come riferimento?Le influenze principali arrivano dalla musica classica, jazz, blues e dal progressive rock classico (King Crimson, Genesis, Van der Graaf Generator), ma anche dal lato più oscuro e poetico della musica, con richiami a Pink Floyd e atmosfere gotiche. Poi ho sempre intrecciato queste radici con la letteratura anglo-americana (Keats, Poe, Lovecraft, Masters, Graham). 
  1. Pensi che affronterete un tour di supporto a “Dusketha”?Non ci sono ancora conferme ufficiali, ma la natura epica e teatrale di “Dusketha” si presta a un tour di presentazione. La band ha spesso portato i suoi lavori dal vivo, quindi è probabile che ci siano date selezionate per celebrare l’uscita.
  1.  In cosa pensi che i GOAD si differenzino dal resto delle band progressive rock?I GOAD si distinguono per la fusione tra musica e poesia. Non si limitano a creare brani prog, ma costruiscono vere e proprie esperienze letterarie e sonore, con testi che dialogano con la grande tradizione poetica e atmosfere che evocano sogni e visioni. E, non secondario, il fatto che non ci riteniamo una band “prog” ma soltanto un progetto musicale senza limiti prestabiliti di espressione.
  1. Spiega come avviene la collaborazione con altri musicisti. Insomma qualche parola su processo compositivo e non solo…
    Il processo parte sempre da me, che compongo e scrivo i testi. Poi i collaboratori aggiungono colori e sfumature con strumenti diversi. La registrazione avviene spesso in presa diretta, per mantenere spontaneità, e viene poi raffinata in studio con tecniche analogiche e digitali. È un lavoro corale, ma con una forte impronta autoriale.
  1. Di cosa parlano i testi dei GOAD?
    I testi sono ispirati alla poesia anglo-americana e trattano temi di sogno, magia, oscurità interiore e visioni notturne. “Dusketha” è un viaggio crepuscolare che evoca atmosfere sospese tra veglia e sogno, con riferimenti espliciti a Keats, Poe, Lovecraft, Masters e Graham.
  1. Abbiamo finito. Un saluto da parte nostra!
    Grazie a TempiDuri per lo spazio dedicato. I GOAD salutano i lettori e li invitano a immergersi nel mondo di “Dusketha”, un album che non è solo musica, ma un’esperienza poetica e visionaria.