Greystone Canyon
Something Borrowed…Something New
La band australiana Greystone Canyon torna con un progetto audace che unisce il proprio materiale originale a una serie di omaggi ai giganti che ne hanno plasmato il sound.
“Something Borrowed…Something New” non è soltanto un album di rock melodico: è una dichiarazione d’intenti verso il concetto di “suonare insieme, dal vivo, senza tanti fronzoli”, in un momento in cui molte produzioni preferiscono la perfezione digitale.Come ben espresso già dal titolo, l’album è diviso in due parti complementari: “borrowed” (qualcosa preso in prestito) per i brani-cover di band come Thin Lizzy, Led Zeppelin, ZZ Top, UFO e Neil Young; “new” per i nuovi pezzi originali che la band propone.La scelta coraggiosa di riunire tutti in una stessa è dettata dalla voglia di trasmette un’immediatezza che vuole richiamare l’energia del rock anni 70 suonato in sala prove. L’intero album è registrato “live in one room, without click tracks or studio trickery”come la grande scuola Rock del passato.
La band dà il meglio di sé in termini di coesione:la cover di “Suicide” dei Thin Lizzy, scelta come primo singolo, è emblematica: fedele all’originale, ma rivisitata con un tono più caldo, ruvido, che evidenzia la firma sonora di Greystone Canyon.Nei brani originali come “Drives Us”, “Friend of the Fox” e “Stealing Our Freedom”, la band mostra una buona padronanza del songwriting, senza perdere il contatto con la tradizione che vede giganti riff rock, groove robusto e cori immediate,inserendo anche una sensibilità compositive più contemporanea.La produzione è deliberatamente meno levigata rispetto a molti dischi moderni,sembra avere lo scopo di preservare “la chimica della band che suona insieme” piuttosto che inseguire la perfezione. Questo approccio rende il suono più vivo,più groovie e più umano.La durata del disco è abbastanza contenuta (9 tracce, circa 33 minuti) il che aiuta a mantenere l’album snello e incisivo senza filler.
Essendo un progetto orientato al “rock classico”, chi cerca innovazione radicale o sperimentazione potrebbe trovarlo meno stimolante. Questo non è un difetto in sé, ma limita il raggio d’azione dell’album.In conclusione penso che “Something Borrowed…Something New” è un passo importante per i Greystone Canyon, un disco che rispetta le radici del rock duro e ne trae linfa per tornare a suonare con intensità e passione. Non è il lavoro che rivoluziona il genere, ma è un eccellente esempio di come farlo bene, con mestiere e cuore.
Consigliato a chi ama il rock autentico, gli anni ’70/’80 e vuole ascoltare una band che porta avanti quella tradizione con onestà e vigore.
Lubranomic





