Nirvana

MTV Unplugged in New York

Quando i Nirvana entrarono negli studi di MTV il 18 novembre 1993, pochi avrebbero immaginato che quel concerto intimo, registrato in un clima di crescente tensione personale e artistica, sarebbe diventato uno dei momenti più iconici della storia del rock. Pubblicato purtroppo postumo nel 1994, “Unplugged in New York” non è soltanto un disco dal vivo: è un testamento emotivo, un ritratto dell’anima nuda di Kurt Cobain.In un periodo in cui gli Unplugged di MTV erano spesso un esercizio di stile, un semplice “concerto acustico”, i Nirvana ribaltarono la formula e conseguente risultato. Non ci fu la solita parata di successi, niente “Smells Like Teen Spirit” in apertura, nessuna ricerca di compiacere il pubblico. Cobain scelse un repertorio che scavava nella loro identità musicale più profonda, includendo cover sorprendenti e brani meno noti.L’atmosfera era decorata da candele e gigli bianchi ,scelta più teatrale del previsto, che molti interpretarono come sinistramente premonitrice,il tutto  creava un’aura sospesa e quasi funebre. La voce di Cobain, fragile e imperfetta, acquisiva un peso drammatico raramente percepito nelle versioni elettriche dei Nirvana.Ascoltare “Unplugged in New York” è come entrare nelle stanze segrete e  salotto mentale di Cobain. La produzione è limpida ma non patinata: ogni scricchiolio della chitarra, ogni esitazione vocale, ogni respiro contribuisce a costruire un’umanità disarmante.

Il disco si apre con “About a Girl”, il ponte perfetto tra il primo periodo Sub Pop e la parabola mainstream. La rilettura acustica del brano rivela la natura melodica spesso nascosta dal muro elettrico delle versioni in studio.“Come as You Are” e “Pennyroyal Tea” assumono nuove sfumature: non più inni generazionali, ma confessioni sussurrate. Il cuore del disco pulsa però nelle cover: i Nirvana non usano queste interpretazioni per omaggiare, ma per rileggere la propria identità.L’interpretazione di “The Man Who Sold the World” rende la versione talmente iconica da essere spesso considerata definitiva. Cobain restituisce a Bowie una malinconia mai così evidente, trasformando un glam classic in una ballata inquieta.A mio avviso “Where Did You Sleep Last Night” è il vertice emotivo del concerto e uno dei momenti più travolgenti del rock anni ’90. L’ultimo urlo di Cobain, quel grido che spezza la voce e congela lo sguardo,sarà sempre per me (e non solo) una delle immagini più potenti della sua carriera. Una chiusura catartica, impossibile da replicare.

Seguono poi brani come “Plateau”, “Oh Me”, “Lake of Fire” che sottolineano la coerenza culturale del gruppo, dove Cobain non cerca la celebrazione di sé, ma la celebrazione della musica che amava.Concludo dicendo che “Unplugged in New York” dimostra che i Nirvana non erano soltanto potenza distorta e rabbia giovanile, ma bensì un gruppo con  una fragilità strutturale, una capacità melodica sofisticata, un approccio interpretativo che intuiva la profondità dei cantautori folk quanto la furia del punk.Il concerto mostrò ciò che molti non avevano visto o non volevano vedere: Kurt Cobain era un artista sensibile, complesso, introverso, capace di attraversare più generi e più emozioni in una sola performance.

Un’opera che trascende il rock, toccando corde universali: la fragilità, l’inquietudine, l’autenticità.
Un capolavoro senza tempo!!!!

Lubranomic

SETLIST: 

About A Girl
Come As You Are
Jesus Doesn’t Want Me For A Sunbeam
The Man Who Sold The World
Pennyroyal Tea
Dumb
Polly
On A Plain
Something In The Way
Plateau
Oh Me
Lake Of Fire
All Apologies
Where Did You Sleep Last Night

LINEUP:

Kurt Cobain – lead vocals, guitars
Krist Novoselic – bass vocals accordion
Dave Grohl – drums, backing vocals

Live
John Duncan – guitar
Lori Goldston – cello
Pat Smear – guitar, backing vocals
Melora Creager – cello