Imperishable
Revelation in purity
Quando affronto l’argomento “superband” coi debosciati con cui condivido birra ed ascolti,tendo sempre a stare sul “chi va là”.Molte volte (purtroppo) mi sono reso conto che l’unione di certe punte di diamante della musica estrema e non,poche volte hanno portato a risultati,se non scadenti,non proprio buoni,ma,quelle poche volte che confluiscono forze a noi sconosciute,escono fuori certe pietre miliari di cui,ad un certo punto,non si puo’ fare a meno di tirar giù il cappello e subire inesorabilmente lo tsunami.Gli Imperishable sono la creatura mitologica tirata su da Brian Kingsland,attuale chitarrista e vocalist dei Nile,che vede dietro le pelli un Derek Roddy in ottima forma e Alex Rush (bassista degli Olkoth),e questo “Revelation in purity” è uno di quegli tsunami che ti entra dentro e non se ne va più,un gran bel lavoro di musica estrema che spazia tra melodie alienanti e ritmi forsennati,un mix pazzesco che ricorda il modus operandi di bands come Angelcorpse,Emperor e Zyklon arricchito da una buona dose di sperimentazioni che fanno di questa release un vero capolavoro.Da non confondere con gli omonimi deathsters svedesi,questi di B.Kingsland oggi consacrano il proprio motivo di esistere con questo primo full della loro carriera,composto da 7 tracce una più accattivante dell’altra,una più particolare dell’altra;in questa release Kingsland esprime tutto se stesso sia con la chitarra che con la voce con uno stile che ricorda un pò le bands citate prima,ma con una naturalezza ed una maturità da applausi.Le melodie teatrali ed i blast beats di D.Roddy supportate dal muro armonico del basso di Alex Rush,sono una vera bellezza tutta da ascoltare,musicalmente riconducibile a certe pietre miliari indimenticabili del genere (basta iniziare ad ascoltare la prima traccia “Oath of disgust” per rendersi conto della grande ventata di originalità),il tutto reso terribilmente concreto da una produzione eccellente,e che valorizza molto il suono naturale di ogni singolo strumento.
Dopo aver gustato la prima traccia, e passando per la roboante “Exclusion continuum“,mi accorgo anche della presenza di certe melodie plettratissime tipiche del black metal che si inseriscono alla perfezione nel contesto musicale di questo disco,segno del fatto che, in quanto a capacità compositive,i tre americanacci sanno il fatto loro; la qualità delle composizioni è sempre alta e già arrivato al pezzo che dà il nome a questo album,”Revelation in purity“,mi rendo conto che questa release di sicuro non mi lascerà scampo,qui,una somiglianza sconvolgente con gli Angelcorpse di “The Inexorable“(disco fondamentale,aggiungo) mi ricorda cosa vuol dire essere travolto dal caos infernale del death metal fatto in un certo modo,e badate bene,in quanto a caos,per me,alla pari degli Angelcorpse non c’era niente,ma in questo caso resto ammutolito e finisco di ascoltare consapevole del fatto che,per fortuna,Kingsland e soci riescono a raggiungere livelli di intensità spaventosi.I blast beats su cui mr. Brian “vola” con la sua chitarra non accennano a placarsi anche in “Spewing retrobution“,un pezzo in cui si va anche oltre alla chiara matrice musicale degli Angelcorpse,qui certi richiami ai Deicide sono innegabili ed ovviamente è inutile dirvi che è uscito fuori un pezzo tra i più complessi ed efferati di questo lavoro.Curiosità: in questo disco,Kingsland,canta praticamente allo stesso modo con cui si esprime quando spalleggia valorosamente Karl Sanders (Nile),con questo suo growl dinamico e potente che spazia tantissimo tra le note medioalte e qui anche con dei frequenti inserti di “clean vocals” magistralmente oschestrate ed adattate al resto del tessuto musicale,applauso.
“Iniquity” è la punta di diamante della release,un pezzo molto vario,un crescendo di emozioni contrastanti,un turbine di melodie,ritmi forsennati e una traccia di basso semplicemente devastante,tecnicamente molto impegnativo e con tanto di arpeggio finale; se quest’ultimo mi ha lasciato a bocca aperta,con “Where dead omens croon” son tornato a tirare roba per aria,un pezzo devastante ed intricato che contiene al suo interno una parte ben precisa in cui anche la presenza spirituale dei Nile prende il sopravvento lasciandomi sbigottito,una composizione semplicemente fantastica. “The enduring light of irreverance” è l’ultima bomba dell’album ed anche qui c’è poco per restare fermi,visto il mix letale che è stato tirato su per comporre una diavoleria simile.Più di 7 minuti di musica in cui ho potuto riconoscere influenze di band da brividi come Deicide,Immolation e Nile,ed una enorme dose di genio che farebbe impallidire chiunque.Che altro dire? Siamo dinanzi ad un super debut album di una superband,una ventata di musica estrema davvero “nuova”,hanno unito le forze tre esperti del death metal più efferato ed è uscito fuori un punto esclamativo grande quanto la torre Eiffel.Fate vostro questo maledetto album!!!
Giuseppe Musso