Suffering
Things Seen But Always Hidden
La band britannica si porta dietro un monicker importante, “Suffering“, rispecchiando appieno quello che è il sound. Sofferenza, malattia, attraverso un black metal occulto che si lascia imbastardire da black/doom, specie nelle parti più lente e ossessive dove emerge proprio quella vena artistica e malinconica.
La produzione del disco, nonostante non tradisca quello che sono gli stilemi e le regole del genere, a volte è nitida, mentre subito dopo sprofonda nelle acque salmastri. Non riusciamo a vedere il fondo, avvolti dal mistero che ci troveremo di fronte, ci affascina, anche se ci spaventa terribilmente.Orgasmi femminili sono il contraltare di parti tribali in “The Chamber Of Breathtaking Delights“, una delle mie preferite, capace di racchiudere tutte le sfumature del combo britannico in sette minuti. I riffs di chitarra sono ossessivi, mentre le voci, caratterizzate il più delle volte da urla strazianti, c’è tanto male!
Dopo alcuni parti cadenzate i Suffering sono nuovamente pronti a colpire duro, accelerazioni feroci, e qui le registrazioni assumono toni più caldi e old school. E’ doveroso dire che nella musica dei nostri non manca la melodia, specie le sei corde a tratti disegnano trame meno brutali, rendendo il tutto più variegato e meno statico.Addentrandomi in quello che è il concept lirico del disco, siamo ancora immersi in temi legati all’occultismo, alla sofferenza e morte, il tutto a tinte molto oscure, a partire da quella che è la cover, peraltro molto bella.
“Things Seen But always Hidden” è un album che consiglio, specie agli amanti del genere, non lasciatevi scappare questo disco, sarebbe un errore fatale!
In alto il nostro saluto!
Trevor Sadist





