Ovo
Gemma
Il duo italiano OvO, celebre per il suo approccio avant-doom e noise rock, celebra venticinque anni di carriera pubblicando il suo undicesimo album in studio, Gemma, distribuito dall’etichetta canadese Artoffact Records.
Questo nuovo lavoro rappresenta una tappa fondamentale nel percorso della band, che continua a reinventarsi e a spingere oltre i confini dell’elettronica e della sperimentazione sonora, elementi che sono ormai diventati il marchio di fabbrica degli OvO.Gli OvO si distinguono per la loro capacità di sperimentare senza limiti, assorbendo e mescolando influenze molteplici in un amalgama originale e inaspettato. Questo li rende un combo davvero sui generis, capace di affrontare con coraggio il panorama musicale internazionale senza timore di confronti. La vocalist Stefania Pedretti spicca come una sorta di Demetrio Stratos al femminile: una musicista che si lascia completamente trasportare dalle proprie emozioni, esprimendole attraverso growl e urla strazianti che, ad un primo ascolto, possono apparire come un non sense musicale. Tuttavia, queste espressioni vocali, sorrette dalle percussioni di Bruno Dorella, danno vita ad ambienti sonori sperimentali che sembrano provenire da un’altra dimensione.
La voce di Stefania Pedretti, in particolare nei brani come “Diamante” o “Orocromo”, può essere percepita come particolarmente “maligna”, tanto da evocare immagini quasi demoniache per la sua intensità. Tuttavia, il disco si presenta come un’opera ancestrale e divinatoria: tutti i brani sono intitolati come pietre preziose o elementi naturali della terra, creando un legame indissolubile tra gli OvO e il pianeta Terra. Ogni pezzo dell’album viene descritto come un “atto di creazione”, un “passaggio alchemico attraverso gli elementi” che mira a promuovere una “nuova vita bizzarra”.Il titolo stesso dell’album, Gemma, si pone come manifesto della trasformazione e della rigenerazione, invitando l’ascoltatore a riscoprire il potenziale nascosto in ogni cosa. Ogni brano diventa così tappa di un percorso di rinascita, in cui la sperimentazione è la chiave per accedere a nuove forme di espressione artistica.
Dal punto di vista della produzione, Gemma risulta forse più accessibile rispetto ai lavori precedenti, ma questa apparente “commercialità” non deriva da un intento di compiacere il mercato. Piuttosto, è l’effetto di una produzione quasi cristallina, che esalta le distorsioni estreme e valorizza la potenza creativa della band. Un esempio lampante è il suono della chitarra, che colpisce per la sua intensità e originalità. Anche la copertina del disco, realizzata dall’illustratore NeroAtto, esprime in modo chiaro il concetto di nascita, raffigurando una creatura ibrida che emerge dalla terra.
Nonostante i venticinque anni di attività degli OvO, li ho scoperti solo recentemente e l’impatto con la loro musica è stato sorprendentemente travolgente. La loro modalità inusitata di fare musica elettronica – o qualunque altro genere si voglia attribuire loro – rimane sempre e comunque un’esperienza unica, forse astrusa ma indubbiamente autentica. In ogni caso, la musica degli OvO si distingue e lascia il segno, confermando che, anche nel panorama più sperimentale, c’è spazio per la sorpresa e la meraviglia.
Stefano Bonelli





